Merate: un consiglio comunale da dimenticare
Un consiglio comunale da dimenticare: il sindaco e la sua prova muscolare Quello andato in scena ieri sera a Merate non è stato un consiglio comunale, ma una dimostrazione di forza, un esercizio di autoritarismo che poco ha a che vedere con il confronto democratico. Il sindaco, nella gestione dell'aula, ha scelto la via dell'imposizione, della chiusura, del "basta, basta" ripetuto più volte per zittire chi aveva il diritto di parlare. Tra le vittime di questa arroganza istituzionale, l'ex sindaco, al quale è stato impedito di replicare, e persino la sua stessa assessora Patrizia Riva, privata della possibilità di esprimersi sulla vicenda dell'intitolazione del parco. Un episodio che lascia sconcertati: la proposta iniziale era di dedicarlo a Silvio Berlusconi, ma alla fine la scelta è caduta sulle Madri Costituenti. Un cambio di rotta che meritava una spiegazione, un dibattito, un momento di trasparenza. Ma nulla di tutto ciò è stato concesso. Il sindaco ha blindato la discussione, impedendo ogni intervento che potesse mettere in discussione il suo operato. Come se non bastasse, l'amministrazione ha dovuto ritirare la delibera sulle variazioni di bilancio per un errore tecnico. Un fatto che non si ricorda a memoria d'uomo in città, tanto più grave se si considera la formazione del primo cittadino, di derivazione bocconiana, per cui simili sviste dovrebbero essere inaccettabili. Un passo falso che evidenzia una gestione superficiale, inadeguata, ben lontana dalla precisione e dall'affidabilità che un tema come il bilancio comunale richiederebbe. A tutto ciò si aggiunge un altro dato preoccupante: su diversi punti all'ordine del giorno, la risposta dell'amministrazione è stata sempre un rinvio a un futuro incerto. Questo atteggiamento non solo denota una scarsa padronanza della macchina comunale, ma rivela anche l'assenza di una reale programmazione pragmatica, indispensabile per una gestione efficace della città. Ciò che emerge da questa serata è il ritratto di un sindaco che, anziché favorire il confronto e l'ascolto, preferisce imporre il silenzio e ostentare una prova muscolare tanto inutile quanto dannosa. Per Merate e per la sua comunità, una brutta pagina di politica locale.
Il Meratese