Accadeva 40 anni fa/47 gennaio 1985: il grande freddo su tutta la Brianza. Due assalti alle gioiellerie. Foto d’epoca

I primi giorni di gennaio 1985 passeranno alla storia come tra i più freddi degli ultimi trent’anni. La grande nevicata, i primi giorni dell’anno, si era scatenata al sud mentre qui al nord il sole splendeva ma con temperature glaciali. Se a Bormio il termometro aveva fatto segnare – 32° nel meratese e nel casatese la colonnina era scesa fino a – 10°. Fontane, lago, stagno e torrenti apparivano coperti da lastre di ghiaccio.
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Oltre cinquanta contatori dell’acqua fuori uso per il troppo freddo nei primissimi giorni del nuovo anno e molte famiglie residenti nei comuni del consorzio meratese erano rimaste senz’acqua. Ma il freddo intenso è solo l’antipasto di quello che succederà dal giorno 13 al giorno 17.
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I meteorologi l’avevano previsto: dopo il gelo arriverà la neve appena le temperature risaliranno. E difatti domenica 13 gennaio, al pomeriggio i primi fiocchi iniziano a cadere sulla Brianza sud-orientale. Dapprima piccoli fiocchi semi ghiacciati poi a falde sempre più larghe. La neve col passare delle ore copre tutto il paesaggio. E continua a cadere anche il 14 e il 15. Una nevicata eccezionale. Poi di nuovo il gelo. Meratese-casatese – 10° di giorno; Pian dei Resinelli – 14°; Casargo – 16°; Alpe Giumello – 24°. Il record nel lecchese, montagne escluse, però, non è stato battuto: a Lecco nel febbraio del 1929 il termometro era sceso a – 17°. Ben 700 contatori dell’acqua “saltati” a Merate-Cernusco-Montevecchia. Qualche ora senz’acqua anche a Santa Maria Hoé e nel casatese a causa di un blocco dell’impianto del Consorzio Brianteo a Castello Brianza. Scuole chiuse per una settimana a Merate per un guasto all’impianto di riscaldamento, chiuse anche a Monticello e gli asili di Novate e Calco. Gran lavoro anche alla Camuzzi gazometri per i problemi alle caldaie. Ghiacciato il lago di Sartirana con uno spessore di 30 cm che induce qualche sciagurato a corrervi sopra con bici, motorini e monopattini. A tratti ghiacciato anche il torrente Molgora. Il capitolo dei danni è lunghissimi. Oltre 80 cm. di neve – non succedeva dal 1947 – hanno provocato il crollo dei tetti di una decina di capannoni, e poi alberi caduti, auto fuori strada, pensiline e lampioni divelti. Oltre un centinaio gli interventi dei pompieri di piazzetta San Bartolomeo per aprire passaggi ostruiti, liberare auto, rimuovere tronchi. Il danno stimato nel meratese è di dieci miliardi di lire.
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Il 19 gennaio attorno alle 23 gli abitanti di via Monsignor Colombo e dintorni vengono svegliati da colpi di arma da fuoco. Un commando di sette persone a bordo di quattro vetture, due Fiat 500, una Citroen e una Bmw giungono nella strada che conduce all’istituto Villoresi. Scendono dalle auto e si avvicinano all’abitazione del padre del titolare di una importante gioielleria di piazza Vittoria. L’uomo, 61 anni, sente i rumori e si affaccia alla finestra impugnando una “357 magnum”. Capisce che cosa sta succedendo, spara un colpo in aria a scopo di avvertimento. Ma il commando risponde al fuoco con una mitraglietta calibro 9 e un fucile a pompa. Ne nasce una violenta sparatoria. Anche l’aggredito risponde abbassando la mira mentre la moglie chiama il 113. Forse, vista svanita la sorpresa, i banditi risalgono in macchina e fuggono qualche minuto prima dell’arrivo dei carabinieri di Merate. Sull’asfalto restano decine di bossolo cal. 9 e cal.12. E resta il mistero di questa operazione, la terza ai danni della medesima gioielleria.

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Qualche giorno prima, il 13, nonostante la quasi impraticabilità delle strade, attorno alle 18.30 un commando armato fa irruzione in una gioielleria di Paderno D’Adda. Prima era entrato un giovanotto ben vestito per scegliere un bracciale d’argento. Poi altri due mentre il primo teneva aperta la “bussola”. Cinquanta milioni il bottino della rapina. Secondo i testimoni richiamati in strada da colpi di pistola sparati in aria a scopo intimidatorio, il commando era composto da quattro persone, tutte a viso scoperto, di cui una donna.
 
Qualche foto di quarant’anni fa
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Al teatro Manzoni di Merate si svolge la prima delle quattro assemblee organizzate dall’Unione Artigiani di Lecco e dintorni per discutere degli adempimenti del decreto legge Visentini.
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Antonio Castagna e Amedeo Bonfanti

La cronaca sportiva dell’epoca si sofferma su due bomber del calcio girone H seconda categoria, Antonio Castagna capocannoniere di Oggiono e Amedeo Bonfanti, secondo capocannoniere un filo dietro Castagna. 
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Nella palestra Turati la sezione atletica di Merate presieduta da Andrea Colombo ha presentato il volumetto di 105 pagine “L’atletica Merate 1984”, realizzato da Paolo Vilella della se. Atletica dell’A.S. Merate.
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Oltre 300 concorrenti hanno partecipato il 13 gennaio alla gara di ginnastica artistica femminile presso la palestra delle scuole medie di Moscoro a Cernusco.
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Dal Bronx al meratese, arriva la febbre della break dance. A diffonderla sono quattro ragazzi, i “breakers in love” che, a dispetto del nome sono tutti del posto: Fabrizio di Merate, Moreno di Olgiate, Roberto di Paderno e Daniele di Cernusco. 
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Il 19 gennaio il Moto club Imbersago si incontra al Lido per festeggiare la stagione appena conclusa e preparare la successiva. 
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Gli atleti dell’Usc Tino Ausenda di Brivio posano per la tradizionale foto ricordo. 
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Ciclismo, gli atleti dell’Alba Robbiate posano con il presidente Brambilla e ricordano il “presidentissimo” Ambrogio Cereda scomparso proprio nel corso della stagione appena conclusa.

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