Il potere dei politici locali

Ci sono un idraulico, un elettricista e un meccanico che vogliono misurare la distanza tra Cernusco e Lomagna. Facciamo finta che il primo misura in pollici, il secondo a spanne e il terzo a braccia. Ovviamente le misure sono diverse ma i due paesi non si sono spostati. Il denaro per definizione è l'unità di misura degli scambi, se comprate 10 grammi di oro in euro o dollari avrete sempre in tasca 10 grammi. Se ancora non avete recepito questo assioma è solo un problema concettuale. Quello che invece è avvenuto dal 1997 ad oggi è l'accentramento dei poteri nelle mani degli amministratori locali. Con tutte le semplificazioni amministrative che si sono susseguite siamo arrivati che i sindaci possono staccare assegni senza bando, in alcuni casi assegnare alloggi e beni comunali a babbo morto, nella totale legalità. Le province pagano prezzi decuplicati ad aziende che fanno poco, e i presidenti di regione possono persino usare soldi pubblici per commissionare lavori alle proprie aziende. È così in tutta Italia. È questa distorsione del sistema che ha prodotto il continuo e costante aumento delle tasse. I nostri amministratori sono estrattori di risorse pubbliche che mantengono interessi privati. Quindi aumentano le tasse, tagliano i servizi, commissionano progetti strambi per le piazze, comprano finti autovelox e telecamere senza guardie, si fanno i filmini a spese nostre e mandano in giro gente a vedere se arrivano onde radio dallo spazio. Tutto legale, e pure senza folle inferocite mentre il pane sale male di prezzo e la gente compra sempre meno medicine. Il nostro modello istituzionale, questa specie di federalismo sovranista, è antisociale, antipatriottico e ha costi crescenti. Viene più facile dire che abbiamo nemici a Francoforte o Bruxelles piuttosto che certificare che il nostro paese è mal organizzato e le nostre autorità accrescono il divario sociale per mestiere. Oppure vi piaceva quando i bancari investivano in aziende fittizie e facevano sparire i milioni perché tanto c'era la garanzia dello stato... a spese di tutti.
Mario Sirio
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