Punire e rieducare
Punire e rieducare
Egregio direttore, generalmente lascio cadere la cosa, perchè vorrei creare un dibattito, non polemizzare. Ma si trattava di una risposta al suo editoriale che NON spende una parola per la vittima. Essendo stato, ai tempi della mia gioventù, dalla parte dei bullizzati e non dei bulli, contro cui ho combattuto a lungo, entravo in un discorso che non era legato al fatto di attribuire torti (al bullo) e ragioni (al bullizzato, è certo e tutta la mia solidarietà al bambino e alla famiglia), ma che aveva come unico criterio di porre una domanda sul fatto che, nei confronti di un bambino di 8 - 9 anni, certamente colpevole di fatti gravi, ma pur sempre bambino, l'intervento fosse indirizzato a punire e reprimere. Poi, se vuole (lei come altri dei suoi lettori) farmi passare per inutile buonista, padronissimo. Però spero che qualcuno, invece, possa fare un ragionamento più ampio, proprio perchè coinvolge tanti bambini, sia la vittima (bullizzato) da tutelare, sia il bullo - e i suoi sostenitori - da punire, ma anche da rieducare. Perchè considerare perso e criminale ormai incallito un bambino di 8-9 anni è il fallimento completo di qualunque sistema educativo. Peraltro, non sto inventando nulla. Il sistema di mediazione a livello scolastico (fino alle scuole superiori), che non prevede sanzioni in sé, ma prevede un intervento di natura completamente diversa, esiste in Giappone. E il Giappone, con una popolazione che è il doppio della nostra (con una popolazione sotto i 18 anni però simile alla nostra) presenta anche un tasso di criminalità minorile che è circa la metà del nostro. Forse qualcosa vorrà pur dire.
Egregio direttore, generalmente lascio cadere la cosa, perchè vorrei creare un dibattito, non polemizzare. Ma si trattava di una risposta al suo editoriale che NON spende una parola per la vittima. Essendo stato, ai tempi della mia gioventù, dalla parte dei bullizzati e non dei bulli, contro cui ho combattuto a lungo, entravo in un discorso che non era legato al fatto di attribuire torti (al bullo) e ragioni (al bullizzato, è certo e tutta la mia solidarietà al bambino e alla famiglia), ma che aveva come unico criterio di porre una domanda sul fatto che, nei confronti di un bambino di 8 - 9 anni, certamente colpevole di fatti gravi, ma pur sempre bambino, l'intervento fosse indirizzato a punire e reprimere. Poi, se vuole (lei come altri dei suoi lettori) farmi passare per inutile buonista, padronissimo. Però spero che qualcuno, invece, possa fare un ragionamento più ampio, proprio perchè coinvolge tanti bambini, sia la vittima (bullizzato) da tutelare, sia il bullo - e i suoi sostenitori - da punire, ma anche da rieducare. Perchè considerare perso e criminale ormai incallito un bambino di 8-9 anni è il fallimento completo di qualunque sistema educativo. Peraltro, non sto inventando nulla. Il sistema di mediazione a livello scolastico (fino alle scuole superiori), che non prevede sanzioni in sé, ma prevede un intervento di natura completamente diversa, esiste in Giappone. E il Giappone, con una popolazione che è il doppio della nostra (con una popolazione sotto i 18 anni però simile alla nostra) presenta anche un tasso di criminalità minorile che è circa la metà del nostro. Forse qualcosa vorrà pur dire.
Carlo Gibertini
E la punizione secondo Lei in che cosa dovrebbe consistere? Nel frattempo, salvo ripensamenti e mediazioni, pare che sarà il bullizzato a cambiare scuola. Un bel risultato davvero per il " . . .sistema di mediazione a livello scolastico che non prevede sanzioni in sé ma un intervento di natura completamente diversa . . .". Ma non si sa quale a meno di andare in Giappone.
