Osnago: a Spazio Aperto la mostra "Karyatides" di Daisy Gianoli
Una mostra di forte impatto sia per le dimensioni dei pannelli che per i temi trattati quella di Daisy Gianoli presso la sede di Spazio Aperto in via Roma 6 a Osnago.
Karyatides, questo il titolo dell’esposizione, è, come ha spiegato la stessa autrice, “un progetto nato per contestare l’arte realizzata con materiali costosi”. Bando quindi alle tele, ai colori a olio, all’acrilico, e avanti invece carta acquistata all’Ikea, pennelli riutilizzati, materiali poveri come cartone per i collage, matite e scotch.

Ma a dispetto della povertà dei materiali la visione delle immagini, molto colorate, è davvero godibile.
I pannelli riproducono sempre la figura dell’artista che, sdraiata a terra, ha realizzato il contorno per poi rappresentarlo con diverse modalità, espressioni e tonalità di colore.
L’originalità del progetto incuriosisce e spinge i visitatori a fare molte domande.
“Sono soprattutto gli appartenenti al genere maschile quelli più colpiti”, racconta l’artista, “molti restano impressionati dalle espressioni delle figure che esprimono rabbia. Ma in queste figure c’è anche la vulnerabilità. Sono due aspetti che sembrano contradditori e stanno quindi tra loro in un difficile equilibrio”.

A sconcertare un po’ è anche la non definita appartenenza a un genere determinato, che richiama quindi la cosiddetta teoria “gender” causa di tante polemiche. “E’ un tema che spaventa, ma può suscitare anche domande e riflessioni”, sostiene l’autrice.
Daisy Gianoli, osnaghese ma con discendenza per metà inglese, ha frequentato le scuole superiori in Gran Bretagna, Paese che ha abbandonato dopo la Brexit per l’Olanda dove ha frequentato l’Università delle Belle Arti.

Da qualche anno è tornata a vivere in Brianza nel paese natio e per il momento non pensa di tornare all’estero.
La sua mostra “Karyatides” è visitabile fino a oggi, domenica 9 marzo.
Karyatides, questo il titolo dell’esposizione, è, come ha spiegato la stessa autrice, “un progetto nato per contestare l’arte realizzata con materiali costosi”. Bando quindi alle tele, ai colori a olio, all’acrilico, e avanti invece carta acquistata all’Ikea, pennelli riutilizzati, materiali poveri come cartone per i collage, matite e scotch.

Ma a dispetto della povertà dei materiali la visione delle immagini, molto colorate, è davvero godibile.
I pannelli riproducono sempre la figura dell’artista che, sdraiata a terra, ha realizzato il contorno per poi rappresentarlo con diverse modalità, espressioni e tonalità di colore.
L’originalità del progetto incuriosisce e spinge i visitatori a fare molte domande.
“Sono soprattutto gli appartenenti al genere maschile quelli più colpiti”, racconta l’artista, “molti restano impressionati dalle espressioni delle figure che esprimono rabbia. Ma in queste figure c’è anche la vulnerabilità. Sono due aspetti che sembrano contradditori e stanno quindi tra loro in un difficile equilibrio”.

A sconcertare un po’ è anche la non definita appartenenza a un genere determinato, che richiama quindi la cosiddetta teoria “gender” causa di tante polemiche. “E’ un tema che spaventa, ma può suscitare anche domande e riflessioni”, sostiene l’autrice.
Daisy Gianoli, osnaghese ma con discendenza per metà inglese, ha frequentato le scuole superiori in Gran Bretagna, Paese che ha abbandonato dopo la Brexit per l’Olanda dove ha frequentato l’Università delle Belle Arti.

Da qualche anno è tornata a vivere in Brianza nel paese natio e per il momento non pensa di tornare all’estero.
La sua mostra “Karyatides” è visitabile fino a oggi, domenica 9 marzo.
A.Vi.