Brivio: padre Pietro Villa, in partenza per una missione negli USA, saluta il paese
Atterrerà negli Stati Uniti d’America il giorno dopo l’insediamento del neo-eletto presidente Donald Trump e subito inizierà la sua nuova missione sulla costa atlantica, appena sotto New York, nel New Jersey, uno degli stati più densamente popolanti del Nuovo Continente.
Nella mattinata di venerdì 17 gennaio, padre Pietro Villa ha lasciato Torino, dove risiede da 10 anni insieme ad altri missionari della congregazione della Consolata, per raggiungere il suo paese natale, Brivio, e condividere con amici e fedeli della comunità la notizia della sua partenza, ma soprattutto per chiedere un “aiuto speciale” a sant’Antonio abate proprio nel giorno in cui in paese si celebra la sua festa.
Padre Pietro ha celebrato la Messa del mattino nella chiesina intitolata alla memoria del santo. Ha ricordato che esattamente 26 anni fa stava partendo per un’altra missione, in Costa d’Avorio, dove era rimasto per 16 anni, e anche allora aveva prima celebrato una Messa in paese, all’epoca insieme a don Silvano, don Carlo, il parroco don Dario, don Daniele, don Gino e don Roberto.
“Oggi invece parto per l’America del Nord e sono venuto per chiedere aiuto a sant’Antonio, a lui che ha saputo ascoltare la Parola del Signore e metterla in pratica. «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che hai e affida la tua vita nelle mani di Dio». Facile dirlo, non sempre farlo” ha detto padre Pietro, spiegando di trovarsi nella stessa situazione di sant’Antonio. “Devo aver fiducia del Signore. Non è una missione principale andare negli Stati Uniti, non è un deserto, è una realtà diversa con sfide sociali e politiche”. Rispetto alla sua missione del Nord e del Sud della Costa d’Avorio, dove ha aiutato per anni persone in stato di povertà anche estrema, avrà ora principalmente il compito di trasmettere la presenza di Dio alla gente, anche se non sa ancora esattamente in quale luogo si troverà a operare né verso quale particolare categoria di persone sarà indirizzato il suo aiuto. “Mi è stato chiesto di aiutare in un contesto dove la presenza missionaria non è più ritenuta così importante. Un luogo che non è neanche ricercato per andare in missione ma io, ispirato dal Signore, ho accettato la sfida nonostante l’età e l’incertezza. Bisogna avere fiducia in Lui”.
Padre Pietro Villa, nato a Brivio nei pressi del cimitero e poi cresciuto nel cuore del paese, proprio a pochi passi dalla chiesa in cui venerdì mattina ha celebrato la santa Messa, dopo essere stato ordinato sacerdote nel 1991 ha vissuto per quattro anni in Kenya, dove ha proseguito i suoi studi e arricchito la sua formazione. Poi è volato in Spagna, dove ha risieduto per sette anni tra Madrid, Malaga e altre località. Quindi ha fatto ritorno in Africa, questa volta in Costa d’Avorio, dove appunto ha servito il Signore in veste di missionario per sedici anni. Gli ultimi dieci li ha trascorsi a Torino, nella Casa Madre, dove c’è la tomba di san Giuseppe Allamano, fondatore delle congregazioni dei Missionari e delle Missionarie della Consolata.
Partirà per gli Stati Uniti lunedì 20 gennaio, trascorrendo gli ultimi giorni in paese per i saluti ai famigliari e ai vecchi amici.
Nella mattinata di venerdì 17 gennaio, padre Pietro Villa ha lasciato Torino, dove risiede da 10 anni insieme ad altri missionari della congregazione della Consolata, per raggiungere il suo paese natale, Brivio, e condividere con amici e fedeli della comunità la notizia della sua partenza, ma soprattutto per chiedere un “aiuto speciale” a sant’Antonio abate proprio nel giorno in cui in paese si celebra la sua festa.
Padre Pietro ha celebrato la Messa del mattino nella chiesina intitolata alla memoria del santo. Ha ricordato che esattamente 26 anni fa stava partendo per un’altra missione, in Costa d’Avorio, dove era rimasto per 16 anni, e anche allora aveva prima celebrato una Messa in paese, all’epoca insieme a don Silvano, don Carlo, il parroco don Dario, don Daniele, don Gino e don Roberto.
“Oggi invece parto per l’America del Nord e sono venuto per chiedere aiuto a sant’Antonio, a lui che ha saputo ascoltare la Parola del Signore e metterla in pratica. «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che hai e affida la tua vita nelle mani di Dio». Facile dirlo, non sempre farlo” ha detto padre Pietro, spiegando di trovarsi nella stessa situazione di sant’Antonio. “Devo aver fiducia del Signore. Non è una missione principale andare negli Stati Uniti, non è un deserto, è una realtà diversa con sfide sociali e politiche”. Rispetto alla sua missione del Nord e del Sud della Costa d’Avorio, dove ha aiutato per anni persone in stato di povertà anche estrema, avrà ora principalmente il compito di trasmettere la presenza di Dio alla gente, anche se non sa ancora esattamente in quale luogo si troverà a operare né verso quale particolare categoria di persone sarà indirizzato il suo aiuto. “Mi è stato chiesto di aiutare in un contesto dove la presenza missionaria non è più ritenuta così importante. Un luogo che non è neanche ricercato per andare in missione ma io, ispirato dal Signore, ho accettato la sfida nonostante l’età e l’incertezza. Bisogna avere fiducia in Lui”.
Padre Pietro Villa, nato a Brivio nei pressi del cimitero e poi cresciuto nel cuore del paese, proprio a pochi passi dalla chiesa in cui venerdì mattina ha celebrato la santa Messa, dopo essere stato ordinato sacerdote nel 1991 ha vissuto per quattro anni in Kenya, dove ha proseguito i suoi studi e arricchito la sua formazione. Poi è volato in Spagna, dove ha risieduto per sette anni tra Madrid, Malaga e altre località. Quindi ha fatto ritorno in Africa, questa volta in Costa d’Avorio, dove appunto ha servito il Signore in veste di missionario per sedici anni. Gli ultimi dieci li ha trascorsi a Torino, nella Casa Madre, dove c’è la tomba di san Giuseppe Allamano, fondatore delle congregazioni dei Missionari e delle Missionarie della Consolata.
Partirà per gli Stati Uniti lunedì 20 gennaio, trascorrendo gli ultimi giorni in paese per i saluti ai famigliari e ai vecchi amici.
E.Ma.