Church pocket/49. Una Cattedra che brucia: il papato come potere di chi sa servire

C'è qualcosa di paradossale e quasi comico nel dover proteggere una cattedra che, per sua stessa natura, non dovrebbe essere un trono da difendere ma un fuoco che arde, una fiamma che illumina e consuma chi vi siede. Diciamocelo: quando sentiamo parlare della "Festa della Cattedra di San Pietro", l'immagine che ci viene in mente non è esattamente quella di una celebrazione. Magari qualcuno immagina una sedia antica e polverosa In realtà, la Cattedra di San Pietro, che sarà celebrata il prossimo 22 febbraio nel rito romano, celebrata già il 18 gennaio nel rito ambrosiano, non ha nulla a che vedere con un mobile di antiquariato o una sedia comoda. Questa festa è un appello metaforico al ruolo di Pietro come primo pastore della Chiesa universale, la “roccia” su cui Cristo ha scelto di costruire la sua comunità. La cattedra è segno dell’insegnamento, della guida pastorale del Gregge affidato da Cristo a Pietro e, dopo di lui, ai suoi successori. Insomma, non stiamo parlando di una comune poltrona, quella dei famosi artigiani della qualità ma di un primato della Carità. È la metafora perfetta per un'autorità che, nel caso di questo Pietro, più che imporsi dall’alto, si china per servire. Ma chi era davvero? E perché un semplice pescatore della Galilea, con il carattere di un vulcano e la tendenza a combinare casini, è finito non solo a guidare la Chiesa nascente, ma anche ad avere due feste?
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Simone, figlio di Giona, era un pescatore della Galilea. La sua vita venne scombinata da quell’invito di Gesù che cambiò tutto: “Seguimi, e ti farò pescatore di uomini” (Mt 4,19). Spostato - perché Gesù gli guarisce la suocera - Pietro, ribattezzato così da Gesù - si distinse per il suo entusiasmo e la sua impulsività. Nei Vangeli, è così entusiasta che parla prima di pensare, impulsivo e timoroso persino da rinnegare il suo Maestro. È un uomo di fede semplice: quando Gesù cammina sulle acque, chiede di poterlo raggiungere ma la sua fede vacilla, e inizia ad affondare. Pietro è uno di noi, un uomo fragile ma amato da Cristo. Questo episodio c’è la chiave della fede di Pietro: un pendolo tra fiducia e paure, simbolo anche della nostra lotta interiore tra fede e ragione. Dopo la risurrezione di Cristo, Pietro diventa guida della comunità cristiana, già consacrata nel Vangelo di Matteo, al capitolo 16: “Tu sei Pietro e su questa pietra edifico la mia Chiesa”. Le sue prediche, riportate nei primi versetti del libro degli Atti degli Apostoli, mostrano un uomo plasmato e rinnovato dallo Spirito Santo: da pescatore impetuoso diventa leader coraggioso. Secondo la tradizione, Pietro viaggiò fino a Roma, dove guidò la Chiesa locale e subì il martirio sotto l’imperatore Nerone. La Basilica di San Pietro in Vaticano sorge sul luogo della sua sepoltura. Durante il martirio, si narra che Pietro, sentendosi indegno di morire come Cristo, chiese di essere crocifisso a testa in giù, a simbolo della sua totale dedizione a Cristo.

Pietro non è stato un sovrano con uno scettro, né un capo che impartiva ordini dall’alto di un trono dorato. Era piuttosto un "fratello maggiore", scelto per guidare un gruppo di uomini tanto coraggiosi quanto fragili, tanto pieni di fede quanto inclini al dubbio. Primus inter pares, il primo tra pari, non per superiorità, ma per una chiamata divina che lo ha posto alla guida di una comunità nascente, più simile a un gruppo di sognatori sgangherati che a un'organizzazione strutturata. E oggi, mentre contempliamo la sua “cattedra”, ricordiamo che quel seggio non è mai stato un simbolo di dominio, ma una postazione da cui lanciare un messaggio di unità, amore e servizio incondizionato.
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E così, alla fine di questo viaggio nella vita di Pietro, possiamo dire una cosa con certezza: la sua cattedra non è una poltrona di comando, ma un seggio di servizio. E ogni volta che ci troviamo davanti a una scelta difficile, magari possiamo ricordare Pietro: un uomo che ha saputo amare, sbagliare, cadere, e infine rialzarsi, diventando davvero la roccia su cui è costruita la Chiesa. E ora, se volete onorare davvero San Pietro, fate come lui: alzatevi, camminate con coraggio e non abbiate paura di amare… anche se a volte significa camminare sulle acque. In fondo, se la Cattedra di Pietro brucia, è segno che è ancora viva. Meglio una Chiesa che arde e si consuma, piuttosto che una che resta intatta perché non ha più nulla da dire.

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Rubrica a cura di Pietro Santoro
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