Bullismo, il bullo e tutti noi
Ho letto attentamente quanto riportato sulla vicenda del bullismo che ha coinvolto due bambini delle elementari ed i vari interventi dei lettori. Trovo ovviamente condivisibili sia le più che giustificate dimostrazioni di sostegno per il bimbo bullizzato che la convizione che il colpevole debba essere punito. Due cose mi hanno lasciata però perplessa. Da un lato, nella quasi totalità dei casi l'attenzione di tutti si è fermata a manifestazioni di solidarietà per il bimbo che ha subito lo “scherzo” e a pretese di punizione esemplare per il colpevole (con qualche virata verso l'inadeguatezza dell'intervento della scuola), ma nessuno ha pensato di parlare della responsabilità di altri soggetti: i compagni di classe, le numerose figure adulte che a scuola lavorano e i numerosi genitori della classe. Assurdo pensare di poter educare con una punizione esemplare (mandarlo via, così impara lui e diamo l'esempio agli altri) e non capire che anche il comportamento di tutti quelli che stanno attorno a chi sbaglia e commette gesti lesivi verso altri ha un peso determinante sul suo agire, a maggior ragione se parliamo di bambini. Dall'altro, l'idea che esce dai numerosi commenti letti, secondo cui la punizione esemplare -l'espulsione da scuola di un bambino di 8/9 anni- sia la risposta adeguata e sufficiente a “risolvere” il problema. Al limite, una risposta simile il problema lo sposta, perchè un bimbo di 8 anni lasciato a casa da scuola fino a settembre prossimo (perchè l'espulsione è questo) più che comprendere, può forse sviluppare odio per la scuola, con tutte le conseguenze che si potrebbero agevolmente immaginare per gli anni a venire. Personalmente credo che la risposta della scuola sarebbe dovuta essere molto più articolata e avrebbe dovuto coinvolgere anche altri: scuola, bullo, bullizzato, compagni di classe e genitori. Un intervento deciso e diretto, “cattivo”, se vogliamo, in classe subito dopo il fatto, per far uscire il nome del responsabile, da mettere davanti a tutti durante una ramanzina seria, tanto per far provare sulla sua pelle le conseguenze del proprio agire, che quando viene portato alla luce del sole non é più così divertente neppure per il colpevole (la vergogna e l'umiliazione di essere sotto gli occhi di tutti, al centro della scena, come é successo al destinatario del suo scherzo), e una ramanzina alla classe, che ha assistito divertita, senza difendere il compagno debole, senza distaccarsi da chi stava facendo del male, senza avere il coraggio di denunciare un'ingiustizia. Poi, certo, due o tre di giorni di sospensione, per dare un segnale forte, abbinati ad un compito da svolgere in quei giorni proprio sul tema del bullismo (qualcosa su cui riflettere e, per esempio, dover mettere su carta come un tema, un disegno...via libera alla fantasia e alle competenze dei docenti), lavoro da presentare poi in classe al rientro, in uno spazio di riflessione da fare insieme ai compagni, per far ragionare tutti insieme i bambini in prima persona sull'accaduto, per prendere consapevolezza dell'importanza del comportamento di ciascuno. E parallelamente, credo che sarebbe stato il caso di organizzare un incontro tra i genitori dei due bambini, per mostrare chiaramente che la scuola si sta dando da fare, non si nasconde e non minimizza. Questo sarebbe stato importante per più motivi: per i genitori del bimbo leso, perchè avrebbe fatto sentire loro che il figlio era accolto e tutelato, che a scuola era al sicuro; per i genitori del responsabile, per far loro comprendere l'importanza di quanto fatto dal figlio a scuola, perchè a volte vedere sul volto dell'altro cosa ha vissuto per un gesto che magari si è sottovalutato, conta e cambia le cose; per provare a trovare tutti insieme -scuola e genitori di ambo le parti- una linea comune da tenere con i bambini, per confermare e ribadire a casa il lavoro fatto a scuola, cosa fondamentale per avere credibilità davanti ai bambini (un po' la versione “in grande” dei genitori che, quando sgridano il figlio, lo fanno insieme, anziché darsi contro l'un l'altro con comportamenti contrastanti). Anche un momento di incontro tra tutti i genitori della classe non sarebbe stato una brutta cosa, perchè quel singolo gesto non è stato sicuramente isolato, pur se è sicuramente stato quello più eclatante; né i rapporti tra i bambini della classe possono essere stati poi tanto diversi in altro contesto (per esempio, alle feste di compleanno...): e allora, probabilmente, quella scarsa attenzione che ha mostrato la scuola, lasciando correre troppo spesso davanti a piccoli gesti, è simile a quella mostrata da tanti altri. Certo, si tratta di un lavoro ben più lungo e faticoso ed impegnativo, che non dà la risposta immediata che soddisfa quel senso di vendetta che sorge spontaneo davanti ad un sopruso (anche se una sospensione di un paio di giorni - per quanto non paragonabile all'espulsione - non è certo poca cosa, a 8/9 anni), ma potrebbe dare a molti gli strumenti per capire, per riflettere e cambiare e, magari, anche rimediare. Cosa che, a mio avviso, vale ben più di una semplice punizione.
Cristina