Sicurezza farlocca e di facciata. Donne e non solo

Ora il reato di femminicidio. Deciso dal governo comminando anche l’ergastolo per i rei. Reato cugino dell’omicidio stradale e di tutti quei reati e illeciti che, per farvi fronte, si comminano pene maggiori. Mai e poi mai alla radice dei problemi, solo interventi sugli effetti.
Nello specifico, vediamo già il prossimo omicida maschio che si ferma dall'uccidere una donna nell’ambito di un loro rapporto solo perché, mentre sta vibrando una coltellata o sciogliendo un topicida nella gassosa, gli viene in mente “urka, potrei prendere l’ergastolo, è meglio che non l’ammazzi”. Neanche nel mondo dei fumetti, pur se, prima fra tutte la ministra della Famiglia, ci sciorina una serie di concetti e parole a significare che un grande passo è stato fatto riconoscendo che, siccome son più gli uomini che ammazzano (più o meno passionalmente) le donne e non viceversa, ora col nuovo reato è stato fatto un grande passo avanti… forse per chi crede che la pena debba essere vendetta e, appagato questo desiderio, “abacadabra” i maschi smetteranno di essere omicidi.
E, pur se talvolta questi vendicatori hanno messo in dubbio la pena dell’ergastolo perché “il fine pena mai” non è consono ai principi costituzionali che la pena debba essere rieducativa e non punitiva, per l’occasione hanno messo da parte i principi e… vai con il carcere a vita (come quelli che dicono di essere contrari alla pena di morte, ma però…).

Quando si ammazza volontariamente una persona, che lo si faccia delicatamente o spietatamente, che lo si faccia per passione (abbiamo cancellato quell’obbrobrio che era il delitto d’onore) o per denaro non cambia nulla. Una persona è stata uccisa, e siccome le persone non vanno uccise perché si ritiene che lo meritino (motivo per cui abbiamo cancellato dai nostri codici la pena di morte), l’assassino va perseguito coi rigori di una legge che dovrebbe sempre ri-educarlo e non punirlo, altrimenti, senza tante ipocrisie, lo si ammazza subito e buona notte.

Questi sono ragionamenti che, nello specifico, dovrebbero portare a valutare i motivi economici e sociali su cui intervenire per evitare questi assassinii. Ma si preferisce non farlo perché non hanno un effetto “vendetta” e “urlato”.

Sarebbe stato molto meglio che, chi dice di operare per la riduzione del maschilismo, lo avesse fatto stanziando fondi e intraprendendo iniziative perché la parte femminile dell’umanità non continui ad essere di serie B, in famiglia, sul lavoro, nella società.
Vincenzo Donvito Maxia, presidente Aduc
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