Gev e volontari per salvare rane, rospi, salamandre e preservare la biodiversità
Uscire di sera sotto la pioggia rinunciando al caldo e al relax sul divano di casa per salvare rane, rospi e salamandre. È quello che fanno in questo periodo Gev e volontari del Parco del Curone, svolgendo un’attività che può sembrare solo curiosa e per qualcuno anche divertente ma che in realtà ha un obiettivo fondamentale: salvare specie vulnerabili che svolgono un ruolo importante nell’ecosistema perché contribuiscono, tra l’altro, al controllo della proliferazione degli insetti, sono preda di numerosi volatili e fungono da indicatori della qualità ambientale (le larve di salamandra nascono solo in acque molto pulite). In sintesi, la protezione degli anfibi aiuta a preservare la biodiversità e a contrastare il declino delle popolazioni causato dall’urbanizzazione e dai cambiamenti climatici.
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A illustrare questi e altri aspetti a molti sconosciuti di una specie tipica della fauna locale è la responsabile Silvia Maria Sardi, 37 anni, Guardia ecologica volontaria dal 2018 e dal 2019 referente per l’attività di salvataggio. Cresciuta a Spiazzo, uno dei luoghi principali della migrazione degli anfibi, è stata educata fin da bambina a prendersene cura.
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“Lo facciamo ogni anno ma non c’è una data precisa di inizio, in genere il periodo in cui si svolge è tra fine gennaio e fine marzo”, racconta. “Dipende dal meteo e dal clima, tipicamente gli anfibi escono nelle serate umide o addirittura piovose ma non troppo fredde, diciamo con almeno 5/6 gradi, e senza vento. La migrazione si verifica a causa della stagione riproduttiva, quando gli anfibi si dirigono verso stagni e corsi d’acqua per deporre le uova, Durante il loro tragitto attraversano strade dove rischiano di essere travolti dalle auto, per questo interveniamo mettendoli in salvo”.
Solitamente i volontari escono in orario serale, a partire dalle 19,30/20 e l’intervento dura dalle due alle tre ore.
I siti dove si interviene sono quelli di Spiazzo-Malnido-Valfredda, via delle Sorgenti a Montevecchia e via del Peschierone a Sirtori.
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Divisi in piccoli gruppi intercettano gli animali in pericolo e li portano a destinazione assecondando la direzione verso cui si stanno spostando, ovvero in questo periodo verso gli stagni e i corsi d’acqua e invece più avanti in direzione contraria verso le zone boschive.
Lo scorso anno sono stati salvati 1.838 esemplari, appartenenti alle specie rospo comune (Bufo bufo), salamandra pezzata (Salamandra salamandra), rana di lataste (Rana latastei), rana temporaria e rana dalmatina.
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Oltre a organizzare i turni settimanali dei volontari in base alle previsioni meteo, la referente si occupa anche di raccogliere e sistematizzare i dati, che a fine stagione, vengono trasmessi alla SSR Anfibi Lombardia (Stazione sperimentale regionale per lo studio e la conservazione degli anfibi).
Alle attività di salvataggio possono partecipare anche volontari occasionali, che dovranno essere muniti di guanti da giardino o in lattice per evitare agli animali uno choc termico o infezioni da microrganismi, pettorina catarifrangente, torcia frontale e torcia manuale, scarponcini da trekking;
chi volesse cimentarsi può farlo scrivendo un’email a gev@parcocurone.it.
Infine Silvia Maria Sardi tiene a esprimere un ringraziamento sentito a Gev e volontari perché, sostiene, “Partecipano all’attività con entusiasmo e il loro contributo è molto prezioso”.
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A illustrare questi e altri aspetti a molti sconosciuti di una specie tipica della fauna locale è la responsabile Silvia Maria Sardi, 37 anni, Guardia ecologica volontaria dal 2018 e dal 2019 referente per l’attività di salvataggio. Cresciuta a Spiazzo, uno dei luoghi principali della migrazione degli anfibi, è stata educata fin da bambina a prendersene cura.
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“Lo facciamo ogni anno ma non c’è una data precisa di inizio, in genere il periodo in cui si svolge è tra fine gennaio e fine marzo”, racconta. “Dipende dal meteo e dal clima, tipicamente gli anfibi escono nelle serate umide o addirittura piovose ma non troppo fredde, diciamo con almeno 5/6 gradi, e senza vento. La migrazione si verifica a causa della stagione riproduttiva, quando gli anfibi si dirigono verso stagni e corsi d’acqua per deporre le uova, Durante il loro tragitto attraversano strade dove rischiano di essere travolti dalle auto, per questo interveniamo mettendoli in salvo”.
Solitamente i volontari escono in orario serale, a partire dalle 19,30/20 e l’intervento dura dalle due alle tre ore.
I siti dove si interviene sono quelli di Spiazzo-Malnido-Valfredda, via delle Sorgenti a Montevecchia e via del Peschierone a Sirtori.
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Divisi in piccoli gruppi intercettano gli animali in pericolo e li portano a destinazione assecondando la direzione verso cui si stanno spostando, ovvero in questo periodo verso gli stagni e i corsi d’acqua e invece più avanti in direzione contraria verso le zone boschive.
Lo scorso anno sono stati salvati 1.838 esemplari, appartenenti alle specie rospo comune (Bufo bufo), salamandra pezzata (Salamandra salamandra), rana di lataste (Rana latastei), rana temporaria e rana dalmatina.
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Oltre a organizzare i turni settimanali dei volontari in base alle previsioni meteo, la referente si occupa anche di raccogliere e sistematizzare i dati, che a fine stagione, vengono trasmessi alla SSR Anfibi Lombardia (Stazione sperimentale regionale per lo studio e la conservazione degli anfibi).
Alle attività di salvataggio possono partecipare anche volontari occasionali, che dovranno essere muniti di guanti da giardino o in lattice per evitare agli animali uno choc termico o infezioni da microrganismi, pettorina catarifrangente, torcia frontale e torcia manuale, scarponcini da trekking;
chi volesse cimentarsi può farlo scrivendo un’email a gev@parcocurone.it.
Infine Silvia Maria Sardi tiene a esprimere un ringraziamento sentito a Gev e volontari perché, sostiene, “Partecipano all’attività con entusiasmo e il loro contributo è molto prezioso”.
A.Vi.