Vita da specializzando/5: 'il Mandic? Più attivo di quel che immaginassi'. Parola del dottor Straniero, futuro neurologo

Dopo le prime quattro puntate ambientate, nei mesi scorsi, tra le corsie del Manzoni di Lecco, la nostra mini-rubrica (ora non più così mini) “Vita da specializzando” si trasferisce all'ospedale Mandic di Merate, per proseguire, di branca in branca della medicina, a narrare la professione con gli occhi di giovani dottori che, dopo aver tanto studiato ed aver conquistato il “titolo”, si trovano a indossare concretamente il camice bianco per chiudere il cerchio “formandosi” - nel ramo prescelto – direttamente sul campo, al fianco dei colleghi strutturati. 

“E' nato per questo lavoro”. Il Primario Lorenzo Lo Russo ne è sicuro, una convinzione, la sua, maturata seguendolo nei pochi mesi dal suo arrivo al Mandic, il primo ospedale dove, per vicinanza rispetto a casa, ha scelto di avviare il suo percorso da specializzando.
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Lorenzo Lo Russo e Francesco Straniero

Francesco Straniero, oggionese, 27 anni compiuti giusto oggi, venerdì 25 aprile, evidentemente ha la stoffa per diventare un bravo neurologo e dal 4 novembre – giorno del suo ingresso nel Reparto – lo ha già dimostrato. “E' già il più abile con la nuova cartella elettronica” scherza – ma non troppo – il Direttore, riconoscendo al giovane collega delle skills in più, complice il fattore anagrafico, nell'assorbire novità tecnico-burocratiche che, per chi ha qualche primavera in più sulle spalle, vanno a scardinare anni e anni di “si è fatto sempre così”.

E pensare che la parte “amministrativa”, all'arrivo in Struttura, era apparsa a Francesco come una limitazione, non sapendo chiaramente dove metter mano. In generale, racconta, “nei primi mesi mi sentivo inutile, non all'altezza. Guardavo. Ora è già diverso”.

“In realtà – lo corregge Lo Russo – per come è fatto aveva solo paura di inserirsi nel gruppo, le capacità non gli mancano”. Non per niente, in poco tempo, ha già avuto la possibilità di eseguire 11 rachicentesi (la così detta puntura lombare, per il prelievo del liquido).

La passione la molla che ha portato il dottor Straniero – laureato alla Bicocca - a scegliere la scuola di specializzazione in Neurologia. Passione per una branca della medicina che ha un lato misterioso e che ancora oggi – spiega, con Lo Russo che conferma – lascia spazio alla ricerca. “La parte cognitiva, poi, è quella che ci caratterizza di più” aggiunge ancora l'oggionese, a motivazione di una decisione frutto anche del caso (e dunque dall'aver scelto come argomento di tesi al termine del percorso di studi l'uso della telemedicina applicato al Parkinson) come pure del voler approcciare una specialità in espansione, “che unisce bene la parte emergenziale a quella ambulatoriale”.

Dieci i mesi che, complessivamente, trascorrerà al Mandic, “un ospedale più attivo di quello che mi aspettavo, almeno per la Neurologia, sia per gli ambulatori che per il reparto. 18 letti totali non sono pochi”, ammette il giovane medico, nipote dell'ex consigliere regionale Raffaele Straniero come pure di Renzo anima di Spatacus Events. “Anche a livello strumentale non siamo messi male: possiamo vantare una dotazione tecnologica abbastanza all'avanguardia” tiene a sottolineare il Primario, evidenziando come ospitare in Struttura specializzandi al primo anno permetta di forgiarli dalle basi, insegnando loro la gestione globale del paziente, sia cronico che acuto. “Da noi frequentano tutti gli ambulatori, anche quelli di secondo livello: una possibilità in più per orientarsi poi per il futuro”.
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Francesco parrebbe avere però già le idee chiare, vedendosi neurologo orientato sullo studio e il trattamento del Parkinson, patologia che in qualche modo lo lega anche alla sorella, ricercatrice proprio in tale ambito. A Merate, in tale campo, un “faro” non gli manca, potendo affiancare il dottor Antonio Tetto, figura di riferimento per il territorio per questo morbo e in generale per le malattie neurodegenerative, come la dottoressa Anna Formenti.

In generale, il Reparto, riconosce il Direttore, gode di uno staff compatto e cementato nel tempo, “con capacità di dialogo e confronto”. Aperto tra l'altro agli “scambi” con l'estero, organizzando call con professionisti che operano in realtà internazionali, per una visione più ampia possibile sulla professione. E non sorprende dunque che la specializzanda che lo scorso anno era presente in Reparto – la prima approdata dopo lungo tempo al Mandic – abbia avuto la possibilità di presentare un caso clinico ad un convegno a Helsinki. Anche il dottor Straniero è già al lavoro anche in questo senso. Voglia di fare e entusiasmo non gli mancano.

Continua/6
A.M.
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