Lecco: Lucia Codurelli rassegna le dimissioni da deputata PD. ''Il voto alla manovra, una delle sofferenze più grandi della mia vita''

L'on. Lucia Codurelli
L'on. Lucia Codurelli, dopo il voto alla manovra, ha rassegnato le dimissioni. A darne notizia è il quotidiano del partito "L'Unità" che sulla home page del sito, con un articolo di Andrea Carugati, intitolato "Pd, deputata-operaia si dimette: Una sofferenza votare la manovra", racconta il fatto che sarebbe accaduto nella mattinata di lunedì, rimanendo sotto traccia sino ad oggi. 61 anni, ex operaia in un tubettificio, Lucia Codurelli si è sempre spesa per il territorio e anche a Roma non ha mancato di far sentire la propria voce, presentando numerose interrogazioni sui vari temi che riguardano il lecchese. Al momento manca ancora l'accettazione da parte del leader Bersani che, stando a quanto riportato dall'Unità, le avrebbe chiesto di rimanere. La Codurelli si è presa qualche giorno per riflettere.

Ecco il testo integrale dell'articolo:
http://www.unita.it/italia/pd-deputata-operaia-si-dimette-br-una-sofferenza-votare-la-manovra-1.365406

«Votare la manovra del governo Monti è stata una delle sofferenze più grandi della mia vita. Per questo ho pensato che fosse l'ultimo mio atto da deputata». Lucia Codurelli, 61 anni, lecchese, per trent'anni operaia in un tubettificio, delegata Cgil di fabbrica e poi dirigente dei Ds, lunedì mattina ha consegnato la sua lettera di dimissioni a Gianfranco Fini.
La notizia, rimasta finora riservata, ha scosso parecchio gli animi dentro il gruppo Pd. «Tante sono state le pressioni per farmi recedere», spiega lei, che mercoledì ha incontrato Bersani. «Mi ha detto: "Lucia, non sei mica solo tu a soffrire, ma dobbiamo lavorare insieme per ottenere delle modifiche...". Gli ho risposto che in questo periodo di feste ci rifletterò. Ho stima del segretario, e non intendo in nessun modo lasciare il Pd. Spero che qualcosa cambi nel milleproroghe. Ma ad oggi il mio stato d'animo è questo: credo sia giusto tornare a casa, questa manovra si accanisce contro quella parte della società per cui ho sempre lottato, gli operai alla catena, le donne, chi ha iniziato a lavorare a 15 anni. Dell'equità non si è vista neppure l'ombra. Con quel voto mi è sembrato di tradire la parte più debole del mondo del lavoro».
Codurelli è alla Camera col Pd dal 2006, ad ottobre era balzata agli onori delle cronache per essere stata apostrofata volgarmente da un gruppo di leghisti. «Vai a farti scopare», le hanno gridato in aula. Aveva gridato «vergogna» all'indirizzo di Berlusconi, che intratteneva alcuni suoi deputati inventando il nuovo nome del Pdl: Forza Gnocca. Proprio la Lega è stato uno dei fattori determinanti che ha spinto Lucia a ingoiare il rospo e votare la manovra. «Non potevo mischiare il mio voto a quello di una Lega ipocrita, che in questi anni insieme a Sacconi ha fatto terra bruciata dei diritti, a partire dalle dimissioni in bianco che colpiscono soprattutto le donne. Una Lega che all'improvviso si scopre paladina degli operai...che vergogna».
Già, ma finita l'indignazione per il balletto del Carroccio, restano le ragioni dell'amarezza. «Questa manovra mette in discussione i progetti di vita di tanta gente, aggiungendo anche 6-7 anni di lavoro e senza dare in cambio nulla. C'è tanta gente che parla senza conoscere i problemi di privilegi finalmente toccati. Ma di cosa parlano? I privilegi, quelli veri, non sono stati neanche toccati. Mi sono dimessa perchè ho avuto l'impressione di non riuscire a rappresentare queste persone, di non contare niente». Se lei se ne va ci sarà un rappresentante in meno di quel mondo...
«È vero, è l'argomento che stanno usando tanti colleghi per farmi restare. E so perfettamente che se lascio dopo di me non subentrerà un operaio... Ci rifletterò, non sono abituata a fuggire. Ma non sono l'unica. In tanti nel gruppo sono in sofferenza». Se le sue dimissioni saranno confermate, Codurelli avrà diritto, a 65 anni, a un vitalizio di circa 1700 euro. «Le assicuro, è l'ultimo dei miei pensieri. Ho lavorato per 38 anni e ho maturato la mia pensione da 1000 euro al mese. Posso vivere con quella, come tantissimi altri che vengono definiti privilegiati...».

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