Da Montevecchia a Roma per il Giubileo
Un gruppo di 27 parrocchiani di Montevecchia è stato in pellegrinaggio a Roma per il giubileo. Il viaggio è stato voluto e organizzato dal parroco don Fabio Biancaniello, che nello scorso fine settimana ha accompagnato la comitiva della sua comunità.

Venerdì 14 marzo, i fedeli montevecchini hanno lasciato il colle in autobus, che li ha portati alla stazione di Milano. Da lì in treno fino alla capitale. Nel primo pomeriggio hanno incontrato l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, alla chiesa di san Carlo al Corso. Un momento partecipato da circa 3 mila persone della diocesi di Milano, divisi in due gruppi per scambiare un saluto con l’arcivescovo.

La trasferta ha avuto come secondo momento saliente la messa celebrata sabato mattina, 15 marzo, da Delpini nella basilica di San Paolo fuori le Mura, la più grande tra quelle romane dopo San Pietro in Vaticano. La basilica ostiense è una delle porte sante, aperta nello scorso 5 gennaio. Prima della funzione religiosa, il gruppo di Montevecchia si è raccolto in preghiera davanti al sepolcro di San Paolo. Poi ha seguito l’ingresso con la preghiera davanti all’acqua benedetta, ha proseguito con la recita del padre nostro, secondo le intenzioni del papa, e poi del credo apostolico.

Con il pellegrinaggio a una porta santa, i fedeli possono chiedere l’indulgenza giubilare se entro una settimana ricevono il sacramento della confessione e della comunione, come alcuni della parrocchia di Montevecchia hanno fatto già in quella stessa giornata.
Nel pomeriggio di sabato la comitiva ha vissuto un po’ la città, con una passeggiata attraverso i Fori imperiali e il Colosseo. Grazie ad una guida messa a disposizione dall’agenzia viaggi, originario di Legnano e che abita però a Roma, il gruppo brianzolo ha potuto conoscere alcuni dei santuari meno conosciuti, come la basilica di Sant’Andrea delle Fratte e quella di Santa Maria al pozzo, dove sono stati recitati i vespri pomeridiani.
L’esperienza è proseguita domenica, la seconda della quaresima, con la messa delle ore 10.30 in piazza San Pietro, la cui omelia è stata affidata a mons. Delpini. Poi il pranzo in una trattoria per assaggiare i piatti della cucina tipica romana.

I fedeli non hanno potuto vedere papa Francesco, come avevano pensato al momento in cui avevano iniziato ad organizzare il viaggio. Ormai da oltre un mese ricoverato al Gemelli per una polmonite bilaterale, non era ormai neppure ipotizzabile la dimissione del pontefice dall’ospedale. “Abbiamo sentito il santo padre vicino a noi lo stesso perché ci siamo sentiti uniti con la preghiera” racconta uno dei partecipanti, Ezio Dell’Orto. “È stato un pellegrinaggio spirituale, con la recita delle lodi alle 6 del mattino, i vespri nelle chiese romane e poi la preghiera in conclusione della giornata in albergo. Si è creato così un clima molto famigliare e abbiamo sperimentato quello che è il senso del giubileo: lasciare una vita alle spalle e accingersi ad una nuova”.
Il gruppo di Montevecchia in quei giorni ha incrociate altre comitive da Lomagna [clicca QUI], Missaglia e Muggiò. “Abbiamo avuto l’impressione di fare giubileo insieme a persone della stessa diocesi. È stata un’esperienza molto positiva, tanto che durante il viaggio di ritorno è stato già proposto di organizzare prossimamente un altro pellegrinaggio spirituale” conclude il montevecchino.
Alle 16.30 il rientro in treno, con arrivo in stazione a Milano intorno alle 20. Quindi l’autobus per tornare a casa.

Venerdì 14 marzo, i fedeli montevecchini hanno lasciato il colle in autobus, che li ha portati alla stazione di Milano. Da lì in treno fino alla capitale. Nel primo pomeriggio hanno incontrato l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, alla chiesa di san Carlo al Corso. Un momento partecipato da circa 3 mila persone della diocesi di Milano, divisi in due gruppi per scambiare un saluto con l’arcivescovo.

La trasferta ha avuto come secondo momento saliente la messa celebrata sabato mattina, 15 marzo, da Delpini nella basilica di San Paolo fuori le Mura, la più grande tra quelle romane dopo San Pietro in Vaticano. La basilica ostiense è una delle porte sante, aperta nello scorso 5 gennaio. Prima della funzione religiosa, il gruppo di Montevecchia si è raccolto in preghiera davanti al sepolcro di San Paolo. Poi ha seguito l’ingresso con la preghiera davanti all’acqua benedetta, ha proseguito con la recita del padre nostro, secondo le intenzioni del papa, e poi del credo apostolico.

Con il pellegrinaggio a una porta santa, i fedeli possono chiedere l’indulgenza giubilare se entro una settimana ricevono il sacramento della confessione e della comunione, come alcuni della parrocchia di Montevecchia hanno fatto già in quella stessa giornata.
Nel pomeriggio di sabato la comitiva ha vissuto un po’ la città, con una passeggiata attraverso i Fori imperiali e il Colosseo. Grazie ad una guida messa a disposizione dall’agenzia viaggi, originario di Legnano e che abita però a Roma, il gruppo brianzolo ha potuto conoscere alcuni dei santuari meno conosciuti, come la basilica di Sant’Andrea delle Fratte e quella di Santa Maria al pozzo, dove sono stati recitati i vespri pomeridiani.
L’esperienza è proseguita domenica, la seconda della quaresima, con la messa delle ore 10.30 in piazza San Pietro, la cui omelia è stata affidata a mons. Delpini. Poi il pranzo in una trattoria per assaggiare i piatti della cucina tipica romana.

I fedeli non hanno potuto vedere papa Francesco, come avevano pensato al momento in cui avevano iniziato ad organizzare il viaggio. Ormai da oltre un mese ricoverato al Gemelli per una polmonite bilaterale, non era ormai neppure ipotizzabile la dimissione del pontefice dall’ospedale. “Abbiamo sentito il santo padre vicino a noi lo stesso perché ci siamo sentiti uniti con la preghiera” racconta uno dei partecipanti, Ezio Dell’Orto. “È stato un pellegrinaggio spirituale, con la recita delle lodi alle 6 del mattino, i vespri nelle chiese romane e poi la preghiera in conclusione della giornata in albergo. Si è creato così un clima molto famigliare e abbiamo sperimentato quello che è il senso del giubileo: lasciare una vita alle spalle e accingersi ad una nuova”.
Il gruppo di Montevecchia in quei giorni ha incrociate altre comitive da Lomagna [clicca QUI], Missaglia e Muggiò. “Abbiamo avuto l’impressione di fare giubileo insieme a persone della stessa diocesi. È stata un’esperienza molto positiva, tanto che durante il viaggio di ritorno è stato già proposto di organizzare prossimamente un altro pellegrinaggio spirituale” conclude il montevecchino.
Alle 16.30 il rientro in treno, con arrivo in stazione a Milano intorno alle 20. Quindi l’autobus per tornare a casa.
M.P.