8 marzo: dichiarazioni della Conferenza delle Donne Democratiche
Nella Giornata Internazionale della Donna, noi Donne Democratiche chiediamo nuovamente più donne nelle istituzioni per un'equa rappresentanza, anche nel nostro territorio, perché, dove manca la voce delle donne, si genera un grande vuoto e la democrazia è più povera.
Abbiamo esaminato le amministrazioni locali del nostro territorio e, numeri alla mano, ci sono ancora troppi squilibri di genere. Nelle giunte degli 84 comuni della Provincia di Lecco, le donne sono sotto rappresentate (36,89%), e sono solamente 17 le donne sindache, pari al 20,24%, di cui solo 3 nei comuni con più di 5000 abitanti e nessuna nei comuni con più di 10.000 abitanti. Il dato davvero avvilente sono i ben 12 comuni con giunte totalmente al maschile, che disattendono quindi una Legge dello Stato. Disposizioni di carattere precettivo, finalizzate a rendere effettiva la partecipazione di entrambi i sessi in condizioni di pari opportunità alla vita istituzionale degli enti territoriali, come richiamato recentemente anche dal Prefetto in merito al caso del Comune di Parlasco.
La partecipazione delle donne alla vita politica e sociale è indispensabile per costruire una società equa e prospera, eppure è sempre più difficile. Perché? Quando le donne decidono di impegnarsi, si trovano spesso a dover affrontare pregiudizi e stereotipi, che le vedono meno competenti, meno autorevoli o inadatte ai ruoli decisionali. Inoltre il peso sproporzionato delle responsabilità familiari e domestiche limita il tempo e le energie che le donne possono dedicare all’attivismo, rendendo più difficile conciliare vita privata e pubblica.
Così la politica è ancora uno spazio prevalentemente maschile, dominata da dinamiche di
cooptazione in cui gli uomini scelgono gli uomini. Tutto questo scoraggia le donne dal partecipare e le allontana sempre di più. La scarsa presenza femminile limita la possibilità di mettere al centro dell’agenda politica temi cruciali per le donne, e quindi per l’intera società, e vengono meno prospettive, esperienze e priorità che spesso sono trascurate in un contesto dominato dagli uomini. Inoltre la presenza di donne ispira le giovani generazioni e dimostra che il cambiamento è possibile, incentivando altre donne a partecipare attivamente alla vita politica e sociale. In sostanza, un’equa rappresentanza di genere non è una questione di numeri, ma un passo necessario per migliorare la qualità della democrazia.
Quando le donne si sentono rappresentate e protagoniste, si riavvicinano alla politica e
partecipano attivamente alla costruzione del futuro e questo non può che essere il nostro
migliore augurio in questo 8 marzo.
Abbiamo esaminato le amministrazioni locali del nostro territorio e, numeri alla mano, ci sono ancora troppi squilibri di genere. Nelle giunte degli 84 comuni della Provincia di Lecco, le donne sono sotto rappresentate (36,89%), e sono solamente 17 le donne sindache, pari al 20,24%, di cui solo 3 nei comuni con più di 5000 abitanti e nessuna nei comuni con più di 10.000 abitanti. Il dato davvero avvilente sono i ben 12 comuni con giunte totalmente al maschile, che disattendono quindi una Legge dello Stato. Disposizioni di carattere precettivo, finalizzate a rendere effettiva la partecipazione di entrambi i sessi in condizioni di pari opportunità alla vita istituzionale degli enti territoriali, come richiamato recentemente anche dal Prefetto in merito al caso del Comune di Parlasco.
La partecipazione delle donne alla vita politica e sociale è indispensabile per costruire una società equa e prospera, eppure è sempre più difficile. Perché? Quando le donne decidono di impegnarsi, si trovano spesso a dover affrontare pregiudizi e stereotipi, che le vedono meno competenti, meno autorevoli o inadatte ai ruoli decisionali. Inoltre il peso sproporzionato delle responsabilità familiari e domestiche limita il tempo e le energie che le donne possono dedicare all’attivismo, rendendo più difficile conciliare vita privata e pubblica.
Così la politica è ancora uno spazio prevalentemente maschile, dominata da dinamiche di
cooptazione in cui gli uomini scelgono gli uomini. Tutto questo scoraggia le donne dal partecipare e le allontana sempre di più. La scarsa presenza femminile limita la possibilità di mettere al centro dell’agenda politica temi cruciali per le donne, e quindi per l’intera società, e vengono meno prospettive, esperienze e priorità che spesso sono trascurate in un contesto dominato dagli uomini. Inoltre la presenza di donne ispira le giovani generazioni e dimostra che il cambiamento è possibile, incentivando altre donne a partecipare attivamente alla vita politica e sociale. In sostanza, un’equa rappresentanza di genere non è una questione di numeri, ma un passo necessario per migliorare la qualità della democrazia.
Quando le donne si sentono rappresentate e protagoniste, si riavvicinano alla politica e
partecipano attivamente alla costruzione del futuro e questo non può che essere il nostro
migliore augurio in questo 8 marzo.
Veronica Tentori Portavoce provinciale