Scuola: classe pollaio e orario ridotto
La Valletta: rischio “classi pollaio” alla secondaria. La preoccupazione dei genitori
Buongiorno,
con un pizzico di tristezza ho letto l’ultimo articolo sul sito che riguarda la scuola secondaria nel Comune della Valletta. In questo caso, si cerca disperatamente di far passare alcuni studenti dalle 30 alle 36 ore per formare due classi. Ricordo ancora, con amarezza, l’articolo di Brivio in cui il Comune sembrava considerasse gli studenti che avevano scelto le 30 ore studenti di serie “B” lasciandoli senza un mezzo di trasporto, scelta per fortuna poi ritrattata. In maniera meno evidente si parlava di una situazione simile a Olgiate dove mi auguro sia stata trovata una soluzione ma, tramite alcune conoscenze che ho in paese non mi risulta. Nei dibattiti tra comuni e scuole si sente parlare di “classi pollaio” e di problemi di trasporto, mentre chi ha scelto l’orario ridotto viene spinto a cambiare idea. Mi chiedo: le amministrazioni pubbliche e le istituzioni scolastiche stanno davvero ponendo le domande giuste? Non hanno forse timore di interrogarsi a fondo, di affrontare il vero motivo per cui la maggior parte delle famiglie preferisce le 30 ore? Parlo come genitore, con il cuore in mano, sapendo quanto ogni scelta organizzativa sia già una sfida quotidiana. Quando si arriva alla scuola secondaria, non si cerca un “parcheggio” per i propri figli, la situazione è molto più articolata. Quando diventano adolescenti, le preoccupazioni si fanno ben più complesse: chi frequentano, quali esperienze vivranno, se saranno in grado di ragionare con la loro mente libera e ribelle. La speranza è che possano crescere con un forte senso di rispetto e uguaglianza ma, soprattutto, che imparino la libertà di scelta nel rispetto delle scelte altrui. La scuola dovrebbe essere quel luogo sicuro dove, con amore e cura, i nostri figli possono crescere, apprendere e vivere esperienze che vanno ben oltre il semplice studio ma, evidentemente, la gente non pensa più che sia così. Spero che questo spunto possa aprire una riflessione più profonda che pone i ragazzi al centro.
Cordiali saluti,
Buongiorno,
con un pizzico di tristezza ho letto l’ultimo articolo sul sito che riguarda la scuola secondaria nel Comune della Valletta. In questo caso, si cerca disperatamente di far passare alcuni studenti dalle 30 alle 36 ore per formare due classi. Ricordo ancora, con amarezza, l’articolo di Brivio in cui il Comune sembrava considerasse gli studenti che avevano scelto le 30 ore studenti di serie “B” lasciandoli senza un mezzo di trasporto, scelta per fortuna poi ritrattata. In maniera meno evidente si parlava di una situazione simile a Olgiate dove mi auguro sia stata trovata una soluzione ma, tramite alcune conoscenze che ho in paese non mi risulta. Nei dibattiti tra comuni e scuole si sente parlare di “classi pollaio” e di problemi di trasporto, mentre chi ha scelto l’orario ridotto viene spinto a cambiare idea. Mi chiedo: le amministrazioni pubbliche e le istituzioni scolastiche stanno davvero ponendo le domande giuste? Non hanno forse timore di interrogarsi a fondo, di affrontare il vero motivo per cui la maggior parte delle famiglie preferisce le 30 ore? Parlo come genitore, con il cuore in mano, sapendo quanto ogni scelta organizzativa sia già una sfida quotidiana. Quando si arriva alla scuola secondaria, non si cerca un “parcheggio” per i propri figli, la situazione è molto più articolata. Quando diventano adolescenti, le preoccupazioni si fanno ben più complesse: chi frequentano, quali esperienze vivranno, se saranno in grado di ragionare con la loro mente libera e ribelle. La speranza è che possano crescere con un forte senso di rispetto e uguaglianza ma, soprattutto, che imparino la libertà di scelta nel rispetto delle scelte altrui. La scuola dovrebbe essere quel luogo sicuro dove, con amore e cura, i nostri figli possono crescere, apprendere e vivere esperienze che vanno ben oltre il semplice studio ma, evidentemente, la gente non pensa più che sia così. Spero che questo spunto possa aprire una riflessione più profonda che pone i ragazzi al centro.
Cordiali saluti,
SC