Revoca della cittadinanza: motivazioni di una scelta

Fulvio Magni
La decisione di revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini espressa dal Consiglio Comunale di Santa Maria Hoè, su proposta di ANPI Brianza Meratese, non può configurarsi in una "cancellazione della storia" bensì nella cancellazione di una vergogna rimasta negli archivi dei comuni per 101 anni.
Vuole essere inoltre un risarcimento anche se tardivo a tutti coloro che hanno lottato e vinto per sradicare il putrefatto bubbone del fascismo, permettendo agli italiani, tutti di vivere in un contesto di libertà, in occasione del ottantesimo anniversario della Liberazione non poteva mancare tale iniziativa.
Il Consiglio Comunale di Santa Maria Hoè deliberò il 21 maggio del 1924 il conferimento della cittadinanza onoraria al dittatore con motivazioni grottesche che non cito per decenza, questo atto di servilismo riguardò tutti i Comuni del Regno.
Il 1924 fu uno degli anni più bui del ventennio, ad aprile si svolsero le elezioni sporcate da un clima di violenza e omicidi, gli oppositori furono carcerati e inviati al confine di polizia,a giugno ci fu il rapimento e assassinio del Deputato Socialista Giacomo Matteotti, dopo una breve crisi, il regime riprese forza sino alla catastrofe.
A causa di disinteresse e pericoloso benaltrismo un centinaio di Comuni, (nel lecchese tutti) hanno ancora questa vergogna negli archivi.
Mi auguro che questo atto di coraggio del Consiglio Comunale di Santa Maria funga da esempio per le altre amministrazioni.
Vuole essere inoltre un risarcimento anche se tardivo a tutti coloro che hanno lottato e vinto per sradicare il putrefatto bubbone del fascismo, permettendo agli italiani, tutti di vivere in un contesto di libertà, in occasione del ottantesimo anniversario della Liberazione non poteva mancare tale iniziativa.
Il Consiglio Comunale di Santa Maria Hoè deliberò il 21 maggio del 1924 il conferimento della cittadinanza onoraria al dittatore con motivazioni grottesche che non cito per decenza, questo atto di servilismo riguardò tutti i Comuni del Regno.
Il 1924 fu uno degli anni più bui del ventennio, ad aprile si svolsero le elezioni sporcate da un clima di violenza e omicidi, gli oppositori furono carcerati e inviati al confine di polizia,a giugno ci fu il rapimento e assassinio del Deputato Socialista Giacomo Matteotti, dopo una breve crisi, il regime riprese forza sino alla catastrofe.
A causa di disinteresse e pericoloso benaltrismo un centinaio di Comuni, (nel lecchese tutti) hanno ancora questa vergogna negli archivi.
Mi auguro che questo atto di coraggio del Consiglio Comunale di Santa Maria funga da esempio per le altre amministrazioni.
Fulvio Magni Esponente Direttivo ANPI Brianza Meratese