Osnago: Paola Finzi racconta la Shoah alle classi quinte

Per il terzo anno consecutivo, e una videoconferenza tenutasi ai tempi della pandemia, Paola Vita Finzi è tornata, nel pomeriggio di venerdì 31 gennaio, al cine teatro Sironi dell'oratorio di Osnago per incontrare gli alunni delle classi quinte dell'istituto comprensivo Bonfanti e Valagussa, per raccontare la sua vita in fuga durante il periodo Nazi-Fascista.
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Paola Vita Finzi con la vicesindaca di Osnago Maria Grazia Caglio, le insegnanti e Renata Valagussa, vicesindaca di Cernusco Lombardone
A condurre l'incontro sono stati i giovani Ginevra e Aron della primaria di Cernusco, che con domande puntuali hanno fatto ripercorrere l'infanzia della Milanese, sconvolta nel 1943, all'età di undici anni, dall'aumento delle persecuzioni contro gli ebrei. “Vorrei ricordare che nel 2025 sono passati 80 anni dal 1945, l'anno importantissimo della liberazione, l'anno in cui si è spento un periodo molto buio e abbiamo ricominciato a vivere. Il 25 aprile va festeggiato e vi invito tutti a tenere questa data nella mente” ha rimarcato Finzi prima di catapultare i presenti in un viaggio dal 1938, quando, in quanto ebrea, non poté iniziare il primo anno di scuola primaria, al 1945 con la fine della guerra e il ritorno a casa, a Milano.
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La relatrice ha descritto nei dettagli la fuga con la famiglia in Svizzera, dopo l'armistizio di Cassabile dell'8 settembre 1943, per evitare di cadere prigionieri dei tedeschi. Il 14 dicembre 1943 la famiglia è stata guidata da contrabbandieri fidati, in treno fino a Varese, per poi fare un tratto in macchina fino ai boschi lungo il confine. Dopo una camminata al buio tra gli alberi, evitando i soldati tedeschi che pattugliavano la zona, strisciando sotto la rete sono riusciti ad arrivare in Svizzera. “Abbiamo avuto molta fortuna, tanti nostri amici sono stati traditi dai contrabbandieri o altri non sono riusciti a fuggire, come la famiglia Morais, che conoscevamo sin da piccoli, che dopo un tentativo di fuga fallito sono dovuti tornare a Sondrio, dove sono stati catturati e deportati senza mai fare ritorno”.
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Con un po' di fortuna e diversi spostamenti, tutta la famiglia Finzi, padre, madre e i tre figli, riuscì con successo a nascondersi, nonostante per un periodo, tra le loro mura visse un soldato nemico, che però era contrario a Hitler. Nel ritorno alla normalità dopo la liberazione, Paola Finzi decise di iscriversi a chimica industriale presso l'università degli studi di Milano, un indirizzo ispirato da Primo Levi, che riuscì a sopravvivere ad Auschwitz per le sue conoscenze nel campo, che gli permisero di lavorare in laboratorio ed evitare così per un periodo i lavori forzati.
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Al termine dell'incontro Paola ha voluto regalare ad ogni plesso il libro "Emilia Levi. Fiori di speranza", in memoria di quella bambina che la Finzi conosceva bene e che perì con l'intera famiglia ad Auschwitz. “Il 23 gennaio davanti alla loro casa sono state collocate le Pietre d'Inciampo in loro onore. Per me è stata una grande emozione ricordare con queste piccole pietre queste persone che non sono seppellite in nessun cimitero. Questo libro cerca di far rivivere Emilia e tutte le persone che sono scomparse così brutalmente”. La vicesindaca di Cernusco Renata Valagussa ha proposto agli insegnanti e ai ragazzi di aderire al progetto “Le mille Emilia”, per scrivere una lettera o una poesia a Emilia e poi mostrare i lavori all'autrice del libro Marzia Lodi.
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Paola Vita Finzi con gli alunni coinvolti nell'incontro
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Dopo aver ascoltato con attenzione e interesse, gli alunni hanno concluso l'intervento con un ringraziamento all'ospite. “Ringraziamo Paola Vita Finzi per questo incontro, ascoltando la sua storia ci siamo resi conto della sua forza e del suo coraggio. Per noi è stata una fortuna averla incontrata, ora grazie a lei, siamo diventati anche noi testimoni. Ricorderemo e racconteremo la sua storia alle persone che conosciamo”.
I.Bi.
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