Ponte sull'Adda: le ipotesi e le criticità. Tanti all'incontro

Tra 150 e 200 le persone presenti, alcune anche in piedi: oltre a cittadini e amministratori dei 25 comuni dell’Isola bergamasca e Val San Martino, numerosi da Meratese e Vimercatese e alcuni da Mozzo e Curno, dove già stanno sperimentando l’invadenza cantieristica di Rete Ferroviaria Italiana (RFI Spa, gruppo FS), mitigata solo dal ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale e dalla capacità negoziale dell’Amministrazione comunale.
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L’attenzione è massima, quando Silvano Capelli, Coordinatore del Partito Democratico della Zona, inizia a esporre il risultato di anni di ricerca-progetto del Gruppo “Ambiente e Mobilità sostenibile”. Sia pure limitata dall’indisponibilità delle mappe illustrative predisposte, per malfunzionamento del proiettore dell’aula consiliare, l’esposizione viene recepita e se ne coglie la portata dirompente: parla di Sistema Integrato di Mobilità Intermodale (ferrovia, strade e ciclo-pedonali) del Territorio e non di singole opere o modalità di trasporto, del suo interagire con quelli degli altri Territori, oltre l’Adda, oltre il Brembo e verso le Orobie e del suo essere parte integrante del più generale Sistema di mobilità regionale, comprendente anche Alta Velocità e Alta Capacità ferroviaria e Aero-trasporto; contesta lo squilibrio tra ferro e gomma/asfalto, la mancata competitività dell’offerta ferroviaria rispetto al trasporto privato su strada, per passeggeri e, soprattutto, per colli-corrieri e merci, causata da arretratezza e inaffidabilità della rete ferroviaria, irta di ostacoli e strozzature, mancate predisposizioni a collegamenti diretti tra città e tra aeroporti, senza passare da Milano, all’uso delle medesime linee per treni regionali veloci e frequenti tram-treni locali e a interscambi facili e veloci, tra diversi treni e modalità di trasporto e dall’oppressione esercitata da regole, organizzazione e mentalità arcaiche di R.F.I., dal “monopolio” di Trenord, “conflitto di interessi” tra Regione proprietà e Regione pianificatrice e committente e, last but not least, dal dominio dell’ideologia “lasciar fare”.
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Fa precise proposte: di pratica dello Scenario 2 RFI, con spostamento a valle del nuovo ponte, ferroviario e stradale, tra Medolago e Cornate d’A.; per la ferrovia con raddoppio dei binari, da Curno (dove terminerà con il PNRR) a Seregno (MB) e predisposizione ai tram-treni (passeggeri e Colli) la linea da Calusco (Ponte San Michele) a Bergamo, con almeno 10 fermate intermedie, di cui due (Calusco-Baccanello e Ponte San Pietro) di interscambio con i treni regionali, con sviluppo in seguito della rete, verso sud fino a Brembate-Capriate e verso nord, in due direttrici, fino a Cisano e fino a Villa d’Almè; per la strada il collegamento del ponte all’Asse interurbano di Bergamo (CarvisiCabanetti), con circonvallazione sud di Terno d’Isola e bretelle di connessione nord alla rotatoria di Carvico verso Villa d’Adda e sud alla provinciale tangente Filago, in zona industriale e, sulla sponda destra dell’Adda, sia verso la Tratta C di Pedemontana, a Vimercate, previa bretella di connessione della stessa allo svincolo di Cavenago tra A4 e TEEM verso le autostrade BreBeMi e A1 sia, verso sud, in direzione di Grezzago-Gessate (Mi). La sequenza dei relatori programmati prosegue con Giudici, Segretario PD di Bergamo, che mette a fuoco le necessità di un approccio di sistema di mobilità e non basato su singole opere, di un’opera architettonica che non danneggi l’attuale ponte San Michele, pregio dell’ingegneria europea della seconda metà del XIX secolo, di tempi stretti di realizzazione e di opere che compensino le criticità; conclude dicendo che non si può pensare ai ponti senza considerare, da un lato, la ferrovia a doppio binario da Curno a Carnate e, dall’altro, tutta la rete stradale e ciclopedonale dell’Isola bergamasca, territorio troppo trascurato dalla Regione.

Il consigliere regionale PD Casati che denuncia che solo una volta, in Consiglio regionale s’è parlato dell’argomento e che, comunque, la vita operativa del ponte attuale, secondo RFI, cesserà nel 2030, ma che, pur in presenza di una differenza di costi, tra i 370,00 Milioni di € dello Scenario RFI 1, voluto dal Ministro Salvini e dall’Assessora regionale Terzi e i 670,00 Milioni dello Scenario RFI 2, proposto dal PD zona Isola Bergamasca, siano da considerare i costi di integrità e salute degli abitanti e dei tempi in coda degli automezzi delle imprese e di chi lavora, studia e deve utilizzare i servizi; conclude che non è solo un problema di collegamenti e bretelle, ma dell’insieme del progetto. Il consigliere regionale PD Fragomeli, componente della Commissione infrastrutture, ricorda che 10 anni fa l’azione congiunta delle Istituzioni ottenne in poco tempo oltre 21 milioni per la manutenzione straordinaria del ponte San Michele, che – secondo RFI – avrebbe dovuto prolungare di 50 anni la sua operatività, ferroviaria e stradale che, ancorché commercialmente molto limitata, alla prima verifica, è stata ridotta a 10 anni; dichiarandosi meravigliato che – per un’opera prioritaria così strategica - l’audizione di RFI l’abbia dovuta richiedere l’opposizione (gennaio 2024) e sia avvenuta solo 6 mesi dopo, dichiara tutta la sua perplessità verso l’ancora mancato finanziamento; aggiunge che la ferrovia riguarda passeggeri e merci pesanti e configura una soluzione circolare regionale (non AV/AC), diversa dall’attuale rete radiale su Milano, che collegherebbe gli aeroporti (Montichiari-Orio-Malpensa) e le città (Brescia-Bergamo-Lecco-Como-Varese-Novara) e conclude dicendo che il ponte deve essere doppio, ferroviario e stradale, perché RFI se ne assuma l’onere.
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Il sindaco di Paderno d’Adda, Torchio, anche in rappresentanza dei colleghi del Meratese, apprezza subito la proposta di apertura che getta le basi per un’azione comune di Bergamaschi e Lecchesi; aggiunge che presto le criticità già gravi peggioreranno ulteriormente perché, per manutenzione, chiude il ponte di Brivio, già vietato al transito di automezzi pesanti, come quello di Capriate-Trezzo; conferma la consapevolezza di tutti per la necessità in tempi rapidi di un doppio ponte, ma osserva che il danno ambientale, paesaggistico e culturale del nuovo ponte addossato al San Michele (a 30 mt.) sarebbe catastrofico, ben oltre la cancellazione della candidatura a bene dell’Umanità-Unesco; nel considerare interessante la proposta PD dell’Isola bergamasca, ricorda che i Sindaci lecchesi hanno “strappato” a RFI l’impegno a una gara internazionale di progetto per limitare l’impatto e alla Regione, dichiarato la follia dei due ponti lì, sapendo che lo studio di RFI ha previsto l’aumento del 150% degli automezzi in transito giornalmente, soprattutto merci (autocarri-cemento e autotreni).

L’ultimo dei relatori è stato Monti, vimercatese, neo Presidente del Parco Adda Nord che ha ribadito la necessità di attenzione per la parte franosa della riva sinistra del fiume, a sud del San Michele e la necessità di tutela culturale-ambientale, impropriamente ridotta da Regione Lombardia. Molti interventi dal pubblico, puntuali e in prevalenza a favore della Proposta PD dell’Isola B.sca e, quindi contrari al progetto perseguito da Salvini, Terzi, Provincia BG e Amministrazione di Calusco. La prima è stata la vicesegretaria del PD Bergamasco (Bertolotti) che ha appunto sottolineato le responsabilità politiche di chi amministra Regione Lombardia da 30 anni, verso errori ed omissioni di Progettazione, Pianificazione e Programmazione, da imputare non tanto a incapacità, quanto a scelte ideologiche errate (“lasciar fare”, “privato gomma/asfalto=libertà” e “assistenzialismo di imprese arretrate”) e politiche in ritardo rispetto alle tendenze ambientali (clima, verde ed ecosistemi), sociali (squilibri e discriminazioni, anche territoriali), economiche (ritardi, arretratezze, crisi e subalternità di intraprendenza, tecnologia, organizzazione e produttività) e culturali; il progetto dei ponti sull’Adda ne è un esempio fulgido e non si può che puntare a soluzioni alternative. Questi concetti sono stati rafforzati e drammatizzati dal successivo intervento di Toccagni, che – nel condividere la presentazione iniziale - ha messo a fuoco la priorità strategica di trasferire quote consistenti di traffico (50%), passeggeri, colli e merci, da strade a ferrovie. Più critiche verso il progetto dell’Amministrazione regionale le donne intervenute, che hanno anche rilevato arretratezza, assenza e frammentazione degli Amministratori locali bergamaschi, rispetto ai colleghi lecchesi: rilievo che ha animato la parte finale del dibattito e stimolato la replica di Torchio. Da Curno e Mozzo il richiamo ai “politici” per la cattiva gestione del raddoppio del binario (mancato) della linea ferroviaria Bergamo-Ponte San Pietro, verso Carnate-Monza-Milano e dei disastrosi effetti dei cantieri RFI per la vita e la salute degli abitanti.
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A quest’ultimo rilievo ha risposto Casati, con la constatazione che, per i ponti dell’Adda, i tempi per cambiare il progetto ci sono, rispetto all’azione dei comitati a Curno-Mozzo e Boccaleone (Bergamo) tardiva rispetto ai tempi di approvazione. Il consigliere Fragomeli, sollecitato alla riflessione dal dibattito, non ha replicato. Nelle conclusioni, il sindaco di Solza, Biffi (I.V.), consigliere provinciale neo eletto del gruppo Democratici e Civici, con delega a Infrastrutture e Trasporti, ha posto l’attenzione soprattutto sulla necessità di effettuare uno studio allargato del traffico, con attenzione ai “desideri” di chi viaggia, per eventualmente correggere le linee di Trasporto Pubblico Locale, della Città capoluogo e dell’esterno, in particolare sulle linee Bergamo-Calusco e Cisano-Capriate, in accordo con l’Agenzia del Trasporto Pubblico. Infine, ha messo a fuoco alcuni concetti comportamentali: Velocità ragionata, integrare e compattare l’Isola berganasca e condivisione e coinvolgimento. 
Pierluigi Toccagni
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