Parco, Redaelli: responsabile la Hofmann per la scelta di un presidente minoritario
Dopo che il direttore del Parco dr. Michele Cereda ha spiegato le modalità di conta dei voti e il sindaco Gennaro Toto ha manifestato la volontà di candidare Giovanni Zardoni, a prendere la parola tra il silenzio generale della sala, straordinariamente colma di pubblico, e dei convenuti al tavolo dei soci, volti bassi, braccia incrociate e mani al mento, è stato Paolo Redaelli, sindaco di Missaglia, che ha dato lettura di un testo, esplicativo dell'astensione di sette comuni.
Questa volta, diversamente dalla precedente, gli schieramenti si sono mischiati e i sostenitori e gli astenuti, si sono seduti fianco a fianco, difficile dire se per scelta o per caso. Ma di certo non è stato sufficiente un melange per mitigare l'aria tesa e per nulla unitaria.
Sottolineando come la presenza per garantire il numero legale sia stata voluta per un senso di responsabilità, Redaelli ha ribadito a nome dei sette comuni (Missaglia, Merate, Airuno, Osnago, Lomagna, Viganò, Valgreghentino) che rappresentano la maggioranza dei soci, come il candidato ideale a proseguire sarebbe stato l'uscente Marco Molgora, che “ha lavorato con serietà e impegno”, anche nei confronti di chi la fiducia non gliel'ha confermata e che avrebbe potuto raccogliere le nuove sollecitazioni e istanze manifestate.
“Una minoranza di comuni ha ritenuto di voler cambiare e eleggerà un nuovo Presidente con il supporto decisivo della quota riconosciuta alla Provincia, ente spesso assente in questi anni al tavolo della Comunità del Parco, raggiungendo in tal modo una maggioranza puramente percentuale. Proprio la Provincia, con la sua scelta, ha impedito alla Comunità del Parco di convergere, con ampia maggioranza, sul Presidente uscente. Scelta legittima dal punto di vista dello statuto, ma discutibile in termini di opportunità, dovendo rappresentare, con la sua quota, il volere di tutti i comuni del Parco, non solo di alcuni”.
Nella lettera i sette comuni hanno attaccato direttamente la Provincia, in particolare la sua presidente che ha voluto essere presente di persona alle due riunioni e che, diversamente dalla prima dove si era espressa in maniera chiara e manifesta per Zardoni, questa volta Alessandra Hofmann non ha proferito parola se non al momento del voto con un "favorevole".
Prima di passare alla presa di responsabilità e di impegno per i prossimi cinque anni, accanto al nuovo presidente e per la collaborazione fattiva per la conservazione e lo sviluppo sostenibile del Parco, Redaelli si è augurato che la solerzia dei rappresentanti di Villa Locatelli per nominare la presidenza, si manifesti con continuità anche nel futuro al tavolo della Comunità del Parco. "Si deve alla scelta della Provincia se il Presidente, sarà un Presidente di minoranza. Un mandato debole, non solo dal punto di vista formale".
Annunciando di voler lavorare per correggere la probabile svista del peso dato alla provincia nel voto (“svista” che tuttavia nelle presidenze precedenti mai aveva comportato una spaccatura e meno ancora un indirizzo preciso verso un soggetto piuttosto che un altro), Redaelli ha precisato che “ogni volta che non condivideremo interventi e azioni faremo sentire la nostra voce, valere l’importanza e il peso della nostra presenza e del nostro voto”.
CLICCA QUI per il testo integrale della lettera
Questa volta, diversamente dalla precedente, gli schieramenti si sono mischiati e i sostenitori e gli astenuti, si sono seduti fianco a fianco, difficile dire se per scelta o per caso. Ma di certo non è stato sufficiente un melange per mitigare l'aria tesa e per nulla unitaria.
Sottolineando come la presenza per garantire il numero legale sia stata voluta per un senso di responsabilità, Redaelli ha ribadito a nome dei sette comuni (Missaglia, Merate, Airuno, Osnago, Lomagna, Viganò, Valgreghentino) che rappresentano la maggioranza dei soci, come il candidato ideale a proseguire sarebbe stato l'uscente Marco Molgora, che “ha lavorato con serietà e impegno”, anche nei confronti di chi la fiducia non gliel'ha confermata e che avrebbe potuto raccogliere le nuove sollecitazioni e istanze manifestate.
“Una minoranza di comuni ha ritenuto di voler cambiare e eleggerà un nuovo Presidente con il supporto decisivo della quota riconosciuta alla Provincia, ente spesso assente in questi anni al tavolo della Comunità del Parco, raggiungendo in tal modo una maggioranza puramente percentuale. Proprio la Provincia, con la sua scelta, ha impedito alla Comunità del Parco di convergere, con ampia maggioranza, sul Presidente uscente. Scelta legittima dal punto di vista dello statuto, ma discutibile in termini di opportunità, dovendo rappresentare, con la sua quota, il volere di tutti i comuni del Parco, non solo di alcuni”.
Nella lettera i sette comuni hanno attaccato direttamente la Provincia, in particolare la sua presidente che ha voluto essere presente di persona alle due riunioni e che, diversamente dalla prima dove si era espressa in maniera chiara e manifesta per Zardoni, questa volta Alessandra Hofmann non ha proferito parola se non al momento del voto con un "favorevole".
Prima di passare alla presa di responsabilità e di impegno per i prossimi cinque anni, accanto al nuovo presidente e per la collaborazione fattiva per la conservazione e lo sviluppo sostenibile del Parco, Redaelli si è augurato che la solerzia dei rappresentanti di Villa Locatelli per nominare la presidenza, si manifesti con continuità anche nel futuro al tavolo della Comunità del Parco. "Si deve alla scelta della Provincia se il Presidente, sarà un Presidente di minoranza. Un mandato debole, non solo dal punto di vista formale".
Annunciando di voler lavorare per correggere la probabile svista del peso dato alla provincia nel voto (“svista” che tuttavia nelle presidenze precedenti mai aveva comportato una spaccatura e meno ancora un indirizzo preciso verso un soggetto piuttosto che un altro), Redaelli ha precisato che “ogni volta che non condivideremo interventi e azioni faremo sentire la nostra voce, valere l’importanza e il peso della nostra presenza e del nostro voto”.
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S.V.