Osnago: giornata di eventi con ottanta papaveri rossi
Una celebrazione del 25 aprile molto partecipata e gioiosa quella organizzata a Osnago, oltre che ricca di eventi sparsi per tutto l’arco della giornata.


Iniziata con l’alzabandiera presso la sede degli alpini, a cui sono seguiti la deposizione della corona al cippo Casiraghi di via Roma e la sosta in piazza della Pace dove per l’occasione sono stati piantati 80 papaveri rossi simbolo dell’ottantesimo anniversario della Liberazione, la celebrazione è proseguita con la benedizione ai caduti di tutte le guerre presso il cimitero comunale per poi trovare il suo momento clou davanti al monumento ai caduti in viale Rimembranze.


Qui, dopo aver annunciato alcune modifiche al programma iniziale (niente aperitivo in piazza e concerto con i suoni abbassati) per onorare il ricordo della scomparsa di Papa Francesco e dopo i ringraziamenti di rito alle autorità, alle associazioni e agli insegnanti e studenti della scuola primaria presenti alla cerimonia, il sindaco Felice Rocca ha sottolineato il contributo dato dalla Resistenza per la liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo (CLICCA QUI per il discorso integrale).


“I partigiani, che appartenevano a diverse ideologie politiche – comunisti, socialisti, liberali, cattolici e monarchici – erano uniti da un obiettivo comune”, ha ricordato il primo cittadino, che ha poi sottolineato come il movimento della Resistenza abbia rappresentato un riscatto storico, morale e sociale, che coinvolse non solo i combattenti ma anche la popolazione civile.
Particolare risalto nel suo discorso ha avuto il contributo delle donne.

“Le donne giocarono un ruolo cruciale, non solo come combattenti ma anche come staffette, infermiere, organizzatrici. Parteciparono alla Resistenza, ma furono anche protagoniste della ricostruzione del tessuto sociale del Paese. Molte di loro assunsero ruoli di responsabilità e si impegnarono in politica, contribuendo alla nascita di una società più equa e inclusiva”.
Il giusto riconoscimento, sia pur tardivo, è stata la conquista per le donne del diritto di voto, il che ha fornito al sindaco lo spunto per ribadire la necessità di onorarla con la partecipazione a tutte le tornate elettorali compresa la prossima dell’8-9 giugno per i referendum.

Non è mancato il riferimento alla Costituzione, “un documento straordinario, che rifletteva i valori e le aspirazioni del popolo italiano, frutto di un processo unitario e inclusivo”.
Non era tra i costituenti ma viene considerato tra i padri fondatori della Repubblica Altiero Spinelli, colui che insieme a Ernesto Rossi e Eugenio Colorni ha redatto il “Manifesto per un’Europa libera e unita”, meglio noto come “Manifesto di Ventotene” perché fu concepito durante il confino in quell’isola.
“La loro visione ha ispirato la nascita dell’Unione europea, che ha trasformato il nostro continente e migliorato la vita di milioni di persone”, ha affermato Rocca non tralasciando di citare, con chiara anche se non esplicitata allusione a un discorso recente della Presidente del Consiglio, “il tentativo maldestro e subdolo di mettere in discussione il documento e il suo contenuto, decontestualizzandolo dal tempo e condizione in cui fu scritto”.

“Non ritengo che questa Europa sia perfetta”, ha precisato il sindaco, lamentando la mancata creazione di una difesa comune e criticando apertamente il piano europeo Re-Arm che “ci dice quanto ci si stia allontanando dall’Europa della pace” mentre sarebbe auspicabile
la creazione di una difesa comune “che permetta di condividere risorse e capacità militari in modo coordinato, promuovendo la cooperazione e l’unità”.
Il primo cittadino ha poi concluso il suo intervento ricordando Papa Francesco e il suo richiamo alla responsabilità collettiva nell’uso delle parole e all’importanza del dialogo e della diplomazia nella costruzione di un mondo più pacifico e giusto.


Terminato il discorso, che era stato preceduto dall’esecuzione dell’inno nazionale da parte della banda, i partecipanti si sono spostati nella vicina piazza Vittorio Emanuele II dove il “Coro seduto” di Arci La LoCo e il gruppo musicale Archè hanno eseguito alcune canzoni della Resistenza, concludendo con un’esecuzione condivisa anche dai presenti delle simboliche “Fischia il vento” e “Bella ciao”.
Le celebrazioni sono poi proseguite con alcune letture da parte di esponenti di “Libere Tutte” presso Spazio aperto, nei cui locali è allestita la mostra “Donne e liberazione” realizzata dagli studenti del Liceo artistico di Monza e la cui esposizione è stata prolungata di una settimana.


Iniziata con l’alzabandiera presso la sede degli alpini, a cui sono seguiti la deposizione della corona al cippo Casiraghi di via Roma e la sosta in piazza della Pace dove per l’occasione sono stati piantati 80 papaveri rossi simbolo dell’ottantesimo anniversario della Liberazione, la celebrazione è proseguita con la benedizione ai caduti di tutte le guerre presso il cimitero comunale per poi trovare il suo momento clou davanti al monumento ai caduti in viale Rimembranze.


Qui, dopo aver annunciato alcune modifiche al programma iniziale (niente aperitivo in piazza e concerto con i suoni abbassati) per onorare il ricordo della scomparsa di Papa Francesco e dopo i ringraziamenti di rito alle autorità, alle associazioni e agli insegnanti e studenti della scuola primaria presenti alla cerimonia, il sindaco Felice Rocca ha sottolineato il contributo dato dalla Resistenza per la liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo (CLICCA QUI per il discorso integrale).


“I partigiani, che appartenevano a diverse ideologie politiche – comunisti, socialisti, liberali, cattolici e monarchici – erano uniti da un obiettivo comune”, ha ricordato il primo cittadino, che ha poi sottolineato come il movimento della Resistenza abbia rappresentato un riscatto storico, morale e sociale, che coinvolse non solo i combattenti ma anche la popolazione civile.
Particolare risalto nel suo discorso ha avuto il contributo delle donne.

Il sindaco Felice Rocca
“Le donne giocarono un ruolo cruciale, non solo come combattenti ma anche come staffette, infermiere, organizzatrici. Parteciparono alla Resistenza, ma furono anche protagoniste della ricostruzione del tessuto sociale del Paese. Molte di loro assunsero ruoli di responsabilità e si impegnarono in politica, contribuendo alla nascita di una società più equa e inclusiva”.
Il giusto riconoscimento, sia pur tardivo, è stata la conquista per le donne del diritto di voto, il che ha fornito al sindaco lo spunto per ribadire la necessità di onorarla con la partecipazione a tutte le tornate elettorali compresa la prossima dell’8-9 giugno per i referendum.

Non è mancato il riferimento alla Costituzione, “un documento straordinario, che rifletteva i valori e le aspirazioni del popolo italiano, frutto di un processo unitario e inclusivo”.
Non era tra i costituenti ma viene considerato tra i padri fondatori della Repubblica Altiero Spinelli, colui che insieme a Ernesto Rossi e Eugenio Colorni ha redatto il “Manifesto per un’Europa libera e unita”, meglio noto come “Manifesto di Ventotene” perché fu concepito durante il confino in quell’isola.
“La loro visione ha ispirato la nascita dell’Unione europea, che ha trasformato il nostro continente e migliorato la vita di milioni di persone”, ha affermato Rocca non tralasciando di citare, con chiara anche se non esplicitata allusione a un discorso recente della Presidente del Consiglio, “il tentativo maldestro e subdolo di mettere in discussione il documento e il suo contenuto, decontestualizzandolo dal tempo e condizione in cui fu scritto”.

“Non ritengo che questa Europa sia perfetta”, ha precisato il sindaco, lamentando la mancata creazione di una difesa comune e criticando apertamente il piano europeo Re-Arm che “ci dice quanto ci si stia allontanando dall’Europa della pace” mentre sarebbe auspicabile
la creazione di una difesa comune “che permetta di condividere risorse e capacità militari in modo coordinato, promuovendo la cooperazione e l’unità”.
Il primo cittadino ha poi concluso il suo intervento ricordando Papa Francesco e il suo richiamo alla responsabilità collettiva nell’uso delle parole e all’importanza del dialogo e della diplomazia nella costruzione di un mondo più pacifico e giusto.


Terminato il discorso, che era stato preceduto dall’esecuzione dell’inno nazionale da parte della banda, i partecipanti si sono spostati nella vicina piazza Vittorio Emanuele II dove il “Coro seduto” di Arci La LoCo e il gruppo musicale Archè hanno eseguito alcune canzoni della Resistenza, concludendo con un’esecuzione condivisa anche dai presenti delle simboliche “Fischia il vento” e “Bella ciao”.
Le celebrazioni sono poi proseguite con alcune letture da parte di esponenti di “Libere Tutte” presso Spazio aperto, nei cui locali è allestita la mostra “Donne e liberazione” realizzata dagli studenti del Liceo artistico di Monza e la cui esposizione è stata prolungata di una settimana.
A.Vi.