Cernusco, lettrice: disabili ignorati dalla Valagussa. Rispettate i nostri diritti
Negli ultimi mesi, la decisione dell’amministrazione comunale di Toto di trasferire la sede delle associazioni presso Piazza Vittoria ha suscitato non poche polemiche e malcontento. Tra le diverse problematiche emerse, una in particolare merita di essere messa in evidenza: l’accessibilità degli spazi pubblici per le persone con disabilità. Come portatore di handicap, mi sento in dovere di sollevare la questione, non solo per me stesso, ma per tutti coloro che vivono quotidianamente le difficoltà di un mondo che, troppo spesso, non tiene conto delle loro esigenze.
La nuova sede delle associazioni è stata collocata in una struttura che presenta evidenti barriere architettoniche, in particolare la sala civica situata al primo piano di un palazzo comunale. Questa scelta appare quanto mai inopportuna, considerando che la legge italiana prevede esplicitamente l’obbligo di garantire l’accessibilità degli edifici pubblici a tutti i cittadini. Nonostante le promesse di una città inclusiva, ci troviamo di fronte a una realtà che continua a escludere i portatori di handicap, limitando pesantemente la nostra possibilità di partecipare attivamente alla vita sociale e culturale della comunità.
In seguito a questa situazione, abbiamo deciso di scrivere all’Assessore Valagussa, richiedendo l’adeguamento della struttura attraverso l’installazione di un servoscala regolare e l’eliminazione delle barriere architettoniche esterne al fabbricato. Purtroppo, la risposta ricevuta è stata evasiva e burocratica, priva di un impegno concreto. È sempre un rimandare il problema, una strategia che non fa altro che perpetuare la nostra esclusione. Le parole dell’assessore, purtroppo, non si sono tradotte in azioni; il nostro bisogno di accessibilità continua a essere relegato a un secondo piano, come se le nostre richieste fossero un fastidio piuttosto che un diritto.
Questa situazione non è solo un problema di accessibilità fisica, ma rappresenta un vero e proprio affronto alla dignità delle persone con disabilità. Ogni giorno che passa senza una soluzione concreta significa che ci viene negata la possibilità di vivere pienamente la nostra cittadinanza. La sala mostre, così come gli altri spazi associativi, diventano inaccessibili per noi, privandoci della possibilità di partecipare a eventi, incontri e attività che dovrebbero essere alla portata di tutti.
La frustrazione cresce, e con essa il desiderio di far sentire la nostra voce. Non siamo qui per chiedere favori, ma per rivendicare un diritto fondamentale: quello all’accessibilità. È impensabile che, in un’epoca in cui si parla tanto di inclusione e rispetto delle diversità, ci si possa permettere di ignorare le esigenze di una parte della popolazione. Dobbiamo chiederci: perché quando si tratta di stanziamenti per il bilancio comunale si trovano sempre le risorse necessarie, mentre per risolvere questioni di fondamentale importanza per la vita di molte persone si preferisce rimandare?
Caro Assessore, il nostro appello è semplice e diretto: non lasciateci indietro. Non facciamo parte di una categoria di cittadini di serie B. È giunto il momento di agire, di trasformare le promesse in fatti concreti. Le persone con disabilità desiderano essere parte attiva della comunità, e per farlo è fondamentale garantire loro l'accesso agli spazi pubblici e alle opportunità che ne derivano.
In conclusione, invitiamo l’amministrazione comunale a riflettere su queste problematiche e a impegnarsi affinché la nostra città possa diventare un luogo veramente inclusivo. Non possiamo permettere che i diritti dei disabili vengano sistematicamente ignorati. È tempo di agire, è tempo di ascoltare chi vive ogni giorno la difficoltà di accedere a spazi che dovrebbero essere di tutti. La dignità e il rispetto per ogni cittadino devono essere al centro delle scelte politiche. È ora di dimostrare che le parole possono tradursi in azioni e che tutti, indipendentemente dalle proprie capacità fisiche, possono sentirsi parte integrante della comunità.
La nuova sede delle associazioni è stata collocata in una struttura che presenta evidenti barriere architettoniche, in particolare la sala civica situata al primo piano di un palazzo comunale. Questa scelta appare quanto mai inopportuna, considerando che la legge italiana prevede esplicitamente l’obbligo di garantire l’accessibilità degli edifici pubblici a tutti i cittadini. Nonostante le promesse di una città inclusiva, ci troviamo di fronte a una realtà che continua a escludere i portatori di handicap, limitando pesantemente la nostra possibilità di partecipare attivamente alla vita sociale e culturale della comunità.
In seguito a questa situazione, abbiamo deciso di scrivere all’Assessore Valagussa, richiedendo l’adeguamento della struttura attraverso l’installazione di un servoscala regolare e l’eliminazione delle barriere architettoniche esterne al fabbricato. Purtroppo, la risposta ricevuta è stata evasiva e burocratica, priva di un impegno concreto. È sempre un rimandare il problema, una strategia che non fa altro che perpetuare la nostra esclusione. Le parole dell’assessore, purtroppo, non si sono tradotte in azioni; il nostro bisogno di accessibilità continua a essere relegato a un secondo piano, come se le nostre richieste fossero un fastidio piuttosto che un diritto.
Questa situazione non è solo un problema di accessibilità fisica, ma rappresenta un vero e proprio affronto alla dignità delle persone con disabilità. Ogni giorno che passa senza una soluzione concreta significa che ci viene negata la possibilità di vivere pienamente la nostra cittadinanza. La sala mostre, così come gli altri spazi associativi, diventano inaccessibili per noi, privandoci della possibilità di partecipare a eventi, incontri e attività che dovrebbero essere alla portata di tutti.
La frustrazione cresce, e con essa il desiderio di far sentire la nostra voce. Non siamo qui per chiedere favori, ma per rivendicare un diritto fondamentale: quello all’accessibilità. È impensabile che, in un’epoca in cui si parla tanto di inclusione e rispetto delle diversità, ci si possa permettere di ignorare le esigenze di una parte della popolazione. Dobbiamo chiederci: perché quando si tratta di stanziamenti per il bilancio comunale si trovano sempre le risorse necessarie, mentre per risolvere questioni di fondamentale importanza per la vita di molte persone si preferisce rimandare?
Caro Assessore, il nostro appello è semplice e diretto: non lasciateci indietro. Non facciamo parte di una categoria di cittadini di serie B. È giunto il momento di agire, di trasformare le promesse in fatti concreti. Le persone con disabilità desiderano essere parte attiva della comunità, e per farlo è fondamentale garantire loro l'accesso agli spazi pubblici e alle opportunità che ne derivano.
In conclusione, invitiamo l’amministrazione comunale a riflettere su queste problematiche e a impegnarsi affinché la nostra città possa diventare un luogo veramente inclusivo. Non possiamo permettere che i diritti dei disabili vengano sistematicamente ignorati. È tempo di agire, è tempo di ascoltare chi vive ogni giorno la difficoltà di accedere a spazi che dovrebbero essere di tutti. La dignità e il rispetto per ogni cittadino devono essere al centro delle scelte politiche. È ora di dimostrare che le parole possono tradursi in azioni e che tutti, indipendentemente dalle proprie capacità fisiche, possono sentirsi parte integrante della comunità.
Lettera firmata