Intervista al dottor Gabriele Bertoni, medico della "Clinica diagnostica" di Carnate, specializzato in flebologia e chirurgia vascolare
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Sono tante e diverse le patologie che colpiscono il sistema circolatorio e vascolare, con differenti manifestazioni e intensità, che richiedono trattamenti e cure altrettanto puntuali e personalizzati. Ad occuparsene è l'angiologo, un medico che tratta i disturbi dei vasi sanguigni e dei vasi linfatici e che si avvale dell'apporto di altri specialisti per fornire al paziente un approccio a 360 gradi.
Alla Clinica diagnostica dottor Lorenzo Trezza di Carnate, dal 2020 è in forze il dott. Gabriele Bertoni, specializzato in flebologia e chirurgia vascolare. Classe 1974, ha approfondito la sua formazione per diversi anni anche all'estero e ha al suo attivo molte pubblicazioni e collaborazioni con istituti di prestigio.
L'ambito in cui opera l'angiologo è estremamente complesso poiché, occupandosi della salute e della cura del sistema vascolare, abbraccia la persona nel suo intero, partendo dal microcircolo fino ad arrivare alla circolazione sistemica (vene e arterie).
La consulenza che il dottor Bertoni offre alla Clinica si focalizza in particolare sulla diagnosi, prevenzione e trattamento delle malattie cardiovascolari.
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Il sistema circolatorio è composto da un intricato network di vasi in cui il sangue scorre sotto la spinta del cuore. È formato da arterie, in cui il sangue ossigenato viene trasportato dal cuore fino agli organi e ai tessuti e da vene in cui il sangue ricco di anidride carbonica viene portato ai polmoni.
Le patologie che lo riguardano sono quindi diverse, così come sono diverse le cause dei disturbi di cui soffre la persona. Tra le patologie più comuni troviamo quelle del sistema venoso, tra cui le vene varicose, le flebiti, le trombosi venose e le ulcere degli arti inferiori. Meno frequenti ma non meno importanti sono le affezioni del sistema arterioso, tra cui troviamo le ischemie periferiche, gli aneurismi o l’arteriosclerosi delle carotidi.
Esistono, in alcuni casi, campanelli d'allarme che rappresentano il primo segnale per rivolgersi allo specialista e diventano poi elementi utili per stilare una diagnosi accurata.
Abbiamo chiesto al dott. Bertoni qualche esempio su quali siano le patologie che colpiscono il sistema circolatorio.
“Per quanto riguarda l’insufficienza venosa cronica, i sintomi purtroppo sono subdoli in quanto la patologia è progressiva e indolente, non è invalidante e accompagna il paziente per moltissimi anni senza segni eclatanti. I segnali che si possono notare sono affaticamento e pesantezza alle gambe e crampi notturni, ma spesso sono sintomi sottovalutati anche dallo stesso medico di base a cui per primo l'individuo si rivolge. Si tratta però di una patologia estremamente diffusa e, sebbene sia molto lenta nello svilupparsi, può portare a gravi alterazioni della qualità di vita. Basti pensare a chi sviluppa flebiti superficiali, o addirittura ulcere agli arti inferiori, che possono impiegare anni a risolversi.
Per la parte arteriosa, a seconda dei fattori di rischio (familiarità, stile di vita, fumo o elevati livelli di colesterolo) è consigliabile mettere in campo una prevenzione, non solo con farmaci ma anche strumentale, ad esempio con l'ecodoppler. Questo perché, quando i sintomi si manifestano, la malattia è, solitamente, già molto avanzata e le possibilità di terapia, anche chirurgica, diventano più impegnative. Ci sono situazioni dove le arterie sono ristrette al punto da non riuscire a soddisfare il fabbisogno di ossigeno dei muscoli a valle dell'ostruzione. Questo limita la qualità di vita della persona, che non è più in grado di fare determinati sforzi: riesce a compiere una passeggiata in piano ma non in salita, ad esempio.
Le indagini diagnostiche, dunque, sono volte a preservare la qualità di vita, fino addirittura a salvare un arto! Quando, infatti, ci si trova in presenza di importanti ostruzioni arteriose i sintomi riferiti sono da imputarsi a una mancanza di sangue ossigenato, per esempio agli arti inferiori. Senza una adeguata diagnosi si possono aggravare i sintomi di una ischemia, fino ad arrivare al rischio di amputazioni.”.
Nell'85% dei casi di pazienti con problemi venosi superficiali da reflusso, come vene varicose (per cui non è possibile fare prevenzione), si individua un’origine famigliare, con penetranza diversa.
Si tratta comunque di patologie che non colpiscono solo le donne (più predisposte ad esempio a problemi di reflusso venoso pelvico a seguito di gravidanze) ma riguardano il 45% della popolazione.
Sul sistema venoso profondo, invece, si interviene in presenza di trombosi. Questa è una condizione grave, in cui la normale circolazione venosa è ostruita dalla presenza di trombi che impediscono il deflusso del sangue, e può portare addirittura a embolie polmonari letali.
E’ quindi di fondamentale importanza raggiungere una corretta diagnosi in modo tempestivo per poter instaurare la giusta terapia nel più breve tempo possibile.
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“Dott. Bertoni quali sono i principali fattori di rischio di cui preoccuparsi?”
“Fumo, colesterolo e diabete sono nemici delle arterie, ma non è mai stato provato che abbiano effetti negativi sulle vene. È necessario fare prevenzione sul sistema circolatorio, per il versante arterioso, quando sono presenti fattori di rischio ambientali, individuali o genetici, come la famigliarità. Agire prima è fondamentale, intervenendo con dei correttivi che scongiurino situazioni estreme di ostruzione o dilatazione totale.
Per la parte venosa, la patologia ha spessissimo un andamento famigliare. Un corretto stile di vita, che privilegi il movimento e la vita attiva, è fondamentale. I nemici delle vene, infatti, sono la vita sedentaria, le condizioni che costringono all’immobilità (allettamento prolungato o una postura forzatamente seduta, per esempio in carrozzina), il sovrappeso.”.
“Come avviene, invece, la presa in carico del paziente?”
Fondamentale è l'anamnesi: comprendere quali sono i disturbi che affliggono il paziente, lo stile di vita che conduce, la predisposizione a malattie ereditarie, quando compaiono i sintomi e come si manifestano. Questo è un punto imprescindibile sia per orientarsi su quale versante circolatorio la patologia sta agendo (venoso o arterioso) sia per valutare quale è l'impatto che sta avendo sulla qualità di vita del soggetto.
Successivamente, il medico valuta lo stato di salute degli arti inferiori, controllando la presenza di gonfiore, secchezza cutanea, la presenza di vene dilatate o in evidenza, il colore della cute degli arti, lo stato delle unghie del piede. Lo specialista, quindi, prima indaga verbalmente il paziente per comprendere la percezione che ha di sé stesso e della sua salute e poi cerca un riscontro oggettivo rispetto a quanto ha raccontato.
"L'inquadramento delle condizioni, generali e specifiche, e della terapia da prescrivere possono spesso richiedere il consulto di altri specialisti e lo svolgimento di determinati esami che nella struttura di Carnate, il paziente ha a sua disposizione".
“Per quanto riguarda la salute delle gambe la postura è importante! Quindi risulta di grande aiuto il lavoro in team con il fisiatra, l'osteopata e il cardiologo. Sulla base dell’esito della prima visita si propone un iter diagnostico che può comprendere visite angiologiche, ecocolordoppler dei tronchi sovraortici o degli arti inferiori, o dell’aorta addominale”.
“Che messaggio vuol fare arrivare ai pazienti?”
“Per il versante arterioso, si procede con una prevenzione di secondo livello con farmaci come cardioaspirina o pastiglie per il colesterolo. È importante insegnare al paziente una serie di comportamenti virtuosi da adottare a scopo preventivo, come camminare mezz'ora al giorno, utilizzare calze elastiche, effettuare movimento frequente, mantenere una buona idratazione. Questi comportamenti sono in grado di migliorare di molto l’affaticamento venoso, e quando non siano sufficienti si può agire sulla sintomatologia prescrivendo integratori alimentari in grado di togliere infiammazione e conferire tono alla parete delle vene.”.
Clinica Diagnostica Dott. Lorenzo Trezza
Via Volta 31A/35A, Carnate (MB)
Phone +39 039.672488
E-mail: info@clinicadiagnostica.it
www.clinicadiagnostica.it/
Alla Clinica diagnostica dottor Lorenzo Trezza di Carnate, dal 2020 è in forze il dott. Gabriele Bertoni, specializzato in flebologia e chirurgia vascolare. Classe 1974, ha approfondito la sua formazione per diversi anni anche all'estero e ha al suo attivo molte pubblicazioni e collaborazioni con istituti di prestigio.
L'ambito in cui opera l'angiologo è estremamente complesso poiché, occupandosi della salute e della cura del sistema vascolare, abbraccia la persona nel suo intero, partendo dal microcircolo fino ad arrivare alla circolazione sistemica (vene e arterie).
La consulenza che il dottor Bertoni offre alla Clinica si focalizza in particolare sulla diagnosi, prevenzione e trattamento delle malattie cardiovascolari.
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Il sistema circolatorio è composto da un intricato network di vasi in cui il sangue scorre sotto la spinta del cuore. È formato da arterie, in cui il sangue ossigenato viene trasportato dal cuore fino agli organi e ai tessuti e da vene in cui il sangue ricco di anidride carbonica viene portato ai polmoni.
Le patologie che lo riguardano sono quindi diverse, così come sono diverse le cause dei disturbi di cui soffre la persona. Tra le patologie più comuni troviamo quelle del sistema venoso, tra cui le vene varicose, le flebiti, le trombosi venose e le ulcere degli arti inferiori. Meno frequenti ma non meno importanti sono le affezioni del sistema arterioso, tra cui troviamo le ischemie periferiche, gli aneurismi o l’arteriosclerosi delle carotidi.
Esistono, in alcuni casi, campanelli d'allarme che rappresentano il primo segnale per rivolgersi allo specialista e diventano poi elementi utili per stilare una diagnosi accurata.
Abbiamo chiesto al dott. Bertoni qualche esempio su quali siano le patologie che colpiscono il sistema circolatorio.
“Per quanto riguarda l’insufficienza venosa cronica, i sintomi purtroppo sono subdoli in quanto la patologia è progressiva e indolente, non è invalidante e accompagna il paziente per moltissimi anni senza segni eclatanti. I segnali che si possono notare sono affaticamento e pesantezza alle gambe e crampi notturni, ma spesso sono sintomi sottovalutati anche dallo stesso medico di base a cui per primo l'individuo si rivolge. Si tratta però di una patologia estremamente diffusa e, sebbene sia molto lenta nello svilupparsi, può portare a gravi alterazioni della qualità di vita. Basti pensare a chi sviluppa flebiti superficiali, o addirittura ulcere agli arti inferiori, che possono impiegare anni a risolversi.
Per la parte arteriosa, a seconda dei fattori di rischio (familiarità, stile di vita, fumo o elevati livelli di colesterolo) è consigliabile mettere in campo una prevenzione, non solo con farmaci ma anche strumentale, ad esempio con l'ecodoppler. Questo perché, quando i sintomi si manifestano, la malattia è, solitamente, già molto avanzata e le possibilità di terapia, anche chirurgica, diventano più impegnative. Ci sono situazioni dove le arterie sono ristrette al punto da non riuscire a soddisfare il fabbisogno di ossigeno dei muscoli a valle dell'ostruzione. Questo limita la qualità di vita della persona, che non è più in grado di fare determinati sforzi: riesce a compiere una passeggiata in piano ma non in salita, ad esempio.
Le indagini diagnostiche, dunque, sono volte a preservare la qualità di vita, fino addirittura a salvare un arto! Quando, infatti, ci si trova in presenza di importanti ostruzioni arteriose i sintomi riferiti sono da imputarsi a una mancanza di sangue ossigenato, per esempio agli arti inferiori. Senza una adeguata diagnosi si possono aggravare i sintomi di una ischemia, fino ad arrivare al rischio di amputazioni.”.
Nell'85% dei casi di pazienti con problemi venosi superficiali da reflusso, come vene varicose (per cui non è possibile fare prevenzione), si individua un’origine famigliare, con penetranza diversa.
Si tratta comunque di patologie che non colpiscono solo le donne (più predisposte ad esempio a problemi di reflusso venoso pelvico a seguito di gravidanze) ma riguardano il 45% della popolazione.
Sul sistema venoso profondo, invece, si interviene in presenza di trombosi. Questa è una condizione grave, in cui la normale circolazione venosa è ostruita dalla presenza di trombi che impediscono il deflusso del sangue, e può portare addirittura a embolie polmonari letali.
E’ quindi di fondamentale importanza raggiungere una corretta diagnosi in modo tempestivo per poter instaurare la giusta terapia nel più breve tempo possibile.
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“Fumo, colesterolo e diabete sono nemici delle arterie, ma non è mai stato provato che abbiano effetti negativi sulle vene. È necessario fare prevenzione sul sistema circolatorio, per il versante arterioso, quando sono presenti fattori di rischio ambientali, individuali o genetici, come la famigliarità. Agire prima è fondamentale, intervenendo con dei correttivi che scongiurino situazioni estreme di ostruzione o dilatazione totale.
Per la parte venosa, la patologia ha spessissimo un andamento famigliare. Un corretto stile di vita, che privilegi il movimento e la vita attiva, è fondamentale. I nemici delle vene, infatti, sono la vita sedentaria, le condizioni che costringono all’immobilità (allettamento prolungato o una postura forzatamente seduta, per esempio in carrozzina), il sovrappeso.”.
“Come avviene, invece, la presa in carico del paziente?”
Fondamentale è l'anamnesi: comprendere quali sono i disturbi che affliggono il paziente, lo stile di vita che conduce, la predisposizione a malattie ereditarie, quando compaiono i sintomi e come si manifestano. Questo è un punto imprescindibile sia per orientarsi su quale versante circolatorio la patologia sta agendo (venoso o arterioso) sia per valutare quale è l'impatto che sta avendo sulla qualità di vita del soggetto.
Successivamente, il medico valuta lo stato di salute degli arti inferiori, controllando la presenza di gonfiore, secchezza cutanea, la presenza di vene dilatate o in evidenza, il colore della cute degli arti, lo stato delle unghie del piede. Lo specialista, quindi, prima indaga verbalmente il paziente per comprendere la percezione che ha di sé stesso e della sua salute e poi cerca un riscontro oggettivo rispetto a quanto ha raccontato.
"L'inquadramento delle condizioni, generali e specifiche, e della terapia da prescrivere possono spesso richiedere il consulto di altri specialisti e lo svolgimento di determinati esami che nella struttura di Carnate, il paziente ha a sua disposizione".
“Per quanto riguarda la salute delle gambe la postura è importante! Quindi risulta di grande aiuto il lavoro in team con il fisiatra, l'osteopata e il cardiologo. Sulla base dell’esito della prima visita si propone un iter diagnostico che può comprendere visite angiologiche, ecocolordoppler dei tronchi sovraortici o degli arti inferiori, o dell’aorta addominale”.
“Che messaggio vuol fare arrivare ai pazienti?”
“Per il versante arterioso, si procede con una prevenzione di secondo livello con farmaci come cardioaspirina o pastiglie per il colesterolo. È importante insegnare al paziente una serie di comportamenti virtuosi da adottare a scopo preventivo, come camminare mezz'ora al giorno, utilizzare calze elastiche, effettuare movimento frequente, mantenere una buona idratazione. Questi comportamenti sono in grado di migliorare di molto l’affaticamento venoso, e quando non siano sufficienti si può agire sulla sintomatologia prescrivendo integratori alimentari in grado di togliere infiammazione e conferire tono alla parete delle vene.”.
Clinica Diagnostica Dott. Lorenzo Trezza
Via Volta 31A/35A, Carnate (MB)
Phone +39 039.672488
E-mail: info@clinicadiagnostica.it
www.clinicadiagnostica.it/
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