La Valletta: la festa al motto "Conoscere, Capire, Scegliere"

Una celebrazione intensa, partecipata e carica di significato ha onorato quest'oggi a La Valletta Brianza l'80° anniversario della Liberazione dalla dittatura nazifascista. L’intera comunità si è stretta attorno a una data fondativa della Repubblica, accompagnata dal motto scelto per quest'anno dall'ANPI: "Conoscere, Capire, Scegliere". Una frase semplice, eppure capace di indicare la strada che porta dalla memoria alla consapevolezza.
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Dopo la Santa Messa delle 10.30, animata dal coro dell'Associazione Musicale Licabella, il corteo ricco di cittadini e figure istituzionali si è diretto lungo la via del paese fino al monumento ai Caduti, di fronte all'Istituto Comprensivo 'Don Piero Pointinger', dove è stata depositata e benedetta dal parroco don Paolo la corona d'alloro. Da lì hanno preso il via gli interventi istituzionali e commemorativi, con le voci delle diverse generazioni e realtà del territorio che si sono unite in un'unica narrazione: quella della Resistenza come scelta collettiva di dignità e libertà.
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La prima a prendere parola è stata Alessandra Riva, in rappresentanza del dirigente scolastico Paolo D'Alvano. Un intervento chiaro nel ribadire l’importanza di educare alla memoria sin dalla scuola: "Studiare la storia significa comprendere le scelte, i valori e gli errori del passato per costruire un futuro più giusto. Solo conoscendo ciò che è stato possiamo evitare che si ripeta".

A questo proposito Ernesto Passoni, in rappresentanza dell'ANPI provinciale di Lecco, ha ripercorso – con grande rigore storico e coinvolgimento emotivo – alcuni episodi chiave della Resistenza nel territorio lecchese e in particolare nella zona del San Genesio. Un racconto fatto di volti, luoghi e azioni concrete: come quella del primo nucleo di resistenti formatosi sulle colline attorno a Oggiono, o la fondazione della 104esima Brigata Garibaldi "Gianni Citterio", che unì in un fronte comune diversi paesi della Brianza lecchese. "Non dimentichiamo – ha ribadito Passoni – il sacrificio di chi scelse la via più difficile, ma più giusta. La Resistenza non fu solo un fenomeno militare, fu un moto popolare, un risveglio morale. E nella nostra zona, tra Merate, Rovagnate, Osnago e Giovenzana, tante donne e uomini semplici diedero rifugio, cibo e dignità ai perseguitati, pagando spesso con la vita".
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Tra i racconti evocati, quello del parroco Don Riccardo Corti, che dopo l’8 settembre 1943 offrì asilo a sette prigionieri alleati a Giovenzana, salvando il paese da una rappresaglia tedesca con il proprio coraggio. Arrestato e deportato a Mauthausen, riuscì a tornare a casa grazie all’intervento del cardinale Schuster. Passoni ha concluso con un richiamo ai giorni nostri: "Chi oggi inneggia al fascismo, chi nega i crimini, chi banalizza il razzismo e l'odio, offende la memoria di questi uomini. E noi abbiamo il dovere di ricordare, ma anche di agire, vigilare, resistere".

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A raccogliere idealmente il testimone della memoria è stata la sindaca del consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze, Matilde Cogliati, la cui voce, giovane ma determinata, ha portato tra i presenti la riflessione di una generazione che non ha vissuto direttamente la guerra, ma che sente l'urgenza di comprenderne l'eredità. "Leggendo le testimonianze di quelle giovani vite, mi sono domandata spesso: io e i miei amici che cosa avremmo fatto nella stessa situazione? Non possiamo saperlo perché fortunatamente, proprio grazie a loro, a quei ragazzi, viviamo in un paese libero e democratico. Forse io ed i ragazzi e le ragazze della mia età possiamo, però, provare, ogni giorno, ad essere dalla parte giusta, ogni volta che ci ribelliamo alle ingiustizie e alle prepotenze, ogni volta che scegliamo di essere corretti, nella vita quotidiana. Dobbiamo imparare fin da piccoli a riconoscere le ingiustizie e a combatterle senza paura. II 25 Aprile, quindi, non è solo una ricorrenza storica, ma il simbolo della lotta per la libertà e la democrazia. È un giorno per ricordare i sacrifici dei partigiani e di tutte le persone che hanno lottato per la nostra libertà, ma soprattutto per richiamarci alla nostra responsabilità di cittadini".
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A concludere gli interventi, ha infine preso parola il sindaco Marco Panzeri, che ha ricordato quanto sia importante, soprattutto oggi, mantenere vivi i valori della Costituzione nata dalla Resistenza. "Questo 25 aprile ci sollecita quindi la memoria della lotta partigiana perché spina dorsale della Resistenza che portò al riscatto nazionale. La domanda che oggi dobbiamo porci è, pertanto, se siamo antifascisti e democratici fino al midollo. La democrazia vuole che le persone studino, abbiano opinioni proprie, coltivino il dubbio, sviluppino la capacità di sopportare il dissenso, possano associarsi liberamente e possano avere la forza del Diritto dalla propria parte. La dittatura, invece, vuole solo persone che adempiano al motto 'credere, obbedire, combattere'. Possiamo dire, in poche parole, che la differenza tra la democrazia e la dittatura è sostanzialmente questa". Panzeri ha poi voluto ringraziare la scuola, l'ANPI, le associazioni presenti, e tutti i cittadini, ribadendo l’impegno dell’Amministrazione comunale a sostenere ogni iniziativa che promuova la memoria attiva.

La celebrazione del 25 aprile a La Valletta Brianza è stata dunque molto più che una cerimonia formale: è stata un momento corale di riflessione, di impegno e di trasmissione tra generazioni. Un invito a non dimenticare e, soprattutto, a scegliere ogni giorno da che parte stare.
M.Pen.
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