La competizione tra scoiattoli e la questione della specie
Spettabile redazione, scrivo questa lettera per fare un po’ di chiarezza riguardo a certi errori che ho visto comparire in certe missive inviate in «Ci hanno scritto». «Gli scoiattoli grigi o rossi penso siano 2 razze diverse della stessa specie» Scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris) e grigio (Sciurus carolinensis) sono due specie assolutamente diverse. Su questo non c’è il minimo dubbio scientifico, nessuno mai si sognerebbe di considerarle la stessa. Hanno dimensioni molto diverse (il rosso pesa 250÷340 g, il grigio 400÷600 g), abitudini diverse, non instaurano rapporti tra di loro e sono riproduttivamente incompatibili. Definire chiaramente cosa sia una specie biologica non è sempre facile; restando sugli scoiattoli, per esempio, lo scoiattolo nero dell’Italia meridionale è stato recente riqualificato come specie a sé (Sciurus meridionalis) anziché una sottospecie del rosso in seguito ad analisi genetiche più approfondite. Poi guardi una foto delle tre specie S. vulgaris, S. meridionalis e S. carolinensis e può concludere che, se oggi consideriamo addirittura il rosso e il nero come specie distinte, il grigio non potrà mai essere della stessa specie del rosso. Lascio qui una bellissima tavola in scala per confrontare le tre specie, sia in originale, sia con le tre evidenziate.La più comune definizione di specie è che due organismi di specie diverse non possono produrre ibridi fertili: lo scoiattolo rosso e grigio nemmeno si accoppiano, il cavallo e l’asino si accoppiano ma producono il mulo, che è sterile. (Sì, ci sono rari casi di specie diverse che possono talvolta generare ibridi fertili, come il gobbo della Giamaica e il gobbo rugginoso, ma sono casi limite particolari). «Gli scoiattoli grigi uccidono quelli rossi» Gli scoiattoli grigi non sono cattivi, non uccidono gli scoiattoli rossi, non ci litigano proprio. Semmai, eventuali scontri fisici avvengono all’interno delle singole specie: rossi contro rossi e grigi contro grigi. Il problema è una competizione indiretta che s’instaura tra le due specie che competono per le risorse e dove, anche involontariamente, i grigi si appropriano delle riserve di cibo dei rossi al termine del letargo invernale. Non aiuta il fatto che i grigi spesso raggiungono densità abitative maggiori dei rossi. Citando il parco del Curone stesso: «Lo scoiattolo grigio è il più opportunista tra i due e spesso preda le riserve invernali di cibo del rosso; in primavera, poi, quando le riserve si esauriscono e il nuovo cibo non è ancora presente, lo scoiattolo rosso può avere difficoltà nel nutrirsi adeguatamente e questo fatto incidendo sulla natalità, a lungo andare, porta all'allontanamento del rosso da quel territorio». «Ma quand’ero giovane io non c’erano proprio gli scoiattoli. E poi non possono coesistere? Non è vero che competono tra di loro» È vero che una volta non c’erano affatto (o erano pochissimi) in questa zona gli scoiattoli, ma semplicemente perché, con il nostro comportamento, ne abbiamo causato una diminuzione, distruggendo il loro habitat e quant’altro. Bisogna poi aggiungere che gli scoiattoli rossi sono per loro natura più schivi dei grigi e si fanno vedere di meno. E adesso che si cerca di reintrodurli lì dov’erano diminuiti, di ristabilire la biodiversità originaria, ecco che arriva un’altra specie più agguerrita che rischia di soppiantarla. Siamo certi che la competizione avvenga e che i rossi diminuiscano il loro numero, come si è potuto osservare, caso lampante e ormai tragico, in Gran Bretagna, dove dalla fine della guerra a oggi, i rossi sono passati dall’essere la maggioranza a sopravvivere solo in Scozia e in poche altre sacche isolate. Dire: «Nessun animale è killer, può esserlo solo l’uomo» è una grandissima sciocchezza, sia perché le specie invasive spesso uccidono altre (il pesce persico per esempio) ma pure perché non serve che le uccidano per cagionargli un danno. Poi, il termine «killer» non andrebbe usato perché implica un giudizio morale, cosa che non possiamo certo applicare agli animali, ma è un altro discorso. «Ci sono già un sacco di specie alloctone, molte domestiche, e non ci facciamo nulla» Attenzione a distinguere le specie domestiche da quelle selvatiche. Noi possiamo importare tutte le piante di pomodoro o tutte le galline che vogliamo, ma queste vivono e convivono con noi, e in generale hanno bisogno di noi e non possono diffondersi. I pomodori esistono in tutti gli orti, ma chi ha mai visto distese di pomodori selvatici invasivi? O bande di galline selvatiche che seminano il panico tra la fauna locale? Poi, nei casi in cui queste si diffondano comunque, come è magari avvenuto coi pappagalli in certe città, anche lì non a caso si cerca di rimuoverli dalla natura prima che prendano il sopravvento. «E allora le altre razze umane che ci rubano risorse?» Questa davvero speravo di non leggerla e si commenta da sola per la sciocchezza che è. Non so se chi l’ha scritta ha idea che appunto il termine «razza» si usa all’interno di una stessa specie (per cui non per gli scoiattoli) e tendenzialmente per animali domestici e non selvatici, per cui si usa «sottospecie».
Non so neanche se ha idea che la specie umana non possieda alcuna sottospecie dal punto di vista biologico, e anzi abbia una varietà genetica *quantificabile* assai limitata rispetto ad altre specie animali. D’altra parte abbiamo un’origine estremamente recente in termini evolutivi, e vi sono stati degli importanti colli di bottiglia demografici in epoca preistorica che hanno fortemente limitato la nostra varietà genetica (come quello di 75.00 anni fa, praticamente nulla in termini evolutivi). Infine non c’è bisogno di scrivere quanto la competizione tra specie di scoiattolo diverse, come spiegato sopra, segua dinamiche completamente diverse da quelle che governano le eventuali tensioni che sorgono tra gruppi etnici diversi. Per favore, non mescoliamo la biologia con le questioni etniche e politiche, non ne può uscire mai nulla di buono. E non nascondiamo un malcelato razzismo dietro a «è solo una provocazione». Cordiali saluti
Non so neanche se ha idea che la specie umana non possieda alcuna sottospecie dal punto di vista biologico, e anzi abbia una varietà genetica *quantificabile* assai limitata rispetto ad altre specie animali. D’altra parte abbiamo un’origine estremamente recente in termini evolutivi, e vi sono stati degli importanti colli di bottiglia demografici in epoca preistorica che hanno fortemente limitato la nostra varietà genetica (come quello di 75.00 anni fa, praticamente nulla in termini evolutivi). Infine non c’è bisogno di scrivere quanto la competizione tra specie di scoiattolo diverse, come spiegato sopra, segua dinamiche completamente diverse da quelle che governano le eventuali tensioni che sorgono tra gruppi etnici diversi. Per favore, non mescoliamo la biologia con le questioni etniche e politiche, non ne può uscire mai nulla di buono. E non nascondiamo un malcelato razzismo dietro a «è solo una provocazione». Cordiali saluti
Un pignolo