Il coraggio delle proprie idee

Una domanda e una curiosità: chi si cela dietro al sostantivo “un cittadino” o a due semplici consonanti? O a “un meratese doc”, e così via firmandosi?
La curiosità mi attanaglia, proprio così, perché dietro a questi leoni da tastiera manca proprio il coraggio di firmarsi per intero, diciamo così; di metterci la faccia…la loro, perché quella degli altri la individuano con solerzia in alcune foto postate su questa testata, catalogando e classificando, quasi come fossero estremisti impossessatisi dell’atrio del Comune, i “pochi partecipanti” all’inaugurazione di una mostra itinerante che racconta la storia, e sottolineo, la nostra storia, di donne del territorio lecchese, e sottolineo, del nostro territorio lecchese, che hanno scelto di mettere a repentaglio la propria vita per contribuire a ridare la libertà a un popolo stremato da anni di dittatura e guerra. Questa mostra l’hanno vista prima di noi, in altre occasioni, anche studenti di diverse fasce d’età, senza porsi il problema di quanti fossero i presenti, se 15 o 50 o 100. Spiace che degli adulti si limitino a fare la conta e soprattutto a segnalare l’orientamento politico dei presenti anziché soffermarsi sull’importanza del contenuto storico della mostra.
Guardando le foto esposte, si vedono i visi di giovani donne, di madri, di figlie, di sorelle di questa terra, che ci ricordano cos’è il coraggio.
Orsù, un po’ di coraggio. Libertà vuol dire esprimere le proprie idee senza coercizione anche firmandosi per intero…però.
Gloria Uggeri
Solo una precisazione, spesso i riferimenti ci sono ma per ragioni di lavoro, vicinato, scuola ci viene chiesto l'anonimato.
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