Airuno: Lucia e Isidoro, un amore che dura da 70 anni

Sono nozze di "titanio" quelle di Lucia Bassogno, classe 1936, e Isidoro Pensini, classe 1930 originari di Berbenno di Valtellina ma residenti da sempre ad Airuno.
La loro unione, infatti, resiste alle peripezie della vita da ben 70 anni e si è forgiata sulla pazienza, la sopportazione, il rispetto e quella simpatia nata a 15 anni, dopo un gelato rifiutato perchè “mia mamma diceva di non dare confidenza ai ragazzi perchè poi ti prendono in giro” e mai più scemata.
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Dopo una vita di lavoro, dedicata alla famiglia e alla casa, oggi i due “sposini” si godono la vecchiaia nella loro abitazione di Airuno, modellando solo le abitudini di sempre agli acciacchi dell'età.
Quindi la colazione preparata da Lucia, da settant'anni a questa parte, ma gustata a letto da Isidoro le cui gambe ogni tanto fanno qualche scherzo e non gli consentono di sedersi più stabilmente a tavola con lei, il pranzo e la cena cucinati sempre da Lucia e poi le giornate trascorse tra qualche chiacchiera, un po' di televisione, le visite di figlie e nipoti. Ma sempre insieme.
Perchè quando Lucia esce per piccole commissioni di un'ora, Isidoro non sta tranquillo. “Fino a quando non ritorna non sono calmo, ho sempre paura che le succeda qualcosa” racconta dalla sua poltrona, con voce pacata ma ferma.
Ferroviere in pensione, aveva ereditato il mestiere dal papà.
La famiglia, infatti, risiedeva a Berbenno ma l'assegnazione al comparto della stazione Centrale di Milano aveva costretto i Pensini a trasferirsi più a valle, in una zona servita dai treni e più vicina alla metropoli. La scelta nel 1948 era caduta così su Airuno da dove il papà capotreno partiva facilmente dalla stazione e vi ritornava senza viaggi troppo lunghi o complicati.
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Il giorno delle nozze

A Berbenno, però, era rimasta la nonna e quindi le visite in valle erano frequenti.
Durante una di queste “rimpatriate” alla festa di san Pietro, Isidoro allora ventenne aveva incontrato Lucia, che di anni ne aveva solo 15. “Eravamo al carretto del gelato” ha raccontato la donna, lucidissima nel fare un tuffo nel passato di diversi decenni “ad un certo punto Isidoro si è avvicinato e voleva offrirmi un gelato. La mia mamma, però, mi aveva detto di stare attenta ai ragazzi perchè cercavano sempre di prendere in giro le femmine e avevano altri scopi. Allora io secca ho risposto: i soldi per il gelato li ho anche io”.
Un approccio non dei più fortunati tanto che solo l'insistenza del padre aveva convinto Isidoro a tornare alla carica. “Ero rimasto molto male da come mi aveva trattato, io volevo solo regalarle un gelato. Mio papà allora mi aveva convinto a tornare su a Berbenno per incontrarla e la seconda volta è andata meglio”.
Senza telefoni né sistemi di messaggistica particolare, i due avevano iniziato così a frequentarsi, vedendosi una volta al mese (con il "fidanzato" arruolato nei lavori di campagna dal futuro “suocero”) ma soprattutto scrivendosi specie quando Isidoro era partito per il servizio militare.
“Mi mandava tante lettere e io mi facevo aiutare dalle mie amiche a rispondere perchè non ero brava con la scrittura, me la cavavo meglio a voce” ha ricordato Lucia che una volta compiuti i 18 anni era convolata a nozze, il 22 gennaio del 1955.
Era un sabato mattina e a sposarli era stato don Pietro.
Con abiti della “festa” (il bianco non era ancora stato assurto a colore delle nozze, ndr) i due sposini si erano giurati amore eterno e poi con gli invitati, un centinaio, erano andati a pranzo all'osteria del Traversi. Terminato il conviviale i due novelli sposi, erano ritornati ad Airuno in treno, da dove Isidoro era partito al mattino, e il giorno successivo era ricominciata la vita normale, tra lavoro nei boschi e nei campi e faccende di casa.
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Con alcuni degli invitati il giorno delle nozze

“Faceva freddo e così Isidoro era andato con mio papà a cercare la legna mentre io ero rimasta a mungere le mucche” ha proseguito Lucia “non abbiamo fatto nessun viaggio di nozze, ma del resto noi abbiamo sempre trascorso una vita semplice, non sperperando i soldi ma concedendoci comunque tante belle cose, senza esagerare”.
Complice le agevolazioni per chi lavorava nelle ferrovie, la coppia aveva sempre viaggiato in treno tanto da non avere mai avuto una macchina. “Ci siamo sempre spostati così, senza problemi. Abbiamo fatto le nostre vacanze e gite di un giorno: preparavo un panino, un formaggino e del salame, qualcosa da bere e mettevo tutto nel cestino. Poi quando arrivavamo a destinazione, visitavamo la città ec ercavamo un angolo per mangiare” ha ricordato con un pizzico di commozione Lucia.
Una vita semplice, dunque, senza sfarzi né eccessi, ma vissuta giorno dopo giorno nella comprensione e nella pazienza.
“Io dico sempre alle mie figlie (Annamaria - della scuola guida Buratti - e Ivana) e ai nipoti che bisogna evitare le discussioni e lasciar correre. Anche noi abbiamo avuto i nostri battibecchi ma duravano il tempo della chiacchierata e poi basta”.
Lecito chiedere i pregi e i difetti di ciascuno.
Per Lucia non ci sono dubbi: Isidoro è un po' permaloso e troppo pignolo “ma è tanto bravo”.
Dal canto suo Isidoro risponde lapidario: “lei non ha difetti, ha sempre lavorato e badato alla casa”.
Pochi e semplici ingredienti, sufficienti per un amore che dura ormai da più di settant'anni.
S.V.
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