Merate: un’Amministrazione che può dare molto alla città

Occorre fare un salto nel tempo di 20 anni per ritrovare una minoranza tanto attrezzata sotto gli aspetti della competenza, esperienza e determinazione.  Giovanni Battista Albani, tra il 2004 e il 2009, si trovò contro amministratori del calibro di Andrea Massironi, Andrea Robbiani e Aldo Castelli, ciascuno in un proprio gruppo. Un po’ come ai tempi del proporzionale quando i partiti preparavano i consiglieri nelle sezioni.

Da metà giugno nei banchi dell’opposizione siedono veterani della politica cittadina: due ex sindaci, Dario Perego e Massimo Panzeri e due ex assessori di primo piano, Alfredo Casaletto e Franca Maggioni. Divisi non solo elettoralmente ma anche culturalmente, almeno i due ex sindaci, troppo diversi fra loro per pensare a una teorica riunificazione delle minoranze.

Dall’altra parte a reggere l’urto c’è soltanto il capogruppo Ernesto Sellitto, presente in Aula dal 2009 con Andrea Robbiani e poi con Andrea Massironi fino al 2019. Sono in Giunta anche due assessore con precedenti esperienze, Silvia Sesana, assessora con Massironi e Patrizia Riva che nel quinquennio scorso sedeva tra i banchi della minoranza di Cambia Merate. Ma faticano a contenere le bordate che vengono dall’emiciclo alla sinistra del Sindaco ma alla destra del pubblico.

E poi, appunto, c’è il Sindaco. Trent’anni, senza alcuna esperienza consigliare, ex segretario di circolo del PD con una notevole competenza in campo finanziario, bocconiano, manager nella consulenza aziendale e organizzativa in una multinazionale, ora a tempo pieno in Municipio.

Ci siamo fatti persuasi che da questa Amministrazione (maggioranza più minoranza) Merate trarrà sicuri benefici; nonostante l’apparente impossibile unione dei tre punti cardinali: la passione e la tenacia di Salvioni, la concretezza di Panzeri, la visione di Perego.

Per il momento prevalgono i “rancori” post elezione. Ma pensiamo che nei prossimi mesi il confronto sarà davvero sulle scelte che contano, non certo sulle previsioni di aumento delle multe. Perego, soprattutto, assai meno ideologizzato di Panzeri, potrà dare un notevole contributo nella progettazione di una città orientata alla cultura, al recupero del proprio patrimonio a partire da villa Confalonieri, al rilancio dell’ambiente come motore di un’economia che ormai non può trovare nuova linfa nell’industria e nel commercio. Alla creazione – proprio spalla a spalla con Salvioni – di un polo scolastico iper specializzato nelle nuove tecnologie mosse dall’intelligenza artificiale, grazie al connubio tra l’industria avanzata (Technoprobe, Elemaster, per citare i più noti), la scuola (Agnesi, Viganò, istituti tecnico-scientifici che godono di ampio prestigio a livello regionale) e l’Amministrazione comunale con l’aggiunta della ex Banca Popolare di Milano il cui centralissimo stabile (ex Briantea) sarà presto affollato di impiegati e funzionari ora dislocati in altre sedi.

“Sappiamo che non siamo pronti” ha detto con umile consapevolezza Mattia Salvioni in Aula. E di rimando votando contro il bilancio previsionale 2025/2027 Dario Perego ha aggiunto l’avverbio “purtroppo”. Con dispiacere perché la volontà di “Noi Merate” non è di esercitare una opposizione “politica” ma “ragionata”. Qualcosa che si avvicina alla collaborazione. E non a caso questo avverbio è stato colto al volo da Ernesto Sellitto. Significa che qualche tratto di strada si può percorrere fianco a fianco.

E questo è davvero un bene per Merate.
Claudio Brambilla
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