Scolaro bullizzato, ma la scuola fatica a rispondere

L'ultimo episodio, il più grave, ha lasciato strascichi pesanti sull'equilibrio e la stabilità emotiva del bambino, che ora manifesta disagio e insicurezza nel frequentare la scuola. 
Alcuni dei “compagni”, infatti, hanno ricoperto la sua sedia di colla senza che lui se ne accorgesse e quando si è seduto e poi rialzato, ci si può ben immaginare cosa sia successo e il conseguente stato d'animo del bimbo che si è trovato i pantaloni sporchi e appiccicosi. Accortasi del fatto l'insegnante presente in aula ha avvisato la vicaria e di conseguenza la dirigente scolastica.
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Quando la mamma del piccolo si è recata a ritirarlo al termine delle lezioni, è stata avvicinata dalle docenti che le hanno spiegato l'accaduto e la “ramanzina” fatta in classe. Tutto poi è finito lì.
Ma si tratta dell'ultimo di una serie di episodi che vedono oggetto di scherno e di isolamento un bambino, giunto a metà del suo percorso scolastico in un plesso della primaria del comprensivo di Merate e ora in difficoltà a proseguire con serenità.
“Mio figlio non ha mai avuto problemi i primi anni in questo plesso” ha raccontato la mamma “poi a un certo punto mi sono accorta che quando si trovava al parchetto, al termine delle lezioni veniva isolato dai compagni. Tutto accadeva all'arrivo di un ragazzo della classe, sempre lo stesso, che trascina gli altri: il gruppo si formava attorno a lui e mio figlio rimaneva solo. Non ci ho dato subito peso perchè il mio bambino è riservato e tranquillo, non esuberante. Ma poi mi sono accorta che la situazione stava degenerando e che l'atteggiamento di distacco era sempre più marcato: anche quando lo accompagnavo a scuola, i compagni prendevano le distanze. Ho esposto i fatti alle insegnanti che mi hanno confermato la percezione che avevo. Fino all'episodio dei pantaloni. 
A quel punto ho chiamato diverse volte la scuola e finalmente dopo circa un mese dall'accaduto ho  avuto il colloquio con vicaria e insegnanti.
Queste ultime non hanno quasi mai parlato se non per dire il lavoro fatto a livello di classe. A interloquire era solo la vicaria che ha concluso dicendo di non portarlo più ai giochi perché era lì che c'era il problema, a scuola era tutto tranquillo! Per lei cambiare scuola era sottinteso. Sono rimasta senza parole: il problema era diventato mio figlio e non quanto stava subendo. Finora ho sempre contattato telefonicamente la segreteria per avere un colloquio con la dirigente ma nonostante la gravità non ha convocato un' assemblea con tutti i genitori ne avvisare il rappresentante di classe”.
Cercata telefonicamente e poi via mail la dirigenza della scuola non ha ancora dato alcun riscontro. Lo spazio resta quindi a disposizione per eventuali chiarimenti o precisazioni.
S.V.
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