La Lega Nord compatta a Bergamo: pulizia e rispetto delle regole. Le opinioni dei militanti lecchesi presenti al raduno
Pulizia, rispetto delle regole, meritocrazia, spazio ai giovani e soldi alle sezioni locali. Sono i temi sui quali si è concentrato Roberto Maroni nel corso del suo intervento a Bergamo di fronte al popolo leghista radunato appositamente dopo i fatti (ancora da dimostrare ma che vedono al momento diverse procure in campo per le indagini) che hanno visto coinvolti il tesoriere Belsito e diversi esponenti non solo del movimento ma anche della famiglia del Senatur. Una platea che non ha risparmiato fischi a non finire quando Maroni dal palco ha pronunciato il nome di Renzo Bossi, senza consentirgli di proseguire, e che invece è tornata ad applaudire e acclamare quando si è parlato di pulizia e regole. «Da oggi si cambia, basta con i complotti, con le scomuniche, con le fatwe e con i cerchi» ha detto Maroni «Oltre alle regole, oltre alla pulizia, dobbiamo pensare alla cosa più importante, che è l'unità del movimento». Fischi ancora quando Bossi, nel prendere la parola, ha tentato di giustificare la scelta di Belsito come tesoriere, così come quando ha parlato di "complotto". Segno che la militanza a tutto è pronta fuorché a sentire deboli difese di chi ritiene indifendibile e traditore.
Per il lecchese erano in tanti i presenti, con rappresentanze consistenti anche dal meratese. C'erano il sindaco Andrea Robbiani, il segretario cittadino Paolo Centemero, gli assessori Massimo Panzeri e Andrea Valli. E poi gli assessori provinciali Marco Benedetti ed Stefano Simonetti, Franco De Poi e Antonello Formenti, Ennio Fumagalli e l'ex sindaco di Lecco Antonella Faggi.
"Sono rimasto veramente impressionato dalla partecipazione di ieri: tutte persone che volevano il bene del movimento. Bossi, che ha sempre voluto il bene del movimento e che ha fatto gesti autentici, ieri ha chiesto scusa anche per quelli che portano il suo cognome. Ho visto un Maroni propenso all'unità, che ha parlato di pulizia e regole da rispettare e apertura ai giovani che possono fare bene e sono ben disposti" ha commentato il segretario cittadino della Lega Nord di Merate Paolo Centemero.
"La Lega quando ha dei problemi, li riconosce e li affronta nella maniera corretta e lo fa di fronte alla militanza" ha sentenziato Andrea Robbiani, sindaco di Merate "Per problemi comunque più gravi, come l'affaire Penati, Bersani non si è dimesso dalla carica di segretario del partito. Bossi invece si è dimesso dalla carica di segretario federale. Di fronte a problematiche pesanti per entrambi si nota una diversità di atteggiamento. Il partito ha bisogno di fare pulizia e ora il percorso è iniziato con la massima trasparenza. Non so quanti altri sono in grado di farlo. E c'è da dire che l'aspetto mediatico che è stato dato alla vicenda è profondamente diverso. Noi andiamo avanti, vogliamo fare chiarezza. Il movimento è in una fase dove è necessario cambio politico generazionale. Voglio sottolineare tre cose che Maroni ha detto ieri sera: i soldi del rimborso ai partiti devono andare all'attività politica locale perché sono soldi dei cittadini e devono ritornare sottoforma di servizio di comunicazione politica. E' necessario poi un ricambio generazionale e questo avverrà nei prossimi mesi con i congressi in atto. Infine assisteremo anche a una rivoluzione della classe dirigente dove alcune persone che hanno fallito saranno estromesse. Credo che Maroni e Bossi continueranno a lavorare affiancati. Maroni ha il peso e l'energia che purtroppo il capo con la malattia non ha più; ha un grande seguito soprattutto per quanto ha fatto quando era ministro dell'Interno e gode della fiducia del movimento perché ha dimostrato di essere un grande amministratore".
Nella prima foto Andrea Valli e Massimo Panzeri. Nella seconda foto Paolo Mauri e Ugo Gasparoni di Montevecchia
"E' stata una serata vissuta molto bene. Direi che il movimento ha dato prova di unità, compattezza e voglia di cambiare affrontando senza troppi giri di parole i problemi che nessuno ha negato e usando un termine ormai molto di moda: volontà di fare pulizia. Ora c'è la volontà di proseguire con determinazione in quelli che sono i nostri obiettivi" sono le parole di Massimo Panzeri, assessore ai lavori pubblici del comune di Merate "Il momento non era semplice ma è stata una bella prova di compattezza, ma adesso andiamo avanti. La Brianza ha scelto la Lega. Il Bossi di ieri era un Bossi commosso, che ha avuto la capacità e l'onestà di ammettere gli errori che ha commesso e che ha avuto anche l'onestà per il bene del movimento di fare un passo indietro".
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"La serata è stata positiva perché c'è stata una bella risposta. La gente è partita senza stare lì a pensarci, è stato qualcosa di spontaneo. C'era gente, nonostante il preavviso dell'ultimo e il tempo, da Veneto e Piemonte. Zaia ha detto che arrivato al casello ha trovato già coda. Mi ha fatto piacere che Maroni abbia preso subito la parola e sia stato chiaro nel dettare le regole. Idee chiare e schiette, con il suo modo di fare di persona sempre educata e cordiale. Ho visto un Bossi sicuramente dispiaciuto per la situazione in cui è venuto a trovarsi. Le dosi delle colpe e responsabilità non le sappiamo noi e probabilmente non le sa neanche lui stesso: la sua persona non meritava tutto questo visto quanto ha fatto nello scenario politico. È una persona che comunque ha ancora l'affetto della militanza". A parlare è Andrea Valli, assessore all'urbanistica, anche lui presente all'incontro di Bergamo.
A sinistra Andrea De Gaspari di Merate. Accanto primoa destra Paolo Centemero
"La Lega non è spaccata in due, è unita. Era unita ieri sera quando sul palco c'erano Bossi e Maroni", così Ugo Gasparoni, consigliere di minoranza del gruppo Lega Nord di Montevecchia, ha commentato il raduno leghista che ha presenziato nella serata di martedì 10 in Fiera Nuova a Bergamo.
"La buriana che ha colpito la Lega per certi versi è stata ampliata dai media e dagli altri partiti in forma spropositata, trasformando problemi interni alla Lega come di dominio di tutti. L'incontro a Bergamo è servito a chiarire che la Lega non ci sta e che i propri panni li lava in casa. Pulizia pulizia, pulizia". L'incontro di ieri sera ha tentato di chiarire la posizione del partito, dopo una presa di coscienza delle dinamiche che prendono atto al suo interno: "ieri la Lega ha dimostrato di capire il problema e quindi inizierà la pulizia, per tornare ad occuparsi delle problematiche della Padania, più forte di prima", dove per pulizia si intende lo scioglimento dall'incarico a coloro che non hanno saputo tenere la fiducia del "popolo padano". E per fare questo, ha proseguito, è necessario rompere il cosiddetto "cerchio magico". Per quanto riguarda Rosy Mauro ha rifiutato di dimettersi dal proprio incarico istituzionale, su richiesta dello stesso Bossi, ma visto il diniego ci penserà il consiglio Federal con l'espulsione dal Partito (come ha puntualizzato Maroni durante il suo intervento); così pure per Belsito, accusato di affari con la 'ndrangheta, graverà il provvedimento di espulsione da parte del Consiglio federale ma, come sottolinea Gasparoni: "non è la Lega ad aver preso rapporti con l'organizzazione criminale, ma il singolo".
Bossi, dal canto suo, continua ad essere visto come il "padre fondatore" del partito, anche se è "un leader che piange e che chiede scusa, perché chi infanga la Lega porta il suo nome, o meglio, il suo cognome".
La fiducia per Bossi resta comunque tale, a detta di Gasparoni. "La Lega è un suo figlio, lui si è tirato dietro tutto il popolo leghista che ha condiviso il suo operato. Ha fatto parlare del Nord e cercato di capire il problema dei soldi che da Nord a Sud si fermano a Roma, ha smosso le acque non solo per la Padania, ma anche per l'Italia. Dal 2004, quando si è trovato in mancanza di forza fisica per gestire la situazione, riconosco il suo errore, perché avrebbe dovuto farsi affiancare da persone con le quali aveva fondato il partito, lasciare correre chi aveva più forza di lui".
Puntualizza Gasparoni: "che i finanziamenti siano stati usati male siamo d'accordo, Bossi ha sbagliato ma questa non è solo questione di Lega: succede in tutte le famiglie normali che ci siano litigi tra figli, mogli e mariti, tutti possono sbagliare, l'importante è capirlo e ammetterlo".
La dice lunga, secondo il consigliere di minoranza di Montevecchia, il gesto di Bossi di scegliere, tra famiglia e partito, quest'ultimo. Ma Bossi dev'essere affiancato, e Maroni sembra essere il candidato ideale, quello migliore perché conosce il pensiero della Lega dal principio, dalla sua fondazione (nel 1996), e perché "vuole battersi con la grinta e la forza di noi Barbari Sognanti" per evitare che il Governo metta in ginocchio, a sua detta, il Nord e di conseguenza l'Italia intera.
Dopo il 1996, dopo la dichiarazione d'indipendenza della Padania, dice Gasparoni, il partito ha subito una sorta di stagnazione, ma per questo "nuovo inizio", con Maroni che potrebbe "tirare le redini" che sfuggono a Bossi, dopo un "passaggio del testimone", la Lega "è carica come un leone ferito che deve reagire e reagirà più forte di prima. Preparatevi a sentirle l'urlo di battaglia dei Barbari Sognanti".
''E' stata una bella serata, molto emozionante'' ha commentato l'assessore ai lavori pubblici di Missaglia, Alberto Spreafico ''Si è respirato un clima diverso, che ricordava molto quello di tanti anni fa. Nell'aria c'era entusiasmo e tantissimi militanti e sostenitori al contrario di quello che ha detto qualcuno. Il palazzetto era gremito, nonostante l'evento fosse stato organizzato in pochi giorni. La speranza ora è che certe persone siano escluse dal partito, come ha auspicato Maroni. Tutti ci aspettiamo una sorta di pulizia, a tutti i livelli''. E sul ruolo dell'ex ministro dell'interno, che sembra aver preso in mano le redini del partito da Bossi, Spreafico è chiaro: ''Ho grande fiducia e stima in Maroni, è una persona ragionevole e i fatti lo stanno dimostrando''.
Presente anche Paolo Zardoni, commissario della circoscrizione di Merate, alla guida ad esempio, del gruppo di Barzanò. "Quello di ieri è stato un incontro importante che è stato un bene fosse organizzato subito perché dopo giorni di sofferenza, passione e anche rabbia il movimento aveva bisogno di ritrovarsi per ripartire e la gente aveva bisogno di chiarezza e anche di sfogarsi perché dopo anni di battaglia si rischiava di pagare la colpa di pochi. La militanza era spaesata: la Lega ha sempre fatto dell'onestà la propria bandiera e purtroppo qualcuno ha approfittato del proprio ruolo. La presenza di Maroni e Bossi ci ha dato la motivazione per ripartire, la prima cosa chiesta da Maroni che ha interpretato benissimo lo stato d'animo del movimento è che chi sbaglia deve pagare. Ci sono state alcune dimissioni, seguiranno eventuali provvedimenti disciplinari interni. I Congressi sono stati fissati con le tempistiche opportune per dare un segnale di rinnovamento. L'ideale è affiancare giovani che possano costituire forze nuove, che non mancano. Salvini, Tosi, Zaia sono militanti diventati dirigenti, che conoscono il territorio e potrebbero essere un buon segnale, spesso gli errori sono derivati da dirigenti che non hanno mai fatto i militanti. La Lega è un movimento sano, fatto di gente che lavora e che mette a disposizione il proprio tempo gratuitamente per le proprie idee e che è desiderosa di continuare".
In merito a Bossi e Maroni? Qualcuno ha visto a Bergamo la consacrazione politica di quest'ultimo come leader, ma non mancano "bossiani" che lo osteggiano. Come la vede?
"Non la leggerei in questi termini. Se Bossi decidesse di ricandidarsi nessuno lo osteggerebbe, anzi, avrebbe di nuovo il sostegno del movimento. Quello di ieri è stato semmai il segnale che Maroni sarebbe la persona più adatta a prendere la guida nel momento in cui Bossi non dovesse ricandidarsi. Come ministro del lavoro e dell'interno ha fatto un grande lavoro, ora si sta dedicando molto più al movimento, venerdì ad esempio sarà a Sondrio, ha il polso della situazione e nutre un rapporto di amicizia storico e molto stretto con Bossi. La serata di ieri è stata il primo passo per ripartire e l'occasione può essere colta per rinnovarci ma restando uniti. Personalmente sono ottimista".
Da sinistra Antonello Formenti, Stefano Simonetti, Ennio Fumagalli, Marco Bendetti e Franco De Poi
"È stata una bella serata, quella che ci aspettavamo". Sono queste le prime parole di commento pronunciate dal segretario provinciale della Lega Nord, Pucci Ceresa, all'indomani della serata per l'orgoglio leghista di Bergamo a cui ha preso parte insieme ad una nutrita delegazione di militanti e amministratori lecchesi. Il primo atteso segnale forte, tanto invocato nei giorni scorsi dalla base del partito, è quindi arrivato e, come sottolinea lo stesso Ceresa, sancisce in un certo senso il ritorno alla Lega delle origini. Protagonista della serata insieme al leader storico Umberto Bossi è stato ovviamente l'ex ministro dell'interno Roberto Maroni che con Calderoli e Manuela dal Lago traghetterà la Lega fino al prossimo congresso federale previsto già entro l'estate. " La base del partito ha manifestato grande apprezzamento per Maroni - ha confermato anche il segretario provinciale di Lecco riconoscendogli il merito di aver preso in mano la difficile situazione attuale con forza e decisione. Sulla stessa lunghezza d'onda è anche l'assessore alla cultura della Provincia di Lecco Marco Benedetti: "Da militante posso dire che è stata una splendida serata, una serata d'altri tempi". Grande apprezzamento per Roberto Maroni, che nel suo discorso ha invocato maggior meritocrazia e spazio per i giovani, due pilastri su cui costruire il futuro del movimento, e per Bossi "che ha avuto l'umiltà di chiedere scusa dopo trent'anni completamente dedicati alla Lega". Accolta con un applauso anche la notizia dell'anticipazione del congresso federale a prima dell'estate, una decisione che risponde all'insofferenza manifestata da tutta la base della Lega Nord, l'unica vera parte lesa, ha precisato Benedetti, in tutta questa vicenda.
Come dicevamo, a Bergamo c'era anche una nutrita delegazione di militanti e amministratori di Lecco tra cui anche l'ex sindaco Lorenzo Bodega, il fratello Lamberto, e i consiglieri comunali Giovanni Colombo e Cinzia Bettega. "Sono molto contenta per l'amplissima partecipazione - ha commentato proprio Cinzia Bettega, capogruppo del Carroccio a Palazzo Bovara, che ha poi aggiunto - la Lega può aver fatto un errore ma chi pensava di averci spazzato via come la polvere sotto il tappeto si sbagliava". Rimane quindi l'obiettivo di diventare primo partito del nord Italia, obiettivo che la Lega perseguirà investendo proprio sulle sezioni del territorio il cui lavoro non può essere esclusivamente basato sul volontariato dei militanti. Parole di elogio sono state rivolte al Senatur Umbero Bossi, protagonista di un passaggio coraggioso e commovente, che Cinzia Bettega definisce "sempre più grande", e per Roberto Maroni, che sul palco della Fiera di Bergamo ha parlato da leder. Due figure imprescindibili per il movimento: "Bossi è il fondatore, in tutti questi anni ha ricoperto il suo ruolo con coraggio e grande fiuto politico mentre Maroni ha sempre svolto un ottimo lavoro". Insieme, si augura la capogruppo del carroccio in consiglio comunale, sapranno guidare la Lega fuori da questo momento difficile.
Al centro Antonella Faggi
Ha preso parte alla serata di Bergamo anche l'ex sindaco di Lecco, Antonella Faggi, che oggi più che mai si appella all'unità del partito invocata ieri da Bossi e Maroni, ricordando come lei stessa in passato sia stata vittima di critiche feroci e dissidi interni al movimento. Forte è la convinzione nell'ex primo cittadino lecchese che soprattutto in queste situazioni bisogna rimanere uniti e fare quadrato ripartendo proprio dai valori che la Lega condivide e porta avanti da decenni, valori ribaditi ancora una volta nella serata ieri, definita da Antonella Faggi "bellissima, emozionante e commovente, la conferma che il movimento è in grado di ritrovarsi". Non potevano mancare infine parole di elogio nei confronti del leader storico Umberto Bossi che, ha ribadito l'ex sindaco, dal palco di Bergamo "ha detto cose che solo un vero capo riesce a dire".
Una decina di tesserati della sezione di Olginate della Lega Nord ha partecipato alla "Manifestazione dell'orgoglio padano" di Bergamo nella serata di martedì 10 aprile, che ha visto uniti sul palco il dimissionario leader del partito Umberto Bossi e Roberto Maroni, insieme ad altri esponenti "di spicco" del Carroccio alle prese con una crisi interna senza precedenti. "Il clima che si respirava tra il pubblico accorso numeroso era molto positivo, vedere i due leader della Lega sul palco a parlare di pulizia e di rimettersi al lavoro è stato di grande stimolo per noi in un momento così difficile" ha spiegato il segretario della sezione di Olginate Moreno Biffi. "Le grandi persone si vedono in questi momenti, quando Bossi si è assunto le responsabilità di qualcun altro chiedendo scusa per quanto era accaduto di fronte a tutte quelle persone ha dimostrato di essere un fuoriclasse. Maroni è una persona senz'altro valida, che lavorerà fianco a fianco con Bossi per il bene del movimento, che riacquisterà nuovo slancio una volta superata questa storia".
Non è andato a Bergamo a causa di impegni istituzionali il sindaco di Pescate Dante De Capitani, che condivide il giudizio positivo sulle parole pronunciate da Umberto Bossi a Bargamo ma si dimostra più "tiepido" nei confronti di Maroni. "La base del partito si è ricompattata attorno alla figura di Bossi, che è uscita rafforzata dall'incontro di Bergamo così come l'immagine del partito" ha spiegato il sindaco. "L'autocritica che ha pronunciato sul palco è stata apprezzata dai militanti ma anche dalla gente comune, in una situazione del genere il vero leader fa un passo indietro e ammette gli errori commessi, se il movimento avrà perso la sua forza ce lo diranno le prossime elezioni. Vedendo le immagini della serata bergamasca mi son sentito fiero di appartenere a una realtà che sa fare autocritica. Sulla questione della pulizia, al di là delle scope, credo sia necessaria una grande attenzione su come viene promossa. Maroni è la figura che naturalmente viene associata alla Lega Nord dopo le dimissioni di Bossi, ma il movimento ha a disposizione anche altri personaggi che possono costituire la classe dirigente di domani".