Il meratese nella morsa di neve e ghiaccio. Era il 1985
40 anni fa il meratese era stretto, come in questi giorni, nella morsa del gelo con la colonnina di mercurio scesa fino a meno dieci gradi centigradi. Le cronache di allora raccontano di 900 contatori dell'acqua (200 solo a Merate, Cernusco, Montevecchia) saltati e scuole chiuse oltre a disagi svariati di diversa natura in tutto il territorio. Si era tra il 7 e il 15 gennaio e alla morsa di gelo è ghiaccio aveva fatto seguito una nevicata indimenticabile e imponente.
I primi fiocchi di neve avevano iniziato a cadere nel pomeriggio di domenica 13 gennaio 1985 e poi erano proseguiti senza sosta per le giornate successive arrivando ad accumuli di diverse decine di centimetri.
In pochi giorni si erano registrare all'acquedotto di via Verdi oltre 300 chiamate e gli uomini dell'allora consorzio si erano dovuti fare in quattro per riuscire a dare seguito a tutte le richieste e a limitare i danni dovuti principalmente al grande gelo che aveva anche rotto tantissimi vetri di misurazione dei contatori dell'acqua con i disagi che si possono immaginare in un'epoca dove di controlli da remoto e applicazioni non c'era praticamente nulla.In alcune grandi stalle si era dovuto provvedere con il trasporto dell'acqua a mano attraverso i bidoni. Black out, interruzioni improvvise e prolungate degli impianti di riscaldamento mettono a dura prova i tecnici che non si risparmiano. I consumi di gas, che generalmente si attestano attorno ai 75 mc giornalieri, schizzano a 110mila. Super lavoro al pronto soccorso per le cadute dovute al ghiaccio.La storicità di questa ondata di ghiaccio è resa plasticamente dall'immagine delle lastre di ghiaccio a Calco lungo la provinciale subito dopo la curva di sport dove l'acqua che scende dalla collina si è solidificata. Eccezionale anche il torrente Molgora che in località La sbianca pur caratterizzato da acqua corrente si ghiaccia. La neve cade ininterrotta e si accumula. Il paesaggio si trasforma nella scenografia di una fiaba ma i problemi giorno dopo giorno si fanno più evidenti. Tra i settori più colpiti ci sono sicuramente l'agricoltura con i contadini che temono raccolti ridotti (e prezzi in salita per i consumatori) e le coltivazioni, in particolar modo i vivai.
Le strade e i marciapiedi, come del resto accade ancora oggi, si presentano difficoltosi nella circolazione per veicoli e pedoni.I consistenti accumuli di neve sulle coperture degli stabilimenti hanno causato crolli di tetti e coperture a Osnago, Lomagna (nella palestra si è sfiorata la strage), Merate. Aziende importanti hanno dovuto far fronte alle emergenze causate dalla neve, fermando la produzione.
Oltre 100 gli interventi registrati in una settimana nel territorio per tre squadre di vigili del fuoco volontari. Le scuole si fermano, i trasporti rallentano, le strade scivolano e piazze e campi diventano il terreno di gioco per i ragazzi. Ma si stimano danni per 10 miliardi di lire.
In pochi giorni si erano registrare all'acquedotto di via Verdi oltre 300 chiamate e gli uomini dell'allora consorzio si erano dovuti fare in quattro per riuscire a dare seguito a tutte le richieste e a limitare i danni dovuti principalmente al grande gelo che aveva anche rotto tantissimi vetri di misurazione dei contatori dell'acqua con i disagi che si possono immaginare in un'epoca dove di controlli da remoto e applicazioni non c'era praticamente nulla.In alcune grandi stalle si era dovuto provvedere con il trasporto dell'acqua a mano attraverso i bidoni. Black out, interruzioni improvvise e prolungate degli impianti di riscaldamento mettono a dura prova i tecnici che non si risparmiano. I consumi di gas, che generalmente si attestano attorno ai 75 mc giornalieri, schizzano a 110mila. Super lavoro al pronto soccorso per le cadute dovute al ghiaccio.La storicità di questa ondata di ghiaccio è resa plasticamente dall'immagine delle lastre di ghiaccio a Calco lungo la provinciale subito dopo la curva di sport dove l'acqua che scende dalla collina si è solidificata. Eccezionale anche il torrente Molgora che in località La sbianca pur caratterizzato da acqua corrente si ghiaccia. La neve cade ininterrotta e si accumula. Il paesaggio si trasforma nella scenografia di una fiaba ma i problemi giorno dopo giorno si fanno più evidenti. Tra i settori più colpiti ci sono sicuramente l'agricoltura con i contadini che temono raccolti ridotti (e prezzi in salita per i consumatori) e le coltivazioni, in particolar modo i vivai.
Le strade e i marciapiedi, come del resto accade ancora oggi, si presentano difficoltosi nella circolazione per veicoli e pedoni.I consistenti accumuli di neve sulle coperture degli stabilimenti hanno causato crolli di tetti e coperture a Osnago, Lomagna (nella palestra si è sfiorata la strage), Merate. Aziende importanti hanno dovuto far fronte alle emergenze causate dalla neve, fermando la produzione.
Oltre 100 gli interventi registrati in una settimana nel territorio per tre squadre di vigili del fuoco volontari. Le scuole si fermano, i trasporti rallentano, le strade scivolano e piazze e campi diventano il terreno di gioco per i ragazzi. Ma si stimano danni per 10 miliardi di lire.
S.V.