Osnago: regolamento delle antenne e mozione in CC

Dopo l'esposizione del sindaco dei dati sulla criminalità e sicurezza del paese, a prendere la parola è stato l'assessore Ernesto Sirtori per illustrare brevemente una ratifica alla variazione di bilancio di 
3.466 euro per il bando “Fiumi Sicuri”, che andrà a finanziare interventi di pulizia del torrente Molgora nei pressi di via Olivetti. La Provincia ha contribuito con circa 3.100 euro, il restante 10% della spesa è stata finanziata dal Comune.
A seguito della richiesta del Comune, del 9 luglio scorso, di modifica allo statuto comunale per permettere il conferimento di deleghe ai consiglieri, oltre che agli assessori, la Prefettura ha segnalato alcuni articoli obsoleti da eliminare o modificare dal documento. L'articolo 13 ora detta che, come per tutti i comuni fino ai 10.000 abitanti, la Giunta deve essere costituita da un massimo di 4 assessori. Abrogati gli articoli 21, per la disciplina del direttore generale, prevista per gli enti sopra i 5.000 abitanti, e il 50 sul difensore civico, al quale i comuni possono appoggiarsi a livello provinciale, come fa Osnago nella figura dell'avvocata Claudia Petta. 
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È stata quindi recepita l'ultima normativa, la numero 95 del 4 luglio 2024, al regolamento degli impianti di telefonia mobile, che indica che per il piano Italia 5g “la localizzazione degli impianti è disposta anche in deroga ai regolamenti comunali”, un dispositivo che liberalizza sempre di più la collocazione di nuove antenne. La minoranza ha espresso votazione contraria e ha risposto alla delibera con una mozione per richiedere la compartecipazione economica a Lario Reti Holding per le spese derivanti indirettamente dalla presenza di antenne di telefonia mobile sulla torre dell'acquedotto. “La società incassa affitti annui da questi impianti e dunque si chiede la copertura parziale delle spese indirettamente causate e che rientrano a carico dell'Amministrazione”.
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Lario Reti ha dato risposta, specificando che l'acquedotto, di proprietà privata della società, ospita due contratti di locazione che prevedono un canone annuo di 7.500 euro e 10.000 euro. “Il Comune spende soldi, non per la presenza delle antenne, ma perché lo Stato non ci permette di fare altrimenti per ragionare con gli operatori di settore rispetto alla stabilizzazione degli impianti di telefonia” ha chiarito il sindaco, indicando come il privato possa disporre liberamente del serbatoio di accumulo, essendone proprietario e che la richiesta della minoranza risulti dunque illogica, perché altrimenti bisognerebbe andare da tutti i privati a richiedere asset ogni qual volta i loro interventi coinvolgono il Comune. “Siamo fortunati che Lario Reti abbia dato disponibilità su un impianto che si trova lontano dalle abitazioni e che fornisce segnali stabili” ha concluso Rocca, dichiarando la maggioranza contraria alla mozione.
I.Bi.
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