Risposta a un lettore sulla vicenda di Italcementi

Gentile sig Emilio,
La ringraziamo per la sua lettera che ci dà modo di chiarire ulteriormente la questione “Italcementi” e la nostra posizione rispetto ad essa.
Siamo perfettamente consapevoli che ciò che Italcementi ha chiesto e ottenuto è una sostituzione termica parziale del petcoke con CSS (Combustibile Solido Secondario derivato da rifiuti) e non già di un aumento di produzione: le perplessità che abbiamo espresso e portato alle numerose conferenze dei servizi che si sono succedute dal 2014 riguardano proprio questo.
E’ assolutamente indiscutibile che la combustione di qualsiasi materiale (e in particolare del pet coke) produce inquinamento e dunque un inevitabile danno alla salute.
E’ inoltre accertato che l’introduzione di CSS come combustibile alternativo ai derivati del petrolio, come il pet coke,
comporta una riduzione dei gas climalteranti (CO e CO2) di circa il 10 %.
E’ però altrettanto certo che tale sostituzione (CSS al posto di pet coke) provoca un aumento di ossidi di azoto (Nox),
particolato (PM 10,2.5 ), metalli pesanti ( quali arsenico, cadmio e nichel) e soprattutto di inquinanti organici persistenti:
PCB (policlorobifenili) e PCDD-F (diossine e furani).
Questo si evince dai dati forniti dalla stessa Italcementi e pubblicati nello studio dell’Università di Tor Vergata nella seguente tabella.  
TabellaNostraAria.jpg (146 KB)
Le nostre preoccupazioni si accentrano sui metalli pesanti (Arsenico, Cadmio e Nichel) ritenuti CARCINOGENI dallo IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) .
Ancora di più ci preoccupano però gli inquinanti organici persistenti ovvero PCB (policlorobifenili ) e PCDD-f (diossine e furani). Sono detti persistenti in quanto il loro tempo di degradazione è estremamente lungo, nell’’ordine dei 10 anni per le diossine : in questo lasso di tempo si accumulano prima nei vegetali e poi negli animali che se ne cibano risalendo la catena alimentare fino a raggiungere nell’uomo le concentrazioni massime.
La presenza di livelli pericolosamente alti di diossine nelle aree (entro i 2.5 km di raggio) degli impianti di incenerimento e coincenerimento ci viene dallo studio di Zero Waste Europe reperibile sul loro sito Toxico Watch : lo studio prende in considerazione 5 inceneritori e un cementificio che brucia di rifiuti, tutti di nuova generazione e dotati delle BAT (Best Available Technologies - migliori tecnologie disponibili) per l’abbattimento degli inquinanti nei fumi. Nel caso del cementificio i livelli di diossine vengono misurati nei muschi e nelle uova : in queste ultime si dimostrano livelli di diossine di 3 volte superiori ai limiti di legge; i ricercatori misurano anche gli PFAS (altro ”nuovo” inquinante persistente) trovando livelli superiori ai limiti di legge del 300% (Fonte : Biomonitoring research persistent on organic pollutants in
the environment surrounding the Cement plant in Turna nad Bodnou,Slovachia,2023 in www.toxicowatch.org).
Pensiamo sia inutile ricordare che questi inquinanti hanno un dimostrato effetto cancerogeno (induzione di tumori) e mutageno (induzione di malformazioni fetali).
Trattandosi di inquinanti accumulabili potrà forse capire la nostra preoccupazione quando questi impianti (definiti dalla legge “altamente inquinanti”) si moltiplicano nella nostra provincia: come già ricordato Italcementi, con le sue 110.000 tonnellate di rifiuti autorizzate, si configura come il quarto inceneritore della provincia. Un record italiano ed europeo.
Se ci fossero ancora dubbi sulla fondatezza dei nostri timori alleghiamo sotto i riferimenti bibliografici di alcuni degli studi che dimostrano un effetto deleterio degli impianti di incenerimento sulla salute. Ne citiamo due in particolare. Il primo riguarda i nostri vicini di casa, ovvero gli abitanti di Madone e Filago, interessati dalle ricadute dell’inceneritore ex EcoLombardia ora A2A che brucia rifiuti speciali : sono stati condotti due studi (il primo del Dott Crosignani - già direttore del Dipartimento di Epidemiologia dell’Istituto dei Tumori- e il secondo dall’Università di Milano Bicocca) che dimostrano come i bambini che vivono in prossimità dell’inceneritore vengano ricoverati per problemi respiratori 2,5 volte di più dei non esposti. Il secondo, già citato nella nostra precedente lettera aperta, è il progetto Moniter, che la regione Emilia ha avviato nel 2008 e che ha monitorato la popolazione che vive nei 4 km circostanti i suoi 7 inceneritori, trovando un aumento di aborti spontanei, parti pretermine e piccole malformazioni (reperibile al link https://partecipazione.regione.emiliaromagna.it/tutti-i-progetti/moniter).
Vogliamo far chiudere Italcementi? Certamente no.
Chiediamo però che la sua legittima produzione, e più in generale tutto l’assetto industriale e inceneritorista del territorio, siano effettuati nella massima tutela della salute della popolazione. Popolazione, lo ricordiamo, già gravata da un alto rischio ambientale.
Sperando di aver risposto alla sua richiesta la salutiamo cordialmente

Studi sugli effetti dell’incenerimento dei rifiuti sulla salute umana:
 [Laura Campo, et al.(2019) A systematic review on biomonitoring of individuals living near or working at solid waste incinerator plants, Critical Reviews in Toxicology]
Gentilini P and Gennaro V. Inceneritori. In: AIOM, editor. Ambiente e Tumori. Milano; 2011pp. 150-9.
Ranzi A, Fano V, Erspamer L, Lauriola P, Perucci CA and Forastiere F. Mortality and morbidity among people living close to incinerators: a cohort study based on dispersion modeling for exposure assessment. Environ.Health 2011;10:22.
Kim YM, Kim JW and Lee HJ. Burden of disease attributable to air pollutants from municipal solid waste incinerators in Seoul, Korea: a source-specific approach for environmental burden of disease. Sci.Total Environ. 2011;409:2019-28.
Golini MN, Ancona C, Badaloni C, Bolignano A, Bucci S, Sozzi R et al. [Morbidity in a population living close to urban
waste incinerator plants in Lazio Region (Central Italy): a retrospective cohort study using a before-after design].
Epidemiologia e prevenzione 2014;38:323-34.
Staessen JA, Nawrot T, Hond ED, Thijs L, Fagard R, Hoppenbrouwers K et al. Renal function, cytogenetic
measurements, and sexual development in adolescents in relation to environmental pollutants: a feasibility study of
biomarkers. Lancet 2001;357:1660-9.
 Miyake Y, Yura A, Misaki H, Ikeda Y, Usui T, Iki M et al. Relationship between distance of schools from the nearest municipal waste incineration plant and child health in Japan. Eur.J.Epidemiol. 2005;20:1023-9.
 Cordier S, Chevrier C, Robert-Gnansia E, Lorente C, Brula P and Hours M. Risk of congenital anomalies in the vicinity of municipal solid waste incinerators. Occup.Environ.Med. 2004;61:8-15.
 Cordier S, Lehebel A, Amar E, Anzivino-Viricel L, Hours M, Monfort C et al. Maternal residence near municipal waste incinerators and the risk of urinary tract birth defects. Occup.Environ.Med. 2010;67:493-9.
Comitato La Nostra Aria-Rete Rifiuti Zero Lombardia
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