Church pocket/44. La Speranza tra sofferenza e salvezza

In un mondo spesso segnato da incertezze, crisi e dolore, dove le cattive notizie corrono sempre più velocemente e non vanno mai in ferie, la speranza emerge come una luce che squarcia il buio di questi tempi moderni. Non è semplice ottimismo o illusione, come quel famoso spot pubblicitario, ma una virtù profonda, radicata nella fede in Dio e nelle Sue promesse. La speranza cristiana non nega le difficoltà, ma le affronta con la certezza che il bene e la verità prevarranno - non praevalebunt.
SantoroRubrica10Gen1.jpg (134 KB)
Come scrive San Paolo: «La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5). La speranza quindi è la virtù che ci permette di guardare oltre l’orizzonte del qui ed ora e proiettando lo sguardo verso il futuro. Virtù teologale, insieme alla fede e alla carità, è un dono di Dio che orienta il cuore la piena comunione con Lui. San Paolo scrive ancora: «Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità; ma la più grande di esse è la carità» (1Cor 13,13). La speranza, radicata nella promessa divina, sostiene il cristiano nei momenti di difficoltà e lo spinge a guardare oltre le tribolazioni terrene.

Giobbe, uomo di speranza
La Bibbia è permeata di speranza: la promessa della terra, di una gravidanza, della liberazione dalla schiavitù, del ritorno a casa dall’esilio. Ogni promessa ha in serbo la speranza che quella parola venga realizzata, Parola che trova il suo pieno compimento nella persona di Gesù Cristo. Nell'Antico Testamento, il Salmo 42 esprime il grido del cuore umano: «Perché ti rattristi, anima mia? Perché su di me gemi? Spera in Dio: ancora potrò lodarlo» (Sal 42,6). La speranza è raffigurata come un'àncora sicura nelle tempeste della vita. Nel Nuovo Testamento, la speranza assume un volto concreto in Cristo risorto. San Pietro afferma: «Siate sempre pronti a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi» (1Pt 3,15). La speranza cristiana non è una vaga attesa, ma la certezza che le promesse di Dio si compiranno.

Sin da ragazzo, mi ha sempre affascinato la figura di Giobbe, l'uomo giusto, messo alla prova con sofferenze indicibili. Credo che nessuno meglio di lui possa rappresentare il concetto di speranza nelle Sacre Scritture. Privato dei beni, della famiglia e della salute, Giobbe rappresenta l'archetipo della speranza incrollabile, radicata nella fiducia in Dio. Nonostante le domande laceranti e l'apparente silenzio di Dio, Giobbe non cede alla disperazione. Con coraggio afferma: «Io so che il mio Redentore è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere» (Gb 19,25). La storia di Giobbe è una profonda riflessione sul rapporto tra sofferenza e speranza. Non nega il dolore, non cerca di sminuirlo con frasi consolatorie: affronta Dio con domande sincere, a viso aperto, esprimendo il suo tormento interiore e la profondità della sua fede.
SantoroRubrica10Gen2.jpg (71 KB)
Giobbe è spesso visto come un modello di pazienza, ma è anche un esempio di speranza. La sua relazione con Dio non si rompe nemmeno nei momenti di più profondo buio e desolazione: nonostante le proteste e le domande, Giobbe continua sempre a parlare con Dio, a cercarlo, a gridare verso di Lui. Alla fine della sua prova, Giobbe non riceve risposte dirette alle sue domande sul senso della sofferenza, ma riceve qualcosa di più grande: un incontro personale con Dio: «Io ti conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno visto» (Gb 42,5). Questo incontro trasforma la sofferenza di Giobbe in un'esperienza di redenzione e la sua speranza in una certezza incrollabile.

La figura di Giobbe ci insegna che la speranza cristiana non è un rifugio dalla realtà, non è una mera illusione, una promessa da pescatore, ma è forza per affrontare le sfide della vita con coraggio, fiducia e fede. È la certezza che, anche nel burrone più profondo, Dio ci sarà e che il dolore non avrà l'ultima parola. Giobbe ci ricorda inoltre che spesso la speranza non si basa su risposte immediate o soluzioni facili: la velocità delle connessioni in cui viviamo ci illude che tutto sia veloce e che tutto debba essere immediato, alla velocità di un click: la speranza di Giobbe ci insegna la pazienza della fiducia in un Dio che è fedele e che, alla fine, manifesterà la Sua giustizia e il Suo amore.

La speranza è come un filo dorato che intreccia le nostre vite, una melodia che risuona nei cuori stanchi, un'alba che rompe l'oscurità più densa. È il ponte che collega il nostro presente fragile con l'eternità promessa. In un mondo lacerato dal dolore e dall'incertezza e dalla guerra, la speranza cristiana è il vero antidoto contro la disperazione. Il cammino della speranza non finisce qui. Nei prossimi articoli esploreremo ancora questa virtù attraverso le parole di San Paolo, maestro della speranza teologica, e approfondiremo il Giubileo, tempo privilegiato di rinascita e fiducia. In un mondo che troppo spesso alza muri di paura, la speranza costruisce ponti di pace. Non lasciamoci rubare questo dono prezioso. 
«La speranza poi non delude» (Rm 5,5)
Rubrica a cura di Pietro Santoro
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.