Grazie Direttore ma...

Grazie Direttore delle sue puntuali e sinteticamente argomentate risposte.
Mi limito solo ad aggiungere, condividendo la sua sottolineatura sulla basilare necessità di riconoscere incentivi economici sia ai medici che agli infermieri specialmente in alcuni settori, che mi risulta che queste dinamiche retributive non derivino soltanto dagli accordi sindacali nazionali ma che quote aggiuntive possano essere oggetto di contrattazioni regionali ed anche locali e quindi di pertinenza del livello territoriale.
Lo evidenzio perché quando si fanno analisi anche attorno a questi significativi aspetti incentivanti, non certo del resto gli unici, le responsabilità sembrano diluirsi su vari indistinti piani rendendo di fatto sfuggente la loro attribuzione.
Risulta anche a lei ?
Ecco perché la costante vigilanza sulle progressioni o regressioni reali (non solo economiche ma anche di struttura),contribuendo a delineare le effettive responsabilità e gli eventuali meriti, può rappresentare uno strumento effettivo di controllo e di reale cambiamento.
Ecco perché come cittadino non del meratese mi interessano in particolare, ma non solo, le vicende del Mandic: se ogni realtà territoriale sviluppa realmente e sempre con costruttiva attenzione un controllo sull'operato delle proprie istituzioni forse si può immaginare una reale inversione delle tendenze di depotenziamento generale del settore pubblico che da anni si stanno perpetrando in particolare nel settore sanitario. Compreso l'auspicabile miglioramento di alcune sue gestioni critiche.

Del resto non si capisce il perché il “pubblico” in settori, come questi, di primaria importanza per la Collettività non possa essere anche efficiente, efficace ed anche economicamente risparmioso visto che, come accade costitutivamente per il privato, non deve fare necessariamente utili?
Come è possibile invece vedere continuamente aprire nuove realtà sanitarie private e depotenziare o chiudere strutture pubbliche? E che sempre più, alla faccia delle dichiarazioni di principio, è la capienza del portafoglio ad assicurare i livelli minimi di assistenza?
Non è che, da anni, questa crescente preminenza del privato in questi settori “chiave” sia frutto di qualche grande interesse particolare che viene “dall'alto” e che riguarda una vera e propria linea “ideologica”?
Ma va?
Germano Bosisio
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