Montevecchia: presentati gli interventi possibili per via Belvedere. Tempi però lunghi

Via Belvedere di Montevecchia è come “una bella signora di una certa età, che inizia ad avere delle rughe…e anche dei problemi di salute”. Così l’ha definita il sindaco Ivan Pendeggia nella mattinata di sabato 11 gennaio aprendo un’assemblea pubblica che ha fatto chiarezza su quello che il Comune può fare per mettere in sicurezza la strada che conduce a Montevecchia Alta ed eliminare il senso unico alternato istituto un anno fa.
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Le ipotesi sono diverse. Dalle più drastiche, come chiudere la via al traffico veicolare, alle più dispendiose, ad esempio investendo oltre 3,5 milioni di euro per rendere nuovamente percorribile la strada a tutti. Ma l’amministrazione, supportata dai tecnici e gli studi ingegneristici e geologici che hanno prodotto, ne ha proposta una specifica ai cittadini, che per quanto richieda almeno un paio d’anni per l’attuazione, sembra anche essere l’unica realmente percorribile. Si tratterebbe di compiere due opere distinte, rispettivamente da 770.000 e 200.000 euro. La prima per mettere in sicurezza il marciapiede e riaprirlo ai pedoni, la seconda per consentire il doppio senso di marcia a tutti i veicoli il cui peso non superi le 3,5 tonnellate e limitarlo a quelli di peso superiore. 
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Il sindaco Ivan Pendeggia
È questa la sintesi di quanto illustrato in sala civica dall’ingegner Lorenzo Mariani di Tekno  Progetti, professionista specializzato in ri-collaudi di infrastrutture esistenti che ha compiuto l’analisi di studio portante di via Belvedere eseguendo prelievi di campioni di acciaio e calcestruzzo e valutando le componenti di quello che a tutti gli effetti è un viadotto, attraverso degli appositi radar.
Gli accurati studi hanno portato alla conclusione che, nonostante la strada presenti segni di degrado, non è compromessa la sicurezza dal passaggio di autoveicoli di 3,5 tonnellate di peso massimo. Si parla dunque di normali autovetture, furgoncini e furgoni con cassone (salvo eccessivo carico). 
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La strada – teoricamente – potrebbe tornare a doppio senso di circolazione già domani, ma c’è un altro problema. È il marciapiede infatti – ora chiuso al passaggio pedonale – a presentare maggiori criticità. Dagli studi è emerso che non è stato realizzato con materiali di assoluta qualità e ora presenta un degrado tale che ne ha compromesso parzialmente la capacità portante. Lunedì prossimo l’amministrazione impegnerà circa 5.000 euro per dare incarico di eseguire una prova di carico, necessaria al fine di poterlo riaprire. Dovesse essere positivo l’esito di questo esame, sul marciapiede non potrà gravare un sovraccarico variabile uniformemente distribuito pari a 50 kg/mtq, in altre parole, non oltre 30/40 persone. Una restrizione che dunque porterebbe a dover eseguire dei controlli al fine di non compromettere ulteriormente la situazione, anche se è raro (ma non impossibile) che un numero superiore di persone passi a piedi nello stesso momento. 
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Per togliere questa limitazione è necessario un intervento da 770.000 euro, che comprende la messa in sicurezza di 330 metri del marciapiede. Il fine, naturalmente, non è solo quello di togliere la limitazione riguardo al numero di persone di passaggio, ma è quello di arrestare un rapido deterioramento del marciapiede prima che sia troppo tardi. Secondo l’ingegnere questo intervento va fatto entro 2/3 anni al massimo, ed è per questo che – secondo quanto spiegato dal sindaco – andrà eseguito prima dell’altra opera. 
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Fatto questo infatti, c’è ancora un passaggio da compiere. Se è pur vero che sulla strada potranno passare mezzi in entrambi i sensi di marcia il cui peso non supera le 3,5 tonnellate, è altrettanto vero che il Comune dovrà impedire che mezzi di peso superiore transitino. E dei semplici cartelli non basteranno, perché – come sottolineato dall’Ingegnere Lorenzo Mariani – siamo in Italia, e la Legge prevede l’installazione di un vero e proprio “sistema di bloccaggio”. 
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La geologa Luisella Colombo
Il Comune dovrà quindi spendere 200.000 euro per installare una pesa – potrebbe essere localizzata in zona casetta dell’acqua – che calcolerà il peso dei mezzi che si accingono a salire lungo via Belvedere. Se il peso sarà superiore al limite consentito, scatteranno un semaforo e una sbarra e il mezzo sarà costretto a tornare indietro. Chi dovrà comunque passare con mezzi di peso superiore per comprovati motivi avrà un apposito telecomando che fermerà il sofisticato sistema e potrà passare comunque, ma solo percorrendo la strada in salita contromano, quindi imboccando la corsia meno esposta al versante. Lo stesso varrà per i Vigili del Fuoco ed eventuali altri mezzi di soccorso, anche se ambulanze e automediche – ha precisato l’ingegnere Mariani – hanno peso inferiore alle 3,5 tonnellate. In discesa invece il problema non si pone. Fino a che non verrà eseguito questo intervento, difficilmente si vedrà rimuovere il senso unico alternato istituito un anno fa.
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Il geologo Cesare Resnati
Quindi è ragionevole pensare che il senso unico alternato resterà in vigore per almeno un altro anno.
Il tempo previsto per installare pesa, semafori e sbarra, infatti, è di circa 3 mesi, quello per la messa in sicurezza del marciapiede invece potrebbe variare dai 6 ai 9 mesi. Il vero problema per l’amministrazione però al momento è un altro. Dove reperire le risorse? Il sindaco Pendeggia ha detto ai cittadini: “Questa da lunedì diventa la nostra priorità”. L’amministrazione non esclude di appellarsi alla Provincia e alla Regione per chiedere una mano a reperire fondi. Al momento può contare solo sul proprio avanzo di amministrazione, che supera il milione di euro, ma recentemente sono già stati impegnati 530mila euro per interventi alla scuola. Altra ipotesi menzionata dal primo cittadino è l’apertura di un mutuo, avendone recentemente chiuso uno. 
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L'ingegner Lorenzo Mariani
I numerosi cittadini presenti all’assemblea hanno ascoltato con attenzione e non sono mancate domande tecniche rivolte all’ingegner Mariani e relative alle tempistiche, indirizzate al sindaco. 
La seconda parte dell’incontro invece è stata incentrata sulla presentazione dello studio geologico eseguito dai geologi montevecchini Luisella Colombo e Cesare Resnati. Il loro studio è stato eseguito prima di quello ingegneristico, poiché i due tecnici hanno verificato le fondazioni e la stabilità della strada analizzando la roccia sottostante. Simpaticamente, la geologa Colombo, ha anticipato l’esito delle proprie analisi spiegando: “Se fosse stato negativo, avremmo parlato prima dell’ingegner Mariani e i costi presentati sarebbero stati decisamente più alti”.
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Le conclusioni dello studio condotto dall'ingegner Mariani
I due professionisti hanno illustrato come hanno analizzato la roccia del versante e in generale tutta l’infrastruttura. Di negativo è emerso che per quanto il muro sotto la strada abbia un buono stato di conservazione, ci sono delle infiltrazioni che lo rovinano. L’unica acqua che arriva è quella proveniente dall’alto. Per questa ragione il Comune ha recentemente fatto eseguire una profonda pulizia di due grandi caditoie. Sarà comunque necessario un intervento di regimentazione delle acque in superficie. Per quanto riguarda il versante sottostante, dallo studio compiuto l’unico intervento attuabile sarebbe un’opera di sistemazione di un tratto dei gradoni.
E.Ma.
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