Perchè Silea non risponde?
Abbiamo letto con piacere sui media locali che a Silea, la società interamente ed esclusivamente partecipata dai Comuni della Provincia di Lecco che gestisce il servizio dei rifiuti, è stato assegnato il premio “Legalità e Profitto” https://www.merateonline.it/notizie/145629/silea-riceve-in-senato-il-premio-quot-legalit-a-e-profitto-quot per le sue ottime performance economiche ed eco-sostenibili oltre che “sociali”.
Quello che però stupisce per una società “pubblica” che fa della comunicazione trasparente nei confronti dei propri Cittadini- utenti una delle sue più dichiarate caratteristiche è che, almeno apparentemente, non sembra a volte voler rispondere ad osservazioni e domande “scomode”poste pubblicamente da alcuni cittadini, tra cui anche il sottoscritto, su vari siti locali. https://www.merateonline.it/notizie/144936/perch-e-silea-risponde-solo-ad-alcune-domande
Mi rifaccio in particolare a questo articolo di Paolo Trezzi e specificatamente alla questione da lui evidenziata riguardo l'entità del reale “recupero” dei materiali rispetto alla quota dichiarata di raccolta Differenziata (78 %) prodotta anche dall'apprezzabile introduzione del “sacco rosso”.
https://www.leccoonline.com/notizie/87808/c-e-una-differenza-nella-differenziata
Come lui sottolineava su altri siti, e anch'io sottoscrivo, “sarebbe interessante e correttamente trasparente sapere il dato preciso, reale, dopo, non prima, dopo, il processo di spostamento e recupero”.
Non so di quali informazioni Trezzi disponga e gli facciano ritenere che l'effettivo recupero di materia possa essere così diverso da quello differenziato nel sacco viola ma sembrerebbe perlomeno doveroso che Silea ne fornisca i dati reali, vista anche la sua declamata sensibilità ambientale. Quantomeno perché sembrerebbe puro buon senso approfondire, se fosse confermato il considerevole “riporto” da Seruso al Forno Inceneritore di parte del contenuto del “sacco viola”, come si potrebbe attuare un maggior recupero effettivo di materiali sia da parte dei cittadini “alla fonte” che dei metodi di recupero stesso in Seruso.
Considerazioni e domande ovviamente e costruttivamente orientate a produrre un ulteriore miglioramento in termini non solo di raccolta differenziata ma di un reale “recupero/riciclo” quantitativo e qualitativo dei materiali che già apprezzabilmente viene operato in Seruso.
In aggiunta e sempre con spirito costruttivo mi permetto di evidenziare quello che era stato prospettato come un vero e proprio incentivo, almeno potenziale, al corretto uso del sacco rosso e cioè un risparmio economico per i cittadini virtuosi ( o relativi Comuni) anche in ragione del codice identificativo posto sui sacchi.
Si ipotizzava un metodo premiante che, grazie a tale “personalizzazione” e relativa strumentazione affidata agli operatori ecologici, quantificasse il peso della quota contenuta nel sacco rosso o tuttalpiù consentisse di quantificare il numero dei sacchi rossi.
Che fine hanno fatto queste pur assai fondate ipotesi migliorative?
In tanti rimaniamo in attesa di pertinenti e tempestive risposte che possano peraltro evitare fastidiose e infondate illazioni che stanno circolando da tempo e cioè che non ci sia un vero interesse a migliorare più di tanto l'efficacia della raccolta differenziata e relativo effettivo recupero dei materiali perché, si sussurra, il forno inceneritore di Valmadrera gestito da Silea “ha sempre fame di rifiuti”.
Anche su quest'ultimo pur importante elemento, vista la delicatezza delle emissioni sia in termini di salute pubblica che del loro effetto climalterante non si è mai avuta, ad esempio, una documentata quantificazione dell'equivalente numero di alberi che sarebbe necessario piantare per compensare le emissioni di CO2. Si parlerebbe di centinaia di migliaia o addirittura di milioni di alberi corrispondenti alle emissioni annuali del forno? Sarebbe assai interessante avere quindi un quadro reale dell'effetto impattante in modo che l'opinione pubblica possa farsene un'idea più oggettiva e così anche vigilare sull'effettivo rispetto dei termini del previsto spegnimento dell'inceneritore (alias termovalorizzatore) sottoscritto in passato dall'Assemblea dei Comuni.
Forse mi è sfuggito qualcosa ma, a maggior ragione, occorrerebbe anche sapere come Silea si stia preparando a spegnerlo entro l'anno 2032 ( e, possibilmente quanto ragionevolmente, prima).
Ringraziando e in attesa
Quello che però stupisce per una società “pubblica” che fa della comunicazione trasparente nei confronti dei propri Cittadini- utenti una delle sue più dichiarate caratteristiche è che, almeno apparentemente, non sembra a volte voler rispondere ad osservazioni e domande “scomode”poste pubblicamente da alcuni cittadini, tra cui anche il sottoscritto, su vari siti locali. https://www.merateonline.it/notizie/144936/perch-e-silea-risponde-solo-ad-alcune-domande
Mi rifaccio in particolare a questo articolo di Paolo Trezzi e specificatamente alla questione da lui evidenziata riguardo l'entità del reale “recupero” dei materiali rispetto alla quota dichiarata di raccolta Differenziata (78 %) prodotta anche dall'apprezzabile introduzione del “sacco rosso”.
https://www.leccoonline.com/notizie/87808/c-e-una-differenza-nella-differenziata
Come lui sottolineava su altri siti, e anch'io sottoscrivo, “sarebbe interessante e correttamente trasparente sapere il dato preciso, reale, dopo, non prima, dopo, il processo di spostamento e recupero”.
Non so di quali informazioni Trezzi disponga e gli facciano ritenere che l'effettivo recupero di materia possa essere così diverso da quello differenziato nel sacco viola ma sembrerebbe perlomeno doveroso che Silea ne fornisca i dati reali, vista anche la sua declamata sensibilità ambientale. Quantomeno perché sembrerebbe puro buon senso approfondire, se fosse confermato il considerevole “riporto” da Seruso al Forno Inceneritore di parte del contenuto del “sacco viola”, come si potrebbe attuare un maggior recupero effettivo di materiali sia da parte dei cittadini “alla fonte” che dei metodi di recupero stesso in Seruso.
Considerazioni e domande ovviamente e costruttivamente orientate a produrre un ulteriore miglioramento in termini non solo di raccolta differenziata ma di un reale “recupero/riciclo” quantitativo e qualitativo dei materiali che già apprezzabilmente viene operato in Seruso.
In aggiunta e sempre con spirito costruttivo mi permetto di evidenziare quello che era stato prospettato come un vero e proprio incentivo, almeno potenziale, al corretto uso del sacco rosso e cioè un risparmio economico per i cittadini virtuosi ( o relativi Comuni) anche in ragione del codice identificativo posto sui sacchi.
Si ipotizzava un metodo premiante che, grazie a tale “personalizzazione” e relativa strumentazione affidata agli operatori ecologici, quantificasse il peso della quota contenuta nel sacco rosso o tuttalpiù consentisse di quantificare il numero dei sacchi rossi.
Che fine hanno fatto queste pur assai fondate ipotesi migliorative?
In tanti rimaniamo in attesa di pertinenti e tempestive risposte che possano peraltro evitare fastidiose e infondate illazioni che stanno circolando da tempo e cioè che non ci sia un vero interesse a migliorare più di tanto l'efficacia della raccolta differenziata e relativo effettivo recupero dei materiali perché, si sussurra, il forno inceneritore di Valmadrera gestito da Silea “ha sempre fame di rifiuti”.
Anche su quest'ultimo pur importante elemento, vista la delicatezza delle emissioni sia in termini di salute pubblica che del loro effetto climalterante non si è mai avuta, ad esempio, una documentata quantificazione dell'equivalente numero di alberi che sarebbe necessario piantare per compensare le emissioni di CO2. Si parlerebbe di centinaia di migliaia o addirittura di milioni di alberi corrispondenti alle emissioni annuali del forno? Sarebbe assai interessante avere quindi un quadro reale dell'effetto impattante in modo che l'opinione pubblica possa farsene un'idea più oggettiva e così anche vigilare sull'effettivo rispetto dei termini del previsto spegnimento dell'inceneritore (alias termovalorizzatore) sottoscritto in passato dall'Assemblea dei Comuni.
Forse mi è sfuggito qualcosa ma, a maggior ragione, occorrerebbe anche sapere come Silea si stia preparando a spegnerlo entro l'anno 2032 ( e, possibilmente quanto ragionevolmente, prima).
Ringraziando e in attesa
Germano Bosisio