Merate: le tasse salgono mentre i tronchi cadono

Egregio Direttore,
nel leggere l'ultimo articolo sul destino verde di Merate, mi ha colpito quanto sia agevole per le nostre amministrazioni ricorrere a vecchie scuse per giustificare azioni tanto drastiche quanto discutibili. Si parla di abbattere gli alberi come se fosse l'unica soluzione disponibile, ammantando ogni decisione con la solita litanie di malattie presunte, quasi fossero diagnosi inappellabili lanciate da un tribunale più interessato a liberare spazio che a preservare il polmone verde della città. La storia si ripete, implacabile e prevedibile come un copione ben rodato: alberi sani, a detta di chi li ha visti crescere dalle proprie finestre, vengono improvvisamente etichettati come irrimediabilmente malati.
E così, sotto il peso di questa sospetta condanna, le seghe ruggiscono e la vegetazione decade, mentre il verde di Merate si assottiglia come la pazienza dei suoi cittadini. Non si tratta solo di un fatto di estetica urbana o di manutenzione ordinaria; è una questione di etica pubblica. È facile nascondersi dietro il paravento delle malattie arboree per procedere con piani che hanno poco a che vedere con la salute pubblica e molto con la progettazione urbana che guarda a logiche spesso lontane dall'interesse collettivo. E questo modus operandi non fa altro che alimentare il sospetto che dietro ogni albero abbattuto non ci sia una reale necessità, ma una scelta opportunista.
E mentre si tagliano gli alberi, quasi con un fervore chirurgico, il tessuto polmonare della nostra città si infiamma ulteriormente con l'inquinamento, che continua a soffocarci, mantenendosi ben oltre ogni soglia accettabile di qualità dell'aria.
Un vero paradosso: si eliminano i nostri naturali purificatori d'aria mentre l'aria stessa diventa sempre più irrespirabile.
Questi sono i giochi di prestigio burocratici che fanno perdere credibilità agli occhi della popolazione, soprattutto quando le tasse comunali salgono e i tronchi cadono. Non è giusto che, mentre le tasche dei cittadini si alleggeriscono, i loro parchi si spogliano con la stessa velocità. È tempo che l'amministrazione smetta di giocare a nascondino dietro alibi di comodo e inizi a fare i conti con una gestione trasparente e rispettosa dell'ambiente.
Merate non merita di essere trasformata in un deserto per colpa di scelte poco chiare e molto discutibili. Gli abitanti di questa città meritano di conoscere la verità e di vivere in un ambiente che possa essere chiamato, senza vergogna né riserve, "verde". Con sincero rispetto e una crescente impazienza.
L'Osservatore Ironico
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