Mandic: il pressing dei comitati per il servizio navetta
Il servizio di trasporto con navetta tra l’ospedale Mandic e il Manzoni di Lecco sarà riattivato?
A più di un mese dall’appello rivolto alle istituzioni da parte dei comitati per l’Assistenza Domiciliare Pubblica e per la Difesa dell’Ospedale di Merate, tutto tace.
Come si ricorderà i comitati chiedevano che il servizio gratuito venisse ripristinato al più presto a cadenza oraria, anche in considerazione del fatto che il continuo e progressivo trasferimento di molte attività sanitarie (visite, esami, interventi chirurgici) dall’ospedale di Merate a quello di Lecco costringe i cittadini del meratese a recarsi in auto nel capoluogo con conseguente peggioramento del traffico e dell’inquinamento atmosferico, oltre alla difficoltà di trovare parcheggio.
Il 29 gennaio alcuni rappresentanti dei due sodalizi, Tino Passoni e la portavoce Leila Dellatorre per il comitato Assistenza Domiciliare Pubblica e Giuditta Pacchiarini per il comitato di Difesa dell’Ospedale di Merate, avevano poi incontrato il sindaco Mattia Salvioni per fare ulteriore pressione, consapevoli delle difficoltà che soprattutto gli anziani hanno negli spostamenti sul territorio.
Abbiamo interpellato le autorità competenti, ma non sembra esserci al momento qualcosa di concreto. Per martedì prossimo tuttavia, il sindaco di Merate e il Direttore generale dell’Asst Lecco hanno già in agenda un incontro in cui tratteranno anche questa tematica e potrebbe forse scaturirne qualcosa di nuovo.
![OspedaleMandic.jpg (618 KB)](/public/filemanager/pub_files/ImmaginiVarie/OspedaleMandic.jpg)
“Io non demordo”, sostiene il primo cittadino Mattia Salvioni, “ma non è semplice. Ci stiamo lavorando da fine estate e abbiamo esplorato diverse ipotesi, come per esempio far fare alla navetta più fermate, ma ci sono vincoli che non possono essere superati. Inoltre bisogna tener presente i costi che non sono indifferenti. Il servizio però è molto richiesto e quindi non posso non tener conto delle esigenze dei cittadini”.
Dall’Ats Brianza l’ufficio stampa, nella persona di Thomas Denti, fa sapere che “la competenza è dell’azienda ospedaliera, anche se altri enti possono avere un ruolo. Abbiamo inoltrato la richiesta dei comitati al Direttore sociosanitario e ci faremo portatori di questo appello presso i vertici dell’Asst”.
Risponde invece in prima persona il Direttore generale dell’Asst Lecco, Marco Trivelli. In questo breve lasso di tempo ha impresso una svolta positiva nelle relazioni con le istituzioni e con il territorio, dimostrandosi disponibile e aperto al confronto.
Nel merito, tuttavia, il dottor Trivelli respinge l’idea che sia compito dell’azienda da lui diretta provvedere al trasporto degli utenti dei servizi ospedalieri: “Riguarda i Servizi sociali, e poi perché si dovrebbero trasportare i pazienti di Merate e non quelli di Premana o Calolziocorte per esempio?, dice.
Il Direttore generale conferma di stare portando avanti a questo riguardo un confronto con il sindaco di Merate.
“L’amministrazione comunale ci sta sollecitando, siamo aperti all’ascolto ma non nascondo la mia perplessità. Prima del Covid il servizio era abbastanza utilizzato, ma negli ultimi due anni di attività la navetta viaggiava con una sola persona a bordo ed era un dipendente. Se questa è la realtà ci sembra poco sensato riattivarla, sarebbe un danno per l’erario. In ogni caso il pullmino consta di soli otto posti a fronte di un costo del servizio di 40.000 euro all’anno e non è possibile attingere ai fondi del Sistema sanitario nazionale. Inoltre con tre corse giornaliere non ci sarebbe una vera e totale copertura, meglio quindi utilizzare i mezzi di trasporto pubblici che già ci sono”.
Ma anche i comitati non demordono.
“Prima del 2015 la navetta faceva un viaggio ogni ora ed era molto utilizzata, al punto che bisognava prenotarla o si rischiava di non trovare posto. Quando le corse hanno riguardato anche Bellano e sono state ridotte di numero il servizio ha perso utenti”, ricorda Leila Dellatorre. “Per molte persone anziane è difficile spostarsi con i mezzi pubblici in autonomia, dovrebbero essere comunque accompagnate. Ci sono associazioni che forniscono il servizio ma è a pagamento ed è piuttosto caro”.
A più di un mese dall’appello rivolto alle istituzioni da parte dei comitati per l’Assistenza Domiciliare Pubblica e per la Difesa dell’Ospedale di Merate, tutto tace.
Come si ricorderà i comitati chiedevano che il servizio gratuito venisse ripristinato al più presto a cadenza oraria, anche in considerazione del fatto che il continuo e progressivo trasferimento di molte attività sanitarie (visite, esami, interventi chirurgici) dall’ospedale di Merate a quello di Lecco costringe i cittadini del meratese a recarsi in auto nel capoluogo con conseguente peggioramento del traffico e dell’inquinamento atmosferico, oltre alla difficoltà di trovare parcheggio.
Il 29 gennaio alcuni rappresentanti dei due sodalizi, Tino Passoni e la portavoce Leila Dellatorre per il comitato Assistenza Domiciliare Pubblica e Giuditta Pacchiarini per il comitato di Difesa dell’Ospedale di Merate, avevano poi incontrato il sindaco Mattia Salvioni per fare ulteriore pressione, consapevoli delle difficoltà che soprattutto gli anziani hanno negli spostamenti sul territorio.
Abbiamo interpellato le autorità competenti, ma non sembra esserci al momento qualcosa di concreto. Per martedì prossimo tuttavia, il sindaco di Merate e il Direttore generale dell’Asst Lecco hanno già in agenda un incontro in cui tratteranno anche questa tematica e potrebbe forse scaturirne qualcosa di nuovo.
![OspedaleMandic.jpg (618 KB)](/public/filemanager/pub_files/ImmaginiVarie/OspedaleMandic.jpg)
“Io non demordo”, sostiene il primo cittadino Mattia Salvioni, “ma non è semplice. Ci stiamo lavorando da fine estate e abbiamo esplorato diverse ipotesi, come per esempio far fare alla navetta più fermate, ma ci sono vincoli che non possono essere superati. Inoltre bisogna tener presente i costi che non sono indifferenti. Il servizio però è molto richiesto e quindi non posso non tener conto delle esigenze dei cittadini”.
Dall’Ats Brianza l’ufficio stampa, nella persona di Thomas Denti, fa sapere che “la competenza è dell’azienda ospedaliera, anche se altri enti possono avere un ruolo. Abbiamo inoltrato la richiesta dei comitati al Direttore sociosanitario e ci faremo portatori di questo appello presso i vertici dell’Asst”.
Risponde invece in prima persona il Direttore generale dell’Asst Lecco, Marco Trivelli. In questo breve lasso di tempo ha impresso una svolta positiva nelle relazioni con le istituzioni e con il territorio, dimostrandosi disponibile e aperto al confronto.
Nel merito, tuttavia, il dottor Trivelli respinge l’idea che sia compito dell’azienda da lui diretta provvedere al trasporto degli utenti dei servizi ospedalieri: “Riguarda i Servizi sociali, e poi perché si dovrebbero trasportare i pazienti di Merate e non quelli di Premana o Calolziocorte per esempio?, dice.
Il Direttore generale conferma di stare portando avanti a questo riguardo un confronto con il sindaco di Merate.
“L’amministrazione comunale ci sta sollecitando, siamo aperti all’ascolto ma non nascondo la mia perplessità. Prima del Covid il servizio era abbastanza utilizzato, ma negli ultimi due anni di attività la navetta viaggiava con una sola persona a bordo ed era un dipendente. Se questa è la realtà ci sembra poco sensato riattivarla, sarebbe un danno per l’erario. In ogni caso il pullmino consta di soli otto posti a fronte di un costo del servizio di 40.000 euro all’anno e non è possibile attingere ai fondi del Sistema sanitario nazionale. Inoltre con tre corse giornaliere non ci sarebbe una vera e totale copertura, meglio quindi utilizzare i mezzi di trasporto pubblici che già ci sono”.
Ma anche i comitati non demordono.
“Prima del 2015 la navetta faceva un viaggio ogni ora ed era molto utilizzata, al punto che bisognava prenotarla o si rischiava di non trovare posto. Quando le corse hanno riguardato anche Bellano e sono state ridotte di numero il servizio ha perso utenti”, ricorda Leila Dellatorre. “Per molte persone anziane è difficile spostarsi con i mezzi pubblici in autonomia, dovrebbero essere comunque accompagnate. Ci sono associazioni che forniscono il servizio ma è a pagamento ed è piuttosto caro”.
A.Vi.