Comodamente sedute/137: Natale arriva sempre
Giunta mio malgrado al quinto Natale della mia vita senza mio marito, posso dire di aver imparato molte cose.
La prima è che Natale arriva sempre e non si cura di come ci sentiamo, non si domanda se sia gradito o meno.
Che lo si desideri o lo si rifiuti, lo si tema o lo si ignori, lo si rifugga o lo si celebri, Natale arriva sempre, da oltre duemila anni.
E io sono stanca di combatterlo, dico la verità.
E’ come avere la sensazione di nuotare in mare aperto controcorrente, con le onde che ti vengono incontro e ti travolgono.
A un certo punto, pur continuando a nuotare, ti ritrovi sempre nello stesso punto, ma proprio nel momento in cui decidi di lasciarti andare, ecco che la corrente che rischiava di trascinarti via, ti riporta inaspettatamente a riva.
Quest’anno Susanna ha allestito un presepe che aveva in cuore da molto tempo.
Un presepe ricco di personaggi, di spazi, di luci, una meraviglia di cui le sono grata.
Perché finalmente dopo tanto tempo, contemplando quel presepe, sono riuscita ad andare oltre e a riprendermi il senso del Natale.
Guardo il presepe e mi innamoro.
Mi innamoro di una famiglia che ha rivoluzionato la storia degli uomini e mi convinco che visto in questa prospettiva, anche il più faticoso dei Natali, il più malinconico, il più nostalgico, fa un po’ meno male e svela un significato antico e autentico.
Mi innamoro di chi ama il Natale con ostinazione, nonostante la vita abbia tradito promesse e infranto malamente sogni.
E mi innamoro di chi accoglie il Natale con ostinata speranza, cercando di dare un significato alla malattia, alla sofferenza e alla morte.
A tutti voi l’augurio che possiate abbandonarvi a questo giorno, e lasciare che vi apra il cuore alla bellezza, alla meraviglia, allo stupore.
Per questo Natale, circondatevi di persone come Giuseppe,
persone che vi abbiano a cuore senza fare troppe domande,
senza pretendere nulla in cambio, senza cercare di cambiarvi.
Persone che si prendano cura di voi, che comprendano i vostri bisogni,
o che non li comprendano affatto ma non per questo muovano giudizi o rimproveri.
Persone generose, gentili, amorevoli che diano un senso al vostro andare,
ai vostri risvegli la mattina, ai vostri sogni la sera.
Persone che vi sappiano sollevare dalla stanchezza che certi giorni offusca i pensieri, che sappiano trasformare una giornata faticosa,
in una giornata leggera e luminosa.
Per questo Natale circondatevi di persone come Giuseppe.
Persone che vedano in voi ciò che persino voi stessi faticate a intravedere, persone che volentieri siano disposte a coprirvi le spalle e a camminarvi a fianco.
E per questo Natale,
siate un po’ come Maria: lasciatevi aiutare, cedete alla debolezza,
accettate di essere fragili e di avere disperatamente bisogno di una mano tesa,
di un abbraccio, di un sorriso.
Siate un po’ come Maria, mettete da parte l’imbarazzo,
riconoscete l’amore di chi vi sta accanto,
accettatelo, usatelo per trasformare i vostri giorni in occasioni di pura felicità.
Addormentatevi senza il timore di aver lasciato cose incompiute.
Guardatevi intorno, siate vigili e attenti ai bisogni di chi vi sta accanto, di chi ha perso la speranza e si lascia andare alla solitudine e allo sconforto.
Siate una luce per chi tiene gli occhi ostinatamente chiusi e preferisce il buio.
Siate paladini di giustizia, e non smettete neppure per un istante di credere che davvero potete fare la differenza.
E dopo che avrete fatto tutto questo nel giorno di Natale, per quanto possibile, continuate a farlo ogni giorno della vostra vita.
La prima è che Natale arriva sempre e non si cura di come ci sentiamo, non si domanda se sia gradito o meno.
Che lo si desideri o lo si rifiuti, lo si tema o lo si ignori, lo si rifugga o lo si celebri, Natale arriva sempre, da oltre duemila anni.
E io sono stanca di combatterlo, dico la verità.
E’ come avere la sensazione di nuotare in mare aperto controcorrente, con le onde che ti vengono incontro e ti travolgono.
A un certo punto, pur continuando a nuotare, ti ritrovi sempre nello stesso punto, ma proprio nel momento in cui decidi di lasciarti andare, ecco che la corrente che rischiava di trascinarti via, ti riporta inaspettatamente a riva.
Quest’anno Susanna ha allestito un presepe che aveva in cuore da molto tempo.
Un presepe ricco di personaggi, di spazi, di luci, una meraviglia di cui le sono grata.
Perché finalmente dopo tanto tempo, contemplando quel presepe, sono riuscita ad andare oltre e a riprendermi il senso del Natale.
Guardo il presepe e mi innamoro.
Mi innamoro di una famiglia che ha rivoluzionato la storia degli uomini e mi convinco che visto in questa prospettiva, anche il più faticoso dei Natali, il più malinconico, il più nostalgico, fa un po’ meno male e svela un significato antico e autentico.
Mi innamoro di chi ama il Natale con ostinazione, nonostante la vita abbia tradito promesse e infranto malamente sogni.
E mi innamoro di chi accoglie il Natale con ostinata speranza, cercando di dare un significato alla malattia, alla sofferenza e alla morte.
A tutti voi l’augurio che possiate abbandonarvi a questo giorno, e lasciare che vi apra il cuore alla bellezza, alla meraviglia, allo stupore.
Per questo Natale, circondatevi di persone come Giuseppe,
persone che vi abbiano a cuore senza fare troppe domande,
senza pretendere nulla in cambio, senza cercare di cambiarvi.
Persone che si prendano cura di voi, che comprendano i vostri bisogni,
o che non li comprendano affatto ma non per questo muovano giudizi o rimproveri.
Persone generose, gentili, amorevoli che diano un senso al vostro andare,
ai vostri risvegli la mattina, ai vostri sogni la sera.
Persone che vi sappiano sollevare dalla stanchezza che certi giorni offusca i pensieri, che sappiano trasformare una giornata faticosa,
in una giornata leggera e luminosa.
Per questo Natale circondatevi di persone come Giuseppe.
Persone che vedano in voi ciò che persino voi stessi faticate a intravedere, persone che volentieri siano disposte a coprirvi le spalle e a camminarvi a fianco.
E per questo Natale,
siate un po’ come Maria: lasciatevi aiutare, cedete alla debolezza,
accettate di essere fragili e di avere disperatamente bisogno di una mano tesa,
di un abbraccio, di un sorriso.
Siate un po’ come Maria, mettete da parte l’imbarazzo,
riconoscete l’amore di chi vi sta accanto,
accettatelo, usatelo per trasformare i vostri giorni in occasioni di pura felicità.
Addormentatevi senza il timore di aver lasciato cose incompiute.
Guardatevi intorno, siate vigili e attenti ai bisogni di chi vi sta accanto, di chi ha perso la speranza e si lascia andare alla solitudine e allo sconforto.
Siate una luce per chi tiene gli occhi ostinatamente chiusi e preferisce il buio.
Siate paladini di giustizia, e non smettete neppure per un istante di credere che davvero potete fare la differenza.
E dopo che avrete fatto tutto questo nel giorno di Natale, per quanto possibile, continuate a farlo ogni giorno della vostra vita.
Rubrica a cura di Giovanna Fumagalli Biollo