S.Maria-La Valletta: la banalità delle liti

Cortese Direttore, Leggo da lontano le vicende del comune nel quale ho avuto i natali, Rovagnate, e del Comune nel quale risiedono ancora alcuni famigliari, Santa Maria. Continue diatribe su argomenti legati alla gestione di un ente sovracomunale sciolto, che non ha avuto la fortuna di esser utile ai cittadini come nelle intenzioni del legislatore, che ne aveva strutturato l’articolazione dei servizi per render più snello il rapporto tra pubblica amministrazione e cittadinanza e più performante la qualità dei servizi tecnici, di vigilanza e della gestione delle risorse sul territorio. Le motivazioni che hanno portato allo scioglimento sono note e non è il caso di riprenderle ed argomentare ulteriormente, ma val comunque la pena evidenziare che c’è scarsissima lungimiranza da parte di entrambi gli attori principali di questa contesa infinita, “giocata” con l’utilizzo del borsellino comune, rimpinguato dalle tasse pagate dai cittadini. Avvocati, staff, buoni e cattivi consiglieri che hanno determinato aggravio di costi a carico della collettività per dirimere questioni che con un briciolo di buon senso potevano e possono essere risolte con ragionamenti elementari e con una stretta di mano. Voglio sottolineare RAGIONAMENTI ELEMENTARI proprio con riferimento al caso delle transenne. Non è possibile attivare un procedimento giudiziario per 18 pezzi di ferro che sul mercato dedicato alla pubblica amministrazione vengono venduti ad un prezzo medio di 80,00 euro iva compresa per un totale di 1.440,00 euro. Ai quali si aggiungono quasi 3.000,00 euro di spese liquidate dal Giudice con il rigetto del ricorso ex art. 700 e molto probabilmente almeno altri 2.000,00 euro per pagare il proprio legale per la predisposizione del ricorso e per la consulenza. Quindi più o meno 6.500,00 euro, oserei dire gettati al vento, con lo smacco e l’aggravante di leggere nel provvedimento che il ricorrente non è nemmeno stato in grado di provare la proprietà del materiale reclamato. Io dirigo un ramo d’azienda che fa capo ad una multinazionale. Se avessi operato una scelta concretizzatasi con un simile risultato, sarei stato cacciato via a pedate nei bassifondi a tempo zero. Per la pubblica amministrazione la valutazione di molti aspetti che incidono economicamente sulle finanze dell’ente spetta alla Corte dei Conti. Mi auguro che intervenga. E mi auguro che alle prossime elezioni ci sia la possibilità di valutare un’alternativa all’attuale classe dirigente. Saluto tutti cordialmente. 
Diego
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