La Valletta: punire ma anche capire

Buongiorno mi permetto da ex abitante della valletta Brianza ora emigrata a Torino di intervenire sull'accaduto delle scritte sui muri di cui parla l'articolo. Atto increscioso certo da sanzionare sicuramente ma forse con l'obbiettivo di recuperare non solo reprimere, magari usando lo strumento della mediazione penale come prevede la riforma Cartabia in materia di giustizia minorile e aiutare questi due adolescenti a capire lo sbaglio di questo loro atto. Deferirli alla procura e al tribunale dei minori non è forse marchiare a vita due adolescenti che resteranno sempre sulla carta dei delinquenti e che posso ancora essere recuperati,? Agli adulti, alle agenzie educative del territorio resta il compito forse di leggere il messaggio che questo atto vandalico nasconde. Questo a partire dalla frase, da contestualizzare: nique ta mére nique la Police..niquer nel linguaggio che potremmo tradurre "volgare" significa fregatene di tua madre fregatene della polizia, ed è una frase tratta da un testo di un rapper di Marsiglia ma di origine marocchina Soso Maness,che canta il disagio di essere un figlio di seconda generazione di immigrati relegati nelle periferie e dice in pratica che se i suoi genitori hanno dovuto fare di tutto per dimenticare le loro origini per farsi accettare dai francesi loro vogliono essere accolti per quello che sono senza rinnegare le loro origini e la loro cultura. Forse i vandali della valletta esprimono con un metodo non certo ortodosso il loro disagio.... chissà se qualcuno saprà intercettarlo e capirlo. L' atto che hanno commesso va certo sanzionato ma la domanda dovrebbe essere: come li puniamo perché capiscano e non reiterano il "reato"? Come possiamo come paese ascoltare accogliere,capire ? La sfida è qui ...un tempo in Valletta erano i meridionali ad essere cittadini di serie C...cambia il colore della pelle ma la sfida resta. Porgo i miei saluti. 
Silvia R.
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