Merate: la Costituzione nata sulle montagne “partigiane” nella festa di Liberazione
Una Costituzione che si è plasmata sulle montagne, come diceva Calamandrei, dove partigiani e resistenti invisibili hanno combattuto e lavorato per la Libertà del Paese.



Lo hanno ricordato sia don Mauro Malighetti nel corso della sua omelia che Marisa Bandini di Anpi nella sua riflessione declamata in piazza degli Eroi, durante la celebrazione per la festa di Liberazione.



E lo ha ricordato lo stesso sindaco Mattia Salvioni parlando di coloro che, nel silenzio, hanno lavorato per costruire una democrazia salda e duratura: uomini, donne, operai, contadini, intellettuali. Tutti uniti dal desiderio di scacciare l'oppressore e dare un futuro di libertà.
Una libertà che deve andare di pari passo con la Pace, valore oggi in discussione in tante parti del mondo e per la quale si è speso sino all'ultimo respiro lo stesso Pontefice, come ricordato in diversi momenti nel corso della cerimonia di oggi.
Complice il ponte, la partecipazione alla manifestazione odierna, accompagnata dall'immancabile corpo musicale che regala sempre tante emozioni con le sue note e scorta dagli infaticabili alpini, è stata meno partecipata rispetto alle precedenti edizioni, ma non per questo meno sentita. Completamente assente la rappresentanza delle scuole e del corpo docente.
Nell'atrio del municipio resta visitabile la mostra sulle donne della Resistenza, che con il loro sacrificio e i loro atti di coraggio hanno lavorato nel nostro territorio per fare la loro parte per il bene supremo.



Lo hanno ricordato sia don Mauro Malighetti nel corso della sua omelia che Marisa Bandini di Anpi nella sua riflessione declamata in piazza degli Eroi, durante la celebrazione per la festa di Liberazione.

Don Mauro Malighetti

Marisa Bandini di ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia)

Il sindaco Mattia Salvioni
E lo ha ricordato lo stesso sindaco Mattia Salvioni parlando di coloro che, nel silenzio, hanno lavorato per costruire una democrazia salda e duratura: uomini, donne, operai, contadini, intellettuali. Tutti uniti dal desiderio di scacciare l'oppressore e dare un futuro di libertà.
Una libertà che deve andare di pari passo con la Pace, valore oggi in discussione in tante parti del mondo e per la quale si è speso sino all'ultimo respiro lo stesso Pontefice, come ricordato in diversi momenti nel corso della cerimonia di oggi.
Complice il ponte, la partecipazione alla manifestazione odierna, accompagnata dall'immancabile corpo musicale che regala sempre tante emozioni con le sue note e scorta dagli infaticabili alpini, è stata meno partecipata rispetto alle precedenti edizioni, ma non per questo meno sentita. Completamente assente la rappresentanza delle scuole e del corpo docente.
Nell'atrio del municipio resta visitabile la mostra sulle donne della Resistenza, che con il loro sacrificio e i loro atti di coraggio hanno lavorato nel nostro territorio per fare la loro parte per il bene supremo.
L'INTERVENTO DI MARISA BANDINI
25 aprile 2025 a Merate vi ringrazio per essere qui celebrare
Porto i saluti dell'Anpi provinciale e vi ringrazio per essere qui a celebrare I'80° anniversario della Liberazione dell'Italia dal nazifascismo a commemorare i caduti per la libertà.
La memoria della Resistenza assume qui a Merate un particolare valore perché oltre a figure importanti come il partigiano Gino Prinetti, ci sono state tante donne che, con la loro opera, troppo spesso dimenticata e sottovalutata, hanno contribuito alla fine della dittatura fascista per dar vita alla democrazia di cui ancor oggi godiamo.
Le donne sono state le protagoniste della "Resistenza diffusa" quelle che hanno tenuto i collegamenti fra le formazioni partigiane, hanno nascosto e si sono prese cura dei ricercati, hanno sorretto la società mentre gli uomini erano chiamati in guerra e tanto altro ancora.
Anche qui nel nostro territorio possiamo trovare donne che si sono impegnate, non sono state indifferenti e a tal proposito invito tutti a visionare la mostra “La storia siamo anche noi" che potete trovare in municipio e che racconta di donne del lecchese.
Troverete la scheda di Giovanna Valtolina nata a Novate frazione di Merate che fu arrestata per aver partecipato agli scioperi del 1944 e per questo internata a Mauthausen e fortunatamente tornata. Furono ancora le donne che nel 1948 si mobilitarono per !a pace: consegnarono all'ONU 3 milioni di firme per chiedere il disarmo delle nazioni dell'Europa e scongiurare altre guerre future.
Per I'Anpi, celebrare il 25 aprile è sì occasione di memoria ma anche e soprattutto un momento del presente, un momento in cui cerchiamo, tra i valori della Resistenza, la bussola che ci indichi la strada in un mondo complesso e difficile.
Quei valori, incardinati nella Costituzione nata dalla Resistenza, sono:
- la democrazia, come sistema politico
- i diritti sociali, come garanzia di una vita dignitosa
⁃ la libertà e la pace, come patrimonio individuale e collettivo
Assieme al dovere della memoria, rendere concreti questi valori è lmodo migliore per onorare la Resistenza ei caduti per la libertà.
1. La democrazia moderna, che è stata una conquista della Resistenza italiana ed europea, si fonda su tre pilastri: la partecipazione popolare alle scelte, il dialogo e la trasparenza nelle decisioni, l'equilibrio tra i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario. Oggi questo modello è in difficoltà:
in un mondo tecnologizzato che corre sempre più velocemente, tempi della democrazia sembrano obsoleti e si diffonde fascino per metodi che privilegiano il potere esecutivo a scapito della partecipazione; le istituzioni preposte al controllo e alla trasparenza come la magistratura e la libera informazione, vengono considerate un ostacolo al potere esecutivo, che tende a limitarne l'autonomia, cosi come viene sempre più marginalizzato il ruolo del Parlamento; anche Paesi fino ad oggi democratici disprezzano il dialogo e adottano metodi impositivi, fondati sulla forza economico-militare. Siamo quindi di fronte a una sfida inedita: innovare le istituzioni democratiche senza snaturarle; migliorare, anche con le tecnologie, i processi decisionali senza limitare la partecipazione e il controllo; tenere sempre presente che i diritti politici e sociali valgono di più di ogni efficientismo.
2. La democrazia italiana riconosce esplicitamente i diritti sociali: nel nostro Paese lavoro, istruzione e salute sono diritti costituzionali.
Nella Costituzione all'art. 1 leggiamo che "L'Italia è una Repubblica fondata su/ lavoro"in quanto il lavoro è funzionale "al progresso materiale e spirituale della società". All'art. 3 leggiamo che libertà e uguaglianza possono essere ottenuti solo rimuovendo "gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono “lo sviluppo della persona umana e la piena partecipazione"
I principi sono chiarissimi; il dovere di tutti è collaborare ad attuarli.
L'articolo 36 afferma che ogni lavoratore ha diritto a una "retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa". Purtroppo per molti non è così, nell'Italia del lavoro povero e spesso a tempo determinato, delle retribuzioni troppo scarse e delle morti bianche.
L'art. 37 sancisce che a parità di lavoro le "donne hanno diritto alla stessa retribuzione degli uomini". Una norma che viene disattesa quotidianamente
La nostra Costituzione, nata "sulle montagne" come disse Pietro Calamandrei, è frutto dell'incontro tra diverse culture politiche che concordarono su un principio: non esiste vera libertà senza giustizia sociale. Far si che questo principio diventi regola dell'Italia e dell'Europa è uno dei nostri compiti odierni.
3. Ma la più grande sfida di questi tempi difficili è la pace. Oggi la guerra, che non è mai stata assente nel mondo, è in Europa e ai suoi confini, a causa dell'aggressione armata della Russia contro I'Ucraina e dell' attacco compiuto da Hamas il 7 ottobre 2023, Cuj Israele sta dando una risposta che va molto al di là del diritto alla difesa e sta colpendo in modo gravissimo la popolazione civile palestinese, anche tramite azioni che la Corte Penale internazionale ha qualificato come crimini di guerra.
La condanna della guerra richiede un forte impegno per la pace. La pace come valore etico e come diritto dei popoli è un pilastro della nostra Costituzione che, all"articolo 11, dice: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".
E' lo stesso principio reclamato dai sopravvissuti del lager di Mauthausen Quegli uomini, che provenivano da molti paesi europei, diffusero un appello intitolato: "Aiutateci a costruire il mondo degli uomini liberi" dove chiesero all'Europa e al mondo di: "...percorrere una strada comune: quella della pace e della ibertà per tutti i popoli e del rispetto reciproco nella grande opera di costruzione di un mondo nuovo, libero, giusto per tutti. (...)"
Noi ci uniamo all'art. 11 della Costituzione eall' appello dei sopravvissuti di Mauthausen per chiedere che si cambi finalmente strada, perché quasi 110 milioni di morti - in grandissima parte civili che le due guerre mọndiali e altre guerre del Novecento hanno provocato, sono un tributo più che sufficiente alla logica sbagliata di regolare le questioni politiche con la forza e con le armi. "Se Vuoj la pace prepara la guerra” dicevano romani antichi e la presunta - saggezza di questo motto ci ha regalato due millenni di guerre. Noi diciamo invece, con Papa Francesco, "se vưoi la pace prepara la pace", con le trattative, il dialogo, la mediazione.
E' questa la strada da seguire, non quella di aumentare le spese militari, di tornare alla divisione del mondo in campi contrapposti, di impiegare per gli strumenti di morte risorse che devono invece servire a rendere meno precario il lavoro, a salvaguardare l'ambiente, a promuovere la salute, a rafforzare l'istruzione.
La Resistenza e la Costituzione ci parlano di una democrazia fondata sulla cittadinanza attiva, sui diritti sociali, sulla pace tra popoli. Andiamo in Europa e nel Mondo con la nostra Costituzione, con l'articolo 3, con l'articolo 11 e chiediamo che diventino il fondamento di un'Europa capace di realizzare gli ideali per cui hanno combattuto partigiani in Italia e in altri Paesi europei. -
E' così che oggi possiamo onorare la nostra Liberazione dal fascismo e offrire al mondo la parte migliore della nostra storia civile.
W il 25 aprile, W l'Italia
S.V.