Mandic: la Fiaccola olimpica accolta da medici e pazienti
Nell’ambito del progetto diocesano "Orasport on Fire Tour", che porta la torcia nei comuni dell’Arcidiocesi di Milano per diffondere i valori olimpici tra i giovani e le comunità, la fiaccola olimpica è giunta questa mattina, lunedì 24 febbraio, anche all'ospedale Mandic di Merate. La hall dell'ospedale ha fatto da cornice a un incontro ricco di emozioni e significati, che ha visto la partecipazione di autorità religiose, politiche e ospedaliere, oltre a numerosi cittadini, medici e pazienti, tutti uniti per celebrare il messaggio universale dello sport, costruito attorno ai valori di pace, condivisione e impegno sportivo.
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L’evento si è aperto con l’intervento del parroco di Montevecchia e Decano di Merate, don Fabio Biancaniello, che ha illustrato l’importanza del progetto diocesano voluto dall’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini. "Orasport on Fire Tour" è nato con l'obiettivo di coniugare i valori dell'olimpismo con la visione cristiana della vita, sottolineando principi come amicizia, impegno, lealtà e rispetto. La fiaccola, che sta attraversando le comunità della diocesi, è un segno tangibile di come lo sport possa essere uno strumento di crescita, inclusione e comunione. "Il passaggio della torcia non è solo un gesto simbolico, ma un richiamo a quei valori che ci uniscono e ci spingono a dare il meglio di noi stessi, sia nello sport che nella vita", ha spiegato don Biancaniello, evidenziando come il progetto punti a coinvolgere scuole, oratori e società sportive in un percorso educativo condiviso.
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Anche il sindaco di Merate, Mattia Salvioni, ha voluto esprimere la propria gratitudine per l’iniziativa, rivolgendo un pensiero particolare all’équipe ospedaliera del Mandic. "Lo sport, come sottolineato più volte da atleti straordinari come Bebe Vio, non è solo una competizione, ma una sfida quotidiana che regala nuove speranze. Lo stesso vale per i medici e gli operatori sanitari, che ogni giorno si impegnano per offrire cure e conforto ai pazienti. Questa fiaccola oggi ci ricorda che dietro ogni corsa c’è sempre una meta più grande: la solidarietà e la resilienza", ha affermato il primo cittadino.
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Il Direttore Generale dell’ASST Lecco, dott. Marco Trivelli, ha poi preso la parola per sottolineare il significato profondo della fiaccola olimpica: "La fiamma è il simbolo di un grande gioco di pace tra i popoli del mondo ed è per noi una grande occasione poterla ospitare quest’oggi". Il direttore ha anche voluto ricordare con un sorriso la vittoria del dottor Piero Poli alle Olimpiadi di Seul 1988 nel canottaggio, scherzando sul fatto che la presenza della fiaccola fosse quasi un riconoscimento tardivo per un grande campione.
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A seguire ha infatti preso parola il dottor Piero Poli, primario di Ortopedia dell’Ospedale di Lecco e, per l'appunto, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Seul 1988 nel canottaggio. Con grande entusiasmo, Poli ha mostrato la sua medaglia ai presenti, scherzando: "L’ho portata esclusivamente perché ci credeste, è mia!". Ma oltre all’aneddoto leggero, Poli ha voluto trasmettere un messaggio profondo: "Partecipare alle Olimpiadi per il proprio Paese rappresenta un'emozione indescrivibile e un enorme privilegio. Una delle esperienze più belle che ricordo era vivere tutti insieme nello stesso villaggio, dove comunione, uguaglianza e amicizia erano i valori più autentici". Il medico ha poi voluto ricordare anche le Paralimpiadi, spesso poco valorizzate, ma di straordinaria importanza. "Come medico di squadra, ho avuto il privilegio di vivere da vicino le Paralimpiadi e posso dire che lo spirito di sacrificio e determinazione degli atleti paralimpici è qualcosa di davvero straordinario che merita il massimo riconoscimento", ha affermato.
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L’evento si è concluso con l’intervento di don Biagio Fumagalli, che ha sottolineato il legame tra l’evento e il Giubileo e concluso la cerimonia con un momento di raccoglimento, recitando la preghiera dello sportivo che San Giovanni Paolo II compose in occasione del Giubileo llo sportivo del 2000. "Signore Gesù Cristo, aiuta questi atleti ad essere tuoi amici e testimoni del tuo amore. Aiutali a porre nell'ascesi personale lo stesso impegno che mettono nello sport; aiutali a realizzare un'armonica e coerente unità di corpo e di anima. Possano essere, per quanti li ammirano, validi modelli da imitare. Aiutali ad essere sempre atleti dello spirito, per ottenere il tuo inestimabile premio: una corona che non appassisce e che dura in eterno. Amen!".
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Dopo la cerimonia ufficiale, la fiaccola ha compiuto un ultimo significativo gesto: è stata portata nel reparto di pediatria, permettendo ai piccoli pazienti dell’ospedale di vivere un momento magico e di sentirsi parte di questa straordinaria avventura olimpica. Un’occasione unica per ribadire che lo sport è molto più di una competizione: è un ponte che unisce, un messaggio di speranza e un simbolo di resilienza per tutti.
L’evento si è aperto con l’intervento del parroco di Montevecchia e Decano di Merate, don Fabio Biancaniello, che ha illustrato l’importanza del progetto diocesano voluto dall’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini. "Orasport on Fire Tour" è nato con l'obiettivo di coniugare i valori dell'olimpismo con la visione cristiana della vita, sottolineando principi come amicizia, impegno, lealtà e rispetto. La fiaccola, che sta attraversando le comunità della diocesi, è un segno tangibile di come lo sport possa essere uno strumento di crescita, inclusione e comunione. "Il passaggio della torcia non è solo un gesto simbolico, ma un richiamo a quei valori che ci uniscono e ci spingono a dare il meglio di noi stessi, sia nello sport che nella vita", ha spiegato don Biancaniello, evidenziando come il progetto punti a coinvolgere scuole, oratori e società sportive in un percorso educativo condiviso.
Anche il sindaco di Merate, Mattia Salvioni, ha voluto esprimere la propria gratitudine per l’iniziativa, rivolgendo un pensiero particolare all’équipe ospedaliera del Mandic. "Lo sport, come sottolineato più volte da atleti straordinari come Bebe Vio, non è solo una competizione, ma una sfida quotidiana che regala nuove speranze. Lo stesso vale per i medici e gli operatori sanitari, che ogni giorno si impegnano per offrire cure e conforto ai pazienti. Questa fiaccola oggi ci ricorda che dietro ogni corsa c’è sempre una meta più grande: la solidarietà e la resilienza", ha affermato il primo cittadino.
Il Direttore Generale dell’ASST Lecco, dott. Marco Trivelli, ha poi preso la parola per sottolineare il significato profondo della fiaccola olimpica: "La fiamma è il simbolo di un grande gioco di pace tra i popoli del mondo ed è per noi una grande occasione poterla ospitare quest’oggi". Il direttore ha anche voluto ricordare con un sorriso la vittoria del dottor Piero Poli alle Olimpiadi di Seul 1988 nel canottaggio, scherzando sul fatto che la presenza della fiaccola fosse quasi un riconoscimento tardivo per un grande campione.
A seguire ha infatti preso parola il dottor Piero Poli, primario di Ortopedia dell’Ospedale di Lecco e, per l'appunto, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Seul 1988 nel canottaggio. Con grande entusiasmo, Poli ha mostrato la sua medaglia ai presenti, scherzando: "L’ho portata esclusivamente perché ci credeste, è mia!". Ma oltre all’aneddoto leggero, Poli ha voluto trasmettere un messaggio profondo: "Partecipare alle Olimpiadi per il proprio Paese rappresenta un'emozione indescrivibile e un enorme privilegio. Una delle esperienze più belle che ricordo era vivere tutti insieme nello stesso villaggio, dove comunione, uguaglianza e amicizia erano i valori più autentici". Il medico ha poi voluto ricordare anche le Paralimpiadi, spesso poco valorizzate, ma di straordinaria importanza. "Come medico di squadra, ho avuto il privilegio di vivere da vicino le Paralimpiadi e posso dire che lo spirito di sacrificio e determinazione degli atleti paralimpici è qualcosa di davvero straordinario che merita il massimo riconoscimento", ha affermato.
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L’evento si è concluso con l’intervento di don Biagio Fumagalli, che ha sottolineato il legame tra l’evento e il Giubileo e concluso la cerimonia con un momento di raccoglimento, recitando la preghiera dello sportivo che San Giovanni Paolo II compose in occasione del Giubileo llo sportivo del 2000. "Signore Gesù Cristo, aiuta questi atleti ad essere tuoi amici e testimoni del tuo amore. Aiutali a porre nell'ascesi personale lo stesso impegno che mettono nello sport; aiutali a realizzare un'armonica e coerente unità di corpo e di anima. Possano essere, per quanti li ammirano, validi modelli da imitare. Aiutali ad essere sempre atleti dello spirito, per ottenere il tuo inestimabile premio: una corona che non appassisce e che dura in eterno. Amen!".
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Dopo la cerimonia ufficiale, la fiaccola ha compiuto un ultimo significativo gesto: è stata portata nel reparto di pediatria, permettendo ai piccoli pazienti dell’ospedale di vivere un momento magico e di sentirsi parte di questa straordinaria avventura olimpica. Un’occasione unica per ribadire che lo sport è molto più di una competizione: è un ponte che unisce, un messaggio di speranza e un simbolo di resilienza per tutti.
M.Pen.