Codurelli: lavoro, non chiamatela riforma, art. 18 usato come clava

"Qualche passetto ma niente che si possa chiamare riforma. Pennellate di restauro rinviate sine die e per lo sviluppo ancora nulla. A fronte di un peggioramento complessivo del mondo del lavoro e delle mazzate della cosiddetta riforma delle Pensioni, il governo continua a perseguire l'abbassamento delle tutele e dei diritti come un fattore di sviluppo".
"Il tema principale non è l'articolo 18 ma lo sviluppo, la corruzione, l'evasione fiscale e il lavoro nero. Qual è e dov'è il cambiamento di rotta se alla base della scarsa competitività italiana, da cui deriva anche l'alto tasso di disoccupazione, si continua a ritenere che ci sia la mancanza di flessibilità in uscita e non la scarsa capacità di innovazione delle aziende, il basso investimento in capitale umano, ricerca e innovazione? Se le aziende straniere non investono volentieri in Italia non è certo per timore dell'articolo 18, ma perché temono la macchinosità e la lentezza della nostra burocrazia. Il senso di responsabilità del Pd, del mio partito, non potrà dire sì ad un peggioramento tanto pesante delle condizioni dei lavoratori dopo che i provvedimenti presi finora - dalle tasse alle pensioni - hanno pesato più di tutti sulla parte medio-bassa della scala sociale".
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