Il quattordicenne di oggi e la sua “prima” colazione al bar

È facile aggirarsi per i vari centri commerciali al mattino per accorgersi che i bar, le caffetterie sono frequentate da adolescenti con lo zaino sulle spalle, i quali, invece di essere a scuola, si concedono una bella colazione.  Per loro, fare la colazione al mattino, alla prima ora di scuola, rappresenta il primo atto di autonomizzazione e non lo vivono come se fosse una trasgressione.

È una generazione tendenzialmente di figli unici che esce da un contenitore protettivo, ma anche inibente. Fermarsi a fare la prima colazione alla prima ora dà una sensazione di freschezza, di essere in grado di arrangiarsi. Saltare la prima ora o prendersi la mattina e girare a zonzo è un atto di autonomia, indipendenza nei confronti dell’autorità, sia essa istituzionale o familiare.

Ci sono dei cambiamenti comportamentali generazionali che mutano con una velocità impressionante: i quattordicenni sono diversi dai diciottenni. L'età tra i quattordici e i sedici anni è un periodo interessante perché carico di trasformazioni. In questa fase, oltre alle classiche modificazioni biologiche, psicologiche, relazionali e sociali, si configurano anche delle trasformazioni sostanziali nel contesto familiare e nei gruppi.

É la fase delle rotture, delle ricomposizioni, dei nuovi incontri, delle considerazioni sul senso della vita; è la scoperta del sesso e della sessualità; c’è voglia di autonomia, di differenziarsi con molta cautela dal contesto familiare, scoprendo nuove relazioni. Durante questo periodo, il comportamento diventa più dinamico e si diversifica in base alle situazioni. L’adolescente non è più l’infante dipendente cambia non solo nel suo aspetto, ma anche nel rapportarsi a livello situazionale.

Il quattordicenne sperimenta pensieri ed emozioni, nel suo lavoro d’identità, che variano continuamente, arricchendosi, giorno dopo giorno, di nuovi contenuti, schemi e forme espressive. Cerca risposte alla propria ragione di esistere nel mondo delle relazioni; inconsapevolmente è sottoposto a uno stress adattivo e a una sfida enorme per allinearsi con la propria realtà interna ed esterna.

Il quattordicenne si trova all’interno di un processo caotico che genera dissonanze cognitive e sociali scomponendo il processo lineare e rimescolando il tutto in frammenti per riformulare la propria personalità. Dentro questo processo di scomposizione, il preadolescente indossa delle maschere per nascondersi e proteggersi dall’essere nel mondo. La maschera che mette in famiglia e diversa da quella che indossa con gli amici o a scuola.

Il comportamento cambia in modo significativo in relazione alle condizioni situazionali del momento che sta vivendo. È una fase in cui le esperienze personali e di gruppo, per certi versi sconosciute, possono a portare a sfiorare limiti e confini rischiosi a lui sconosciuti, che diventano però degli attrattori. Il comportamento è in funzione al contesto situazionale. La situazione esperienziale crea una costellazione di emozioni; passano da un comportamento riservato introverso con gli adulti a estroverso in discoteca, al bar.

La scuola è percepita come uno spazio limitante e inibente, poco disponibile ad accogliere questo bisogno di ascolto di questa generazione, che è molto attenta alle piccole cose, alle minuzie dei sé e degli altri. Sono attenti a tutto ciò che riguarda la dimensione dell’intimità. Sono degli specialisti del particolare intimo. Basta un non nulla per cadere in qualche fastidioso disturbo psicologico.  Fare colazione al mattino, nella prima ora di scuola, è un piacere inappagabile: è come guardare il mondo con il cannocchiale di Galileo. 
Dr. Enrico Magni
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