Parco del Curone, Zardoni: occorre “bilanciare” la tutela con le esigenze di residenti, visitatori e degli operatori economici

Giovanni Zardoni, cernuschese doc, già capo delle Guardie Ecologiche Volontarie del Parco di Montevecchia e Valle del Curone, dopo una elezione tormentata per le divisioni tra i comuni-soci ha ottenuto la nomina a presidente dell’Ente, succedendo a Marco Molgora. Zardoni ha trascorso una trentina d’anni nel sistema parco e ne conosce ogni angolo. Già cinque anni fa era in corsa per la presidenza, candidato dalla sindaca di Cernusco di centrosinistra ma poi, con solo qualche astensione, la maggioranza dei comuni soci aveva scelto Molgora. Questa volta Zardoni ha voluto giocarsi la partita fino in fondo potendo contare sui sindaci di centrodestra e, soprattutto, sulla Provincia di Lecco che, diversamente dal passato, ha votato.

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Prima di affrontare il tema del programma quinquennale riavvolgiamo il nastro per capire meglio come si è arrivati sin qui. Lei voleva a tutti i costi essere presidente, questo è apparso subito chiaro. Perché tanta animosità verso il suo predecessore Marco Molgora?
Non ho mai avuto alcuna animosità nei confronti di Marco Molgora: quale Coordinatore delle Guardie Ecologiche Volontarie (GEV) ho sempre collaborato con lui lealmente nei suoi cinque anni di Presidenza.
Mi spiace invece che dopo la mia nomina a Presidente purtroppo non ho avuto da lui alcun passaggio di consegne e, nonostante diversi miei tentativi, non sono più riuscito ad avere con lui contatti.
Diventare Presidente è stato un mio desiderio in quanto, dopo 27 anni di volontariato speso per il Parco,  credo fermamente nel programma che ho presentato  e che spero lascerà tra cinque anni un Ente Parco migliore di quello attuale.


Quali sono stati i suoi rapporti in qualità di Coordinatore delle Guardie Ecologiche volontarie con Molgora e il direttore Cereda?
Su Molgora ho già risposto sopra. Per quanto riguarda il direttore Cereda stava gerarchicamente sopra di me quale Responsabile del Servizio di Vigilanza Ecologica: come con ogni “Capo” il rapporto è stato a volte costruttivo, a volte dialettico, a volte più difficoltoso. Non ho condiviso, per esempio, come la quasi totalità delle GEV, il suo progetto di riorganizzazione del servizio che, anche se un po’ affievolito, alla fine il Consiglio di Gestione ha approvato. Ma anche con lui ho sempre collaborato senza problemi.


Conferma che l’inaugurazione dell’hotel di Cernusco che ha beneficiato di un contributo regionale di ben 500mila euro è stata l’occasione per stringere accordi con esponenti del centrodestra tra cui il suo sindaco Toto che l’ha candidata, Pendeggia sotto l’egida del consigliere regionale Mauro Piazza?
Confermo che, in qualità di cittadino cernuschese, ero presente all’inaugurazione dell’hotel, come spesso accade quando viene aperta una nuova struttura nel paese in cui abiti. Confermo anche che quella sera mi è stato presentato il consigliere regionale Mauro Piazza, ma non vi era la necessità di stringere alcun accordo, tanto più in una sede “irrituale” come quella. 


Quali accordi preventivi ha preso e su quali basi per ottenere l’appoggio incondizionato di Marco Panzeri partendo dal dato storico dell’appartenenza al PD del sindaco di La Valletta Brianza?
Anche in questo caso, nessun accordo. Conoscevo il Sindaco Marco Panzeri da anni e lo stesso, in sede di presentazione del mio programma ai Sindaci, si è evidentemente convinto che tra i due programmi presentati era quello che lo convinceva di più.


Quando ha preso la parola dopo l’elezione minoritaria, cinque sindaci a favore, sette astenuti e solo la Provincia ha fatto la differenza, ha detto di non pensare di essere tanto divisivo. Che spiegazione si è dato?
Si è molto insistito su questo concetto di “elezione minoritaria” ma devo in realtà dire che diversi dei Comuni che si sono astenuti ci hanno tenuto a farmi sapere che non avevano nulla contro la mia persona e che mi ritenevano una persona adatta e competente per l’incarico: l’unica spiegazione che mi sono dato quindi è che è stata tutta una questione “politica”. 
Mi spiace, ovviamente, ma per quanto mi riguarda ho già voltato pagina e mi considero il Presidente che ha la fiducia di tutti gli Enti che compongono il Parco. Ed in segno di rispetto a tali Enti sto andando ad incontrare singolarmente tutti i membri della Comunità del Parco. Ringrazio i vari Sindaci che mi hanno già ricevuto, è stata una iniziativa che non ha precedenti e che si è rivelata molto utile e gradita. Sono fiducioso che l’approvazione delle linee di mandato da parte della Comunità del Parco possa invece avere una maggioranza più ampia. A dicembre e gennaio ho inoltre già incontrato alcune delle associazioni ambientaliste che si sono preoccupate del cambio di presidenza e, non appena approvate le linee di mandato, organizzerò una riunione congiunta con le stesse per iniziare un nuovo percorso di condivisione e sostegno all’azione del Parco.


A proposito della Provincia, non le è parso evidente di essere un “cavallo” nella scacchiera del centrodestra determinata a occupare qualsiasi poltrona pubblica?
No, in quanto mi sento un uomo “di centro” e non ho tessere di partito in tasca. Sono una persona politicamente indipendente e sto davvero coinvolgendo molto di più, rispetto a quanto è stato fatto in passato, l’intero Consiglio di Gestione, con il quale nei prossimi giorni concluderò la stesura delle linee di mandato da sottoporre alla Comunità del Parco e che seguiremo nei prossimi cinque anni: c’è davvero tanto da fare e sono certo che tutta la Comunità del Parco sosterrà l’azione del Consiglio di Gestione. Per questo motivo, altra novità, sto organizzando delle “visite guidate” del Consiglio nel Parco: credo sia importante “conoscere per decidere”.


Ha visto ancora la signora Alessandra Hofmann, presidente della provincia, a cascina Butto?
Al pari dei Sindaci, la incontrerò nei prossimi giorni quale “socio” della Comunità del Parco.
Ma ci siamo già sentiti anche telefonicamente. Al Butto non l’ho ancora vista in quanto non c’è ancora stata nessuna seduta di Comunità del Parco dopo il 16 dicembre scorso, ma sono fiducioso che sarà presente alla prossima, direttamente o tramite il suo delegato.
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Giovanni Zardoni al momento della sua elezione

Veniamo a noi, la destra ha giudicato Marco Molgora troppo rigido, Marco Panzeri, un “gendarme”, la Hofmann, poco “proattivo”. Sono critiche fondate o intrise di pregiudizio politico?

Mi sembra che le critiche siano state mosse verso l’azione del Parco nel passato, più che alla persona. Come già detto, evidentemente la mia proposta di programma è stata ritenuta più convincente.


Ci spiega che cosa si intende esattamente per “Distretto del cibo”?
Si tratta di un Consorzio recentemente costituito, che raggruppa diverse aziende agricole e non solo, operanti nei Comuni di La Valletta Brianza, Montevecchia e Olgiate Molgora: ha sede presso il Municipio di La Valletta Brianza.


Quando è partita questa iniziativa? A opera di chi? Quanti operatori ne fanno parte? Esiste già un brand?
L’iniziativa è partita a fine gennaio e viene presentata ufficialmente il 12 febbraio: in quella sede verranno date tutte le info relative. Il Parco non è coinvolto in questa iniziativa ma vede con interesse la sua nascita.


Come pensa di sviluppare questa iniziativa? Quale programma ha per “aprire”, come è stato sollecitato dal centrodestra, agli operatori e ai residenti all’interno del Parco?
La domanda pone due punti completamente diversi.
Quanto al Consorzio legato al Distretto del Cibo, la Presidente Marta Galimberti ha già chiesto un incontro al Parco per presentare la nuova realtà associativa, e lo sviluppo del Consorzio è in capo agli associati. Per quanto riguarda il poter far sentire il Parco più “vicino” ai residenti e agli operatori economici del Parco, rimando la risposta alla prossima domanda.


 Ci dica cinque punti qualificanti dei venti del suo programma illustrato ai sindaci in fase preelettorale.
Cinque punti sono da un lato forse troppi da approfondire senza dilungarsi, ma nel contempo sono pochi per illustrare le tematiche più importanti, ma ci provo.

1) Prima di tutto mi piacerebbe che si pensasse all’Ente Parco come ad una Comunità composta dai Comuni soci e dalla Provincia di Lecco, supportati da Regione Lombardia, con l’ovvio scopo prioritario di gestire il Parco dal punto di vista naturalistico, ma anche con l’opportuna capacità di riuscire a bilanciare le necessità di tutela con le esigenze delle comunità residenti, degli operatori economici e dei visitatori. Unendo le forze e le capacità pubbliche con quelle private, sono convinto che tutto il territorio del Parco potrà fare un salto di qualità. Tutti gli attori devono quindi sentirsi “parte attiva del Parco” e concorrere all’obiettivo comune di preservare, ma anche valorizzare, questa magnifica area e non pensare invece al Parco come ad un Ente lontano ed impositore di vincoli, ma anche come ad un Ente che può portare servizi e benessere agli Enti Soci, ai cittadini residenti e visitatori ed agli operatori economici del Parco. Le procedure vanno “sburocratizzate” il più possibile.

2) Bisogna poi trovare le modalità per aumentare le cosiddette “entrate di parte corrente” che sono quelle che finanziano le “spese di tutti i giorni”, quali per esempio la manutenzione dei sentieri ed il sostegno al volontariato. Ho in mente un’azione che si sviluppi su tre fronti: in primo luogo con la Regione Lombardia, per cercare di ottenere una modalità di finanziamento che tenga conto non solo degli abitanti dei Comuni del Parco (che lo portano ad essere uno dei più piccoli della Regione) ma anche dell’area di influenza dello stesso, e penso soprattutto al milanese ed al monzese. Va approvato un regolamento per le sponsorizzazioni: abbiamo tante aziende virtuose sul territorio che potrebbero contribuire alla causa della tutela del Parco e della sua biodiversità. Va valutata anche la modalità più opportuna per “intercettare” la possibilità di un contributo volontario da parte dei visitatori, magari favorendo la costituzione di una “Associazione Amici del Parco” che con i suoi iscritti raccolga fondi e fornisca nuova linfa ai volontari.

3) Va sostenuto tutto il volontariato che dà una mano nella gestione del Parco nei vari ruoli interni (GEV, Gruppo Volontari, Protezione Civile/Antincendio Boschivi e Volontari Civici di Merate impegnati al Lago di Sartirana) e nelle associazioni che collaborano già con il Parco: sono una risorsa inestimabile, come i valori naturalistici del nostro amato Parco. Bisogna proseguire l’integrazione della Riserva Naturale del Lago di Sartirana.

4) Va sicuramente fatta più comunicazione, anche per favorire la nascita di una maggiore consapevolezza verso i valori ambientali del Parco sia da parte dei visitatori che dai residenti e dagli operatori economici.

5) Bisogna porre finalmente le basi per risolvere il problema delle diverse aree dismesse esistenti nel Parco: vere e proprie ferite da rimarginare per riconnettere la naturalità nel Parco da un lato, ma anche un’opportunità da cogliere per eventuali strutture al servizio del Parco, dei visitatori e degli operatori economici.


 L’area della ex Fornace è già stata visitata da Lei con il sindaco Marco Panzeri. Ci sono progetti in arrivo?
In realtà l’ho visitata senza il Sindaco Marco Panzeri ma con il Consiglio di Gestione. Ma so che anche l’Amministrazione Comunale di La Valletta Brianza ha a cuore la risoluzione di questo problema, dato che ne abbiamo parlato anche in occasione della mia visita al Sindaco Panzeri e alla sua Giunta. Purtroppo progetti ad oggi non ce ne sono, essendo un’area interamente di proprietà privata ed essendoci una certa difficoltà di interlocuzione con la società proprietaria.
Nelle prossime settimane tenteremo un primo approccio costruttivo con il privato come Ente Parco: speriamo che sia un contatto proficuo.
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Tra poco ci sarà un’altra udienza per l’asta di Galbusera Bianca. Che ne pensa?
Anche quella è una proprietà privata e l’eventuale cambio di proprietà non ne cambia né la destinazione urbanistica né i vincoli presenti sul complesso immobiliare, tra i quali vi è anche un vincolo di non edificabilità a favore del Parco che grava su tutti i terreni del compendio.


Qualcuno lamenta la difficoltà a raggiungere in auto le due Galbusere. Pensa sia necessario intervenire sulla viabilità?
La strada di accesso alle Galbusere ha sicuramente dei punti pericolosi, sia per i pedoni che per le auto: si sono verificate anche alcune uscite di strada per fortuna senza feriti. Il Comune di La Valletta Brianza ha recentemente deliberato la costituzione di una ZTL per limitarne l’utilizzo, se ne parlerà congiuntamente al Comune quando il Ministero competente approverà la proposta di regolamentazione studiata dal Comune.
Sempre Marco Panzeri ha fatto intendere che in quella zona servirebbe un ampio parcheggio. Si sta studiando qualche modalità per soddisfare questa esigenza?
In realtà non ho colto da Marco Panzeri la necessità di inserire un ampio parcheggio in zona. Si sta invece ipotizzando con i Comuni interessati di inserire dei parcheggi più piccoli di corollario alla “Valle del Curone”, in modo da salvaguardare una delle zone che, soprattutto in primavera, sono tra le più gettonate dai visitatori del Parco.


Intende sviluppare l’attività di acquisizione di aree boschive da privati? E l’utilizzo di Ca’ Soldato le sembra adeguato o è da potenziare?
Il Parco valuta sempre la possibilità di acquisire aree boschive dai privati, non appena la Regione Lombardia mette a disposizione dei fondi appositi, per poter effettuare interventi di riqualificazione forestale. Invito eventuali proprietari che volessero donare o vendere i loro boschi al Parco di segnalarlo a info@parcocurone.it
Ca’ Soldato viene oggi molto sfruttata dalla educazione ambientale del Parco durante la settimana e dai visitatori del Parco durante i fine settimana: è un gioiellino che oggi viene mantenuto completamente in ordine con l’esclusiva forza dei volontari del Parco.
La sua situazione dovrà pertanto essere in futuro oggetto di valutazioni oggettive e realiste.
Claudio Brambilla
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