Michela Vittoria Brambilla a processo per l'Iva non versata. Il PM chiede il proscioglimento
L'avvocato Mario Zanchetti ha chiesto il non doversi procedere nei confronti della propria assistita - la deputata, attivista ed imprenditrice Michela Vittoria Brambilla - finita a processo in Tribunale a Lecco per omessi versamenti di IVA (sulle annualità 2016 e 2017), nel suo ruolo di presunta amministratrice della Prime Group spa con sede legale a Brivio, azienda operante nel settore alimentare, in particolare nella commercializzazione di salmone e di altri prodotti ittici.
Una vicenda giudiziaria, resa pubblica di recente dalla trasmissione televisiva Report, legata ad un'indagine della Guardia di Finanza.
Stamani, al cospetto del giudice in ruolo monocratico Martina Beggio, il difensore di fiducia della parlamentare lecchese - sintetizzando il contenuto di una memoria già agli atti - ha ribadito la richiesta di non luogo a procedere nei confronti della propria assistita in quanto il debito tributario contestato nel capo di imputazione (pari a 1.644.737 euro) sarebbe già stato versato nelle casse dell'erario nell'ambito di un accordo di ristrutturazione e di una transazione fiscale che avrebbe di fatto consentito di corrispondere una cifra anche superiore rispetto a quella contestata, tenendo conto degli interessi nel frattempo maturati e delle sanzioni.
''Il versamento dell'IVA è già avvenuto: per noi il reato è estinto'' ha detto l'avvocato Zanchetti del Foro di Milano sul finire della propria arringa, snocciolando tutti i passaggi che avrebbero consentito alla Prime Group spa, di saldare il proprio debito prima dell'apertura dell'istruttoria dibattimentale.
Una posizione alla quale si è associato anche l'avvocato Roberto Zingari, difensore di Salvatore Frustaci; analoghe le contestazioni mosse nei confronti dell'amministratore delegato della società a partire dal 2018, quando appunto - secondo l'impianto accusatorio della Procura di Lecco - non sarebbe stata versata all'erario, l'IVA dovuta, relativamente alle annualità precedenti.
Conclusi gli interventi dei due difensori, a prendere la parola è stato il pubblico ministero Pasquale Esposito che già lo scorso anno, nell'udienza preliminare al cospetto del giudice Nora Lisa Passoni, aveva chiesto il non doversi procedere a fronte del pagamento del debito contestato alla Prime Group, tramite l'accordo di ristrutturazione e la transazione fiscale, già citati dai difensori dei due imputati. In quella sede però, nel prosciogliere Michela Vittoria Brambilla e il collaboratore dalle altre contestazioni a loro carico, il GUP aveva chiesto il rinvio a giudizio dei due unicamente per l'omesso versamento dell'IVA relativa al 2016 e 2017, con il fascicolo oggi approdato sulla scrivania del giudice in ruolo monocratico Martina Beggio.
Il PM ha dunque chiesto il non luogo a procedere per l'intervenuta estinzione del debito tributario, alla luce appunto dell'accordo raggiunto con il fisco.

C'è attesa ora per la decisione del giudice, calendarizzata ad aprile. Riservatasi sul punto in questione, la dottoressa Beggio nell'udienza odierna ha invece rigettato la richiesta di Report di poter videoregistrare il processo, ritenendo che il carattere già pubblico dello stesso, garantisca la più ampia partecipazione, consentendo a cittadini e a giornalisti di assistere alle udienze e di darne conto, esercitando il proprio legittimo diritto di cronaca. Richiesta peraltro alla quale si erano opposti i due difensori; l'avvocato Zanchetti in particolare, ha ritenuto ''diffamatoria'' l'attività della trasmissione in onda ogni domenica su Rai3, nei confronti della quale ha svelato di aver già depositato una querela alla Procura di Milano per conto della propria assistita. ''Non c'è alcuna esigenza di pubblico interesse'' ha affermato il difensore dell'ex ministro. Dichiarazioni alle quali si è associato il collega Zingari, mentre il pubblico ministero Esposito sul punto si era rimesso, non avendo alcuna osservazione rispetto all'eventuale presenza delle telecamere in aula.
Una vicenda giudiziaria, resa pubblica di recente dalla trasmissione televisiva Report, legata ad un'indagine della Guardia di Finanza.

''Il versamento dell'IVA è già avvenuto: per noi il reato è estinto'' ha detto l'avvocato Zanchetti del Foro di Milano sul finire della propria arringa, snocciolando tutti i passaggi che avrebbero consentito alla Prime Group spa, di saldare il proprio debito prima dell'apertura dell'istruttoria dibattimentale.
Una posizione alla quale si è associato anche l'avvocato Roberto Zingari, difensore di Salvatore Frustaci; analoghe le contestazioni mosse nei confronti dell'amministratore delegato della società a partire dal 2018, quando appunto - secondo l'impianto accusatorio della Procura di Lecco - non sarebbe stata versata all'erario, l'IVA dovuta, relativamente alle annualità precedenti.
Conclusi gli interventi dei due difensori, a prendere la parola è stato il pubblico ministero Pasquale Esposito che già lo scorso anno, nell'udienza preliminare al cospetto del giudice Nora Lisa Passoni, aveva chiesto il non doversi procedere a fronte del pagamento del debito contestato alla Prime Group, tramite l'accordo di ristrutturazione e la transazione fiscale, già citati dai difensori dei due imputati. In quella sede però, nel prosciogliere Michela Vittoria Brambilla e il collaboratore dalle altre contestazioni a loro carico, il GUP aveva chiesto il rinvio a giudizio dei due unicamente per l'omesso versamento dell'IVA relativa al 2016 e 2017, con il fascicolo oggi approdato sulla scrivania del giudice in ruolo monocratico Martina Beggio.
Il PM ha dunque chiesto il non luogo a procedere per l'intervenuta estinzione del debito tributario, alla luce appunto dell'accordo raggiunto con il fisco.

C'è attesa ora per la decisione del giudice, calendarizzata ad aprile. Riservatasi sul punto in questione, la dottoressa Beggio nell'udienza odierna ha invece rigettato la richiesta di Report di poter videoregistrare il processo, ritenendo che il carattere già pubblico dello stesso, garantisca la più ampia partecipazione, consentendo a cittadini e a giornalisti di assistere alle udienze e di darne conto, esercitando il proprio legittimo diritto di cronaca. Richiesta peraltro alla quale si erano opposti i due difensori; l'avvocato Zanchetti in particolare, ha ritenuto ''diffamatoria'' l'attività della trasmissione in onda ogni domenica su Rai3, nei confronti della quale ha svelato di aver già depositato una querela alla Procura di Milano per conto della propria assistita. ''Non c'è alcuna esigenza di pubblico interesse'' ha affermato il difensore dell'ex ministro. Dichiarazioni alle quali si è associato il collega Zingari, mentre il pubblico ministero Esposito sul punto si era rimesso, non avendo alcuna osservazione rispetto all'eventuale presenza delle telecamere in aula.
