La Valletta: Panzeri voleva vendere la scuola, i cittadini l'hanno impedito e ora lui si comporta da padrone con un progetto folle. Ai nipoti lasceremo telecamere e T-Red
In risposta ad Anna, segnalo che chi si è interessato al recupero della Scuola di Spiazzo non è il Sindaco (che con la sua giunta intendeva alienare l'immobile) bensì alcuni cittadini che, costituita un'associazione no profit, hanno avuto l'idea coraggiosa di dare nuova vita all'immobile e il merito di redigere un progetto di rigenerazione conservativa che ha vinto il bando da € 500.000,00 indetto da Regione Lombardia (Rigenerazione Urbana) che permetterà il recupero di un immobile che il Comune (per la cronaca amministrato per la prima volta 23 anni fa dall'attuale Sindaco, non ieri) aveva abbandonato al suo destino ormai da tempo.
Il Sindaco, a bando aggiudicato, si è "limitato" a stravolgere il progetto di rigenerazione conservativa ideato dall'Associazione sostituendolo con un progetto di demolizione totale e ricostruzione di un edificio incoerente con il linguaggio architettonico che caratterizza un'area bucolica e campestre già ampiamente violentata nei decenni scorsi da amministratori locali con la passione per l'architettura sciatta.
Dal mio punto di vista, quello della Scuola di Spiazzo da una parte è un esempio virtuoso di come i cittadini possano dare un contributo fattivo per valorizzare e recuperare il patrimonio pubblico, d'altra parte un esempio disastroso di amministrazione della cosa comune che parte dall'abbandono di un immobile pubblico, passa per il tentativo di alienazione (la strada generalmente percorsa da chi ha piu amici che idee) e si chiude (dopo un miracoloso salvataggio operato da alcuni cittadini che hanno permesso al Comune l'aggiudicazione di un ricco bando per il recupero) con l'atteggiamento spocchioso di un piccolo amministratore locale che, una volta arrivati i fondi regionali, si trasforma in proprietario privato: a casa mia (l'immobile dei cittadini) e con i miei soldi (quelli di Regione Lombardia) si fa come dico io. Il tutto ignorando vicinato, cittadini e fruitori del Parco che hanno espresso con oltre 700 firme il desiderio di un approccio alla rigenerazione conservativo e maggiormente coerente con l'ambiente e il paesaggio in cui è inserito l'immobile.
Preciso inoltre che chi critica è, almeno in questo caso, chi ha scritto un progetto premiato dalla Regione con € 500.000,00, chi ha parlato e ascoltato cittadini e fruitori del Parco per risignificare e valorizzare nell'interesse della comunità (e non di quattro ristoratori) un immobile altrimenti destinato ad essere venduto, a saldo, dopo anni di abbandono e trascuratezza. Nel suo messaggio scrive "Facile". Beh Anna, le assicuro che è stato tutt'altro che facile. Però se vuole vedere qualcosa di "facile" faccia un bel giro in Villa Sacro Cuore.. lì può ammirare quanto è facile abbandonare a sé stesso un immobile pubblico per il quale era già stato predisposto un progetto per la ristrutturazione poi abortito perché le risorse era meglio destinarle ad altro. Del resto i nostri nonni ci hanno lasciato luoghi come la Villa Sacro Cuore, noi ai nostri nipoti lasceremo le telecamere e i T-Red.
Il Sindaco, a bando aggiudicato, si è "limitato" a stravolgere il progetto di rigenerazione conservativa ideato dall'Associazione sostituendolo con un progetto di demolizione totale e ricostruzione di un edificio incoerente con il linguaggio architettonico che caratterizza un'area bucolica e campestre già ampiamente violentata nei decenni scorsi da amministratori locali con la passione per l'architettura sciatta.
Dal mio punto di vista, quello della Scuola di Spiazzo da una parte è un esempio virtuoso di come i cittadini possano dare un contributo fattivo per valorizzare e recuperare il patrimonio pubblico, d'altra parte un esempio disastroso di amministrazione della cosa comune che parte dall'abbandono di un immobile pubblico, passa per il tentativo di alienazione (la strada generalmente percorsa da chi ha piu amici che idee) e si chiude (dopo un miracoloso salvataggio operato da alcuni cittadini che hanno permesso al Comune l'aggiudicazione di un ricco bando per il recupero) con l'atteggiamento spocchioso di un piccolo amministratore locale che, una volta arrivati i fondi regionali, si trasforma in proprietario privato: a casa mia (l'immobile dei cittadini) e con i miei soldi (quelli di Regione Lombardia) si fa come dico io. Il tutto ignorando vicinato, cittadini e fruitori del Parco che hanno espresso con oltre 700 firme il desiderio di un approccio alla rigenerazione conservativo e maggiormente coerente con l'ambiente e il paesaggio in cui è inserito l'immobile.
Preciso inoltre che chi critica è, almeno in questo caso, chi ha scritto un progetto premiato dalla Regione con € 500.000,00, chi ha parlato e ascoltato cittadini e fruitori del Parco per risignificare e valorizzare nell'interesse della comunità (e non di quattro ristoratori) un immobile altrimenti destinato ad essere venduto, a saldo, dopo anni di abbandono e trascuratezza. Nel suo messaggio scrive "Facile". Beh Anna, le assicuro che è stato tutt'altro che facile. Però se vuole vedere qualcosa di "facile" faccia un bel giro in Villa Sacro Cuore.. lì può ammirare quanto è facile abbandonare a sé stesso un immobile pubblico per il quale era già stato predisposto un progetto per la ristrutturazione poi abortito perché le risorse era meglio destinarle ad altro. Del resto i nostri nonni ci hanno lasciato luoghi come la Villa Sacro Cuore, noi ai nostri nipoti lasceremo le telecamere e i T-Red.
Fabio