Castelli: la sentenza di Suello è una sconfitta della giustizia
La sentenza che condanna a cinque anni di reclusione nell'ospedale psichiatrico giudiziario il marocchino che ha ucciso Teresa Valsecchi di Suello sconvolge non solo la memoria della signora Valsecchi, ma un paese intero.
Per di più Mohamed El Bouardi, che ha accoltellato una donna inerme, accorsa per difendere la figlia, non starà nell'ospedale psichiatrico giudiziario perchè il Ministro della Giustizia Severino ha deciso di farli chiudere, con il decreto cosiddetto "svuotacarceri" su cui il governo proprio oggi ha messo la fiducia.
Nel testo infatti vi è una norma che impone di chiudere queste strutture entro il 31 marzo 2013. Si prevede che i detenuti debbano essere ospitati in apposite strutture regionali che nella stragrande maggioranza delle regioni non esistono neppure sulla carta e che quindi certamente non saranno pronte per la data prevista.
Quella che in un fascicolo giudiziario è una sentenza di poche righe, nella vita reale è un dramma umano senza fine.
Mi domando come sia possibile accettare una sentenza di questo tipo per i famigliari, per gli amici e per chi, dopo avere vissuto la tragedia di una morte del genere, deve affrontare oggi una fortissima sconfitta del senso di giustizia. E con quale sentimento i nostri cittadini possano vivere sapendo che chi va in giro ad accoltellare le persone viene condannato a cinque anni di detenzione
Per di più Mohamed El Bouardi, che ha accoltellato una donna inerme, accorsa per difendere la figlia, non starà nell'ospedale psichiatrico giudiziario perchè il Ministro della Giustizia Severino ha deciso di farli chiudere, con il decreto cosiddetto "svuotacarceri" su cui il governo proprio oggi ha messo la fiducia.
Nel testo infatti vi è una norma che impone di chiudere queste strutture entro il 31 marzo 2013. Si prevede che i detenuti debbano essere ospitati in apposite strutture regionali che nella stragrande maggioranza delle regioni non esistono neppure sulla carta e che quindi certamente non saranno pronte per la data prevista.
Quella che in un fascicolo giudiziario è una sentenza di poche righe, nella vita reale è un dramma umano senza fine.
Mi domando come sia possibile accettare una sentenza di questo tipo per i famigliari, per gli amici e per chi, dopo avere vissuto la tragedia di una morte del genere, deve affrontare oggi una fortissima sconfitta del senso di giustizia. E con quale sentimento i nostri cittadini possano vivere sapendo che chi va in giro ad accoltellare le persone viene condannato a cinque anni di detenzione
Senatore Roberto Castelli