La vergogna di questo Israele
Non ci sono più parole per descrivere lo strazio e lo sterminio che l'esercito israeliano sta compiendo nei confronti del popolo palestinese e soprattutto di donne e bambini indifesi.
Più volte mi ero, come molti altri, già espresso sulle atrocità di questa perdurante situazione rispetto alla quale purtroppo ci si sente impotenti, magari limitandoci ad inviare aiuti per quelle popolazioni come del resto anche per altre analoghe tragiche ed inumane realtà che purtroppo registriamo in questo sempre più martoriato pianeta.
Ma su una cosa, noi cristiani per primi, non possiamo non interrogarci e cioè il diritto-dovere della denuncia di specialissime situazioni come questa che non solo negano il diritto ad una degna esistenza ma addirittura rischiano di legittimare l'uso sfrontato e prepotente della forza di chi in sostanza si fa beffe del Diritto.
Se il prepotente detta legge, peraltro con arroganza e impunità, che futuro potremo mai aspettarci?
“Ipocriti, razza di vipere, voi …” così Gesù di Nazareth si rivolgeva a scribi e farisei del suo tempo, ma siamo sicuri che Lui non ci inviterebbe a fare altrettanto nei confronti degli operatori di iniquità che guidano attualmente Israele?
Sulla necessità e ineludibilità della denuncia dell'ingiustizia rimando a questo interessante scritto del card. Ravasi https://www.famigliacristiana.it/blogpost/le-invettive-di-gesu-serpenti-razza-di-vipere.aspx di cui riporto qui solo un significativo stralcio: “Ebbene, la dimensione etica di questo atteggiamento di Cristo è da individuare nella distinzione tra ira e sdegno. L’ira, la collera, la rabbia furiosa costituiscono uno dei sette vizi capitali, denominato appunto “ira”, vizio pericoloso e deleterio che sconfina nell’aggressione dell’altro e nell’odio. Lo sdegno è, invece, lo schierarsi appassionato contro l’ingiustizia, il male, l’ipocrisia, ed è una virtù.”.
Certo, rapportando tutto ciò all'oggi, occorrerebbe più che mai ricordare la terribile strage del 7 ottobre perpetrata da Hamas (che sarebbe però somma ingiustizia identificare con l'intero popolo palestinese) e soprattutto saper distinguere la leadership israeliana (e purtroppo quella che sembrerebbe apparire la volontà della maggioranza) dall'intero suo popolo come apparentemente gran parte del circo mediatico sembrerebbe misconoscere.
L'ultimo esempio di questa colpevole asimmetrica “narrazione” mediatica, fatta anche da reportage che sembrano voler subdolamente equiparare lanci di missili su Israele, di fatto neutralizzati e con qualche ferito ( di solito messe sempre all'inizio dei servizi), con varie decine di vittime giornaliere a Gaza, è la sottaciuta protesta di ben 8000 riservisti israeliani ( con molti altri casi di dissociazione critica dall'azione dell'omicida governo Netanyahu e la sua cricca) citata solo da tg 2000 https://www.tv2000.it/tg2000/(dal 3' 40” e in part. Al 5' 30”) ed invece ridotta nei numeri dal Tg3 https://www.rainews.it/notiziari/tg3/video/2025/04/Tg3-ore-1900-del-11042025-5b89b331-3655-4047-a3b3-eff2267e78ee.html e completamente ignorata dall'equivalente Tg de “La7” https://youtube.com/watch?v=WCuAudwTE8U&si=-dM7mzc_HhhqVBlt
Del resto e a riprova di questa asimmetria che attraversa gran parte del mondo politico e mediatico è il diverso modo di esprimere e dare risalto alle più che giuste esecrazioni sempre pronte nei confronti delle inumane atrocità di Putin rispetto ad una mai analoga ed esplicita condanna nei confronti di Netanyahu.
Tutto questo e quant'altro non può non costituire soprattutto per noi cristiani ( o tentativi, come me, di esserlo) motivo di aperta e responsabile denuncia soprattutto delle sproporzionate, reiterate e pianificate atrocità perpetrate da Israele, alla faccia di quanto ignobilmente fatto subire agli Ebrei nella Shoah, da ricordare sempre.
A tal riguardo, e non certamente solo a mio parere, occorrerebbe cercare di liberarsi da un mal interpretato senso di “terzietà” e di non compromissione di fronte al cinismo e all'Ingiustizia, da qualsiasi parte venga perpetrata, o anche rimeditare su quel concetto secondo cui “tutto è legittimo ma non tutto è opportuno” di fronte, appunto, a palesi ingiustizie.
E anche il pur possibile rischio di esporsi a strumentalizzazioni partigiane e quindi di dividersi minando l'unità non solo dei credenti, in sé valore d'importanza primaria, potrebbe o meglio dovrebbe essere perlomeno commisurato al servizio o meglio al dovere della ricerca del Giusto e del Vero.
Così anche il pur plausibile dubbio della serie “Se non credono alle denunce di un Papa così profetico come Francesco a cosa potrebbero servire altre analoghe e soprattutto esplicite denunce? https://www.youtube.com/watch?v=dDidkQj1zFA si potrebbe ben rispondere “Innanzitutto per non lasciar solo il Papa e pochi altri coraggiosi testimoni, compresi i dissidenti in Israele” ma anche “Solo emarginando ogni possibile alibi e forme varie di inerzia, impotenza e delega che la cultura dell'individualismo potrà ad ogni livello lasciare gradualmente il posto a quella che San Paolo VI aveva profeticamente definito come la Civiltà dell'Amore caratterizzata da una vera e comune ricerca della Giustizia e della Pace”. E ciò riguarda ogni donna o uomo al di là di differenze di qualsiasi genere.
Più volte mi ero, come molti altri, già espresso sulle atrocità di questa perdurante situazione rispetto alla quale purtroppo ci si sente impotenti, magari limitandoci ad inviare aiuti per quelle popolazioni come del resto anche per altre analoghe tragiche ed inumane realtà che purtroppo registriamo in questo sempre più martoriato pianeta.
Ma su una cosa, noi cristiani per primi, non possiamo non interrogarci e cioè il diritto-dovere della denuncia di specialissime situazioni come questa che non solo negano il diritto ad una degna esistenza ma addirittura rischiano di legittimare l'uso sfrontato e prepotente della forza di chi in sostanza si fa beffe del Diritto.
Se il prepotente detta legge, peraltro con arroganza e impunità, che futuro potremo mai aspettarci?
“Ipocriti, razza di vipere, voi …” così Gesù di Nazareth si rivolgeva a scribi e farisei del suo tempo, ma siamo sicuri che Lui non ci inviterebbe a fare altrettanto nei confronti degli operatori di iniquità che guidano attualmente Israele?
Sulla necessità e ineludibilità della denuncia dell'ingiustizia rimando a questo interessante scritto del card. Ravasi https://www.famigliacristiana.it/blogpost/le-invettive-di-gesu-serpenti-razza-di-vipere.aspx di cui riporto qui solo un significativo stralcio: “Ebbene, la dimensione etica di questo atteggiamento di Cristo è da individuare nella distinzione tra ira e sdegno. L’ira, la collera, la rabbia furiosa costituiscono uno dei sette vizi capitali, denominato appunto “ira”, vizio pericoloso e deleterio che sconfina nell’aggressione dell’altro e nell’odio. Lo sdegno è, invece, lo schierarsi appassionato contro l’ingiustizia, il male, l’ipocrisia, ed è una virtù.”.
Certo, rapportando tutto ciò all'oggi, occorrerebbe più che mai ricordare la terribile strage del 7 ottobre perpetrata da Hamas (che sarebbe però somma ingiustizia identificare con l'intero popolo palestinese) e soprattutto saper distinguere la leadership israeliana (e purtroppo quella che sembrerebbe apparire la volontà della maggioranza) dall'intero suo popolo come apparentemente gran parte del circo mediatico sembrerebbe misconoscere.
L'ultimo esempio di questa colpevole asimmetrica “narrazione” mediatica, fatta anche da reportage che sembrano voler subdolamente equiparare lanci di missili su Israele, di fatto neutralizzati e con qualche ferito ( di solito messe sempre all'inizio dei servizi), con varie decine di vittime giornaliere a Gaza, è la sottaciuta protesta di ben 8000 riservisti israeliani ( con molti altri casi di dissociazione critica dall'azione dell'omicida governo Netanyahu e la sua cricca) citata solo da tg 2000 https://www.tv2000.it/tg2000/(dal 3' 40” e in part. Al 5' 30”) ed invece ridotta nei numeri dal Tg3 https://www.rainews.it/notiziari/tg3/video/2025/04/Tg3-ore-1900-del-11042025-5b89b331-3655-4047-a3b3-eff2267e78ee.html e completamente ignorata dall'equivalente Tg de “La7” https://youtube.com/watch?v=WCuAudwTE8U&si=-dM7mzc_HhhqVBlt
Del resto e a riprova di questa asimmetria che attraversa gran parte del mondo politico e mediatico è il diverso modo di esprimere e dare risalto alle più che giuste esecrazioni sempre pronte nei confronti delle inumane atrocità di Putin rispetto ad una mai analoga ed esplicita condanna nei confronti di Netanyahu.
Tutto questo e quant'altro non può non costituire soprattutto per noi cristiani ( o tentativi, come me, di esserlo) motivo di aperta e responsabile denuncia soprattutto delle sproporzionate, reiterate e pianificate atrocità perpetrate da Israele, alla faccia di quanto ignobilmente fatto subire agli Ebrei nella Shoah, da ricordare sempre.
A tal riguardo, e non certamente solo a mio parere, occorrerebbe cercare di liberarsi da un mal interpretato senso di “terzietà” e di non compromissione di fronte al cinismo e all'Ingiustizia, da qualsiasi parte venga perpetrata, o anche rimeditare su quel concetto secondo cui “tutto è legittimo ma non tutto è opportuno” di fronte, appunto, a palesi ingiustizie.
E anche il pur possibile rischio di esporsi a strumentalizzazioni partigiane e quindi di dividersi minando l'unità non solo dei credenti, in sé valore d'importanza primaria, potrebbe o meglio dovrebbe essere perlomeno commisurato al servizio o meglio al dovere della ricerca del Giusto e del Vero.
Così anche il pur plausibile dubbio della serie “Se non credono alle denunce di un Papa così profetico come Francesco a cosa potrebbero servire altre analoghe e soprattutto esplicite denunce? https://www.youtube.com/watch?v=dDidkQj1zFA si potrebbe ben rispondere “Innanzitutto per non lasciar solo il Papa e pochi altri coraggiosi testimoni, compresi i dissidenti in Israele” ma anche “Solo emarginando ogni possibile alibi e forme varie di inerzia, impotenza e delega che la cultura dell'individualismo potrà ad ogni livello lasciare gradualmente il posto a quella che San Paolo VI aveva profeticamente definito come la Civiltà dell'Amore caratterizzata da una vera e comune ricerca della Giustizia e della Pace”. E ciò riguarda ogni donna o uomo al di là di differenze di qualsiasi genere.
Germano Bosisio